Apprendiamo da una nota pubblicata dal sindaco Corrado Figura su Facebook che l’assessora Della Luna ha rassegnato le dimissioni.
Nonostante ben più gravi emergenze e criticità attanaglino in questo momento la città di Noto, non può e non deve passare inosservata la deriva di genere di cui si sta rendendo responsabile la nuova amministrazione: la sola Assessora in Giunta, alla quale sono state attribuite deleghe che non rendono giustizia alla competenza e alla capacità che avrebbe potuto mostrare, si dimette allo scadere di due mesi esatti dal suo insediamento.
Le subentra un’altra donna con buona pace delle quote rosa.
Come ha recentemente detto il premier Draghi, la parità di genere non deve essere un farisaico rispetto delle quote rosa, ma deve essere garantita una concreta uguaglianza di condizioni competitive tra i generi.
Ma se siamo noi stesse donne a prestarci a questi giochetti di palazzo, ad accettare di essere mere pedine in uno scacchiere politico dominato da presenze maschili, non dobbiamo indignarci e manifestare il 25 novembre o l’8 marzo dietro slogan stereotipati e vacui.
Pretendiamo una rappresentanza femminile che abbia la possibilità di incidere con determinazione, di mostrare le sue competenze portando avanti una progettualità a medio e lungo termine per il bene della città.
Le passerelle sono espressione di un vecchio sistema che ha mortificato le donne nella politica e che non aiutano di certo a raggiungere l’uguaglianza di genere, il 5° degli obiettivi dell’agenda 2030.
FORZA ITALIA U.D.C. PASSIONE CIVILE
Nella Noto culturale e politica storicamente riguardo il ruolo della donna in politica è prevalsa la cultura Patriarcale, nonostante nel Bel Paese ci siano state lotte politiche in cui le Femministe abbiano de – costruito il ruolo del maschio, sia nel pubblico che nel privato. Facendo le dovute eccezioni, a Noto a parte delle timide eccezioni di femminismo riguardo al passato, che poi non hanno inciso in una Città culturalmente e politicamente tradizionale, continua a prevalere sostanzialmente il maschilismo. Ricordo ad esempio, che ad una manifestazione della donna, a cui partecipava Emma Baeri, una femminista storica di Catania, in Sala Gagliardi eravamo appena non più di sei o sette persone. Eppure quell’incontro cadeva in una data molto cara al Movimento Femminista. Dopo esserci guardati in faccia, abbiamo fatto un piccolo cerchio con le sedie, ed abbiamo parlato della condizione e del ruolo della donna.