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A NOTO TANTO DA FARE PER CREARE LAVORO E OCCUPAZIONE

A Noto oltre 5000 disoccupati! Economia stagionale di nicchia imperniata sul Turismo con tassi di disoccupazione altissima.

by admin
5 Novembre 2020
in Lavoro, Politica
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A NOTO TANTO DA FARE PER CREARE LAVORO E OCCUPAZIONE
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E’ una ovvietà affermare che il livello di occupazione e la qualità del lavoro rappresentano da sempre indicatori delle condizioni economiche e sociali di un territorio.

Così come è quasi banale osservare che a Noto il mercato del lavoro è strutturalmente depresso con tassi di disoccupazione altissimi.

Una economia fragile, a ciclo stagionale, imperniata sull’indotto del turismo!

Un benessere definibile da nicchia sociale.

Un solo settore economico, per giunta apprezzabile in determinati periodi dell’anno, non integrato con le altre filiere produttive dell’agroalimentare, del commercio, dell’artigianato e dell’industria insignificanti se non completamente assenti.

Certamente comunque insufficiente a garantire benessere economico e sociale a tutte le fasce della nostra comunità.

Un quadro economico complessivo preoccupante che, ritengo, non sfugga all’amministrazione Bonfanti ma che ha preferito, in questi lunghi anni di governo della città, tralasciare per concentrarsi sulla cosiddetta “vocazione turistica” netina.

Ma andiamo con ordine……..

Il 2019 ha fatto registrare il più alto tasso di occupazione dal 2005 nell’Unione europea, con il 73,1% di occupati (tra 20 e 64 anni), rispetto al 66,8% del 2004.

Anche in Italia l’occupazione è cresciuta negli anni, anche se in misura più limitata.

Nel 2019 il paese ha registrato infatti un tasso del 63,5%, contro il 61,4% del 2005.

In Sicilia, la provincia di Siracusa ha avuto un tasso di occupazione pari al 44,4%, seconda solo a Ragusa posizionatasi al 1° posto con una percentuale del 50,4%.

Noto invece si è attestata al 46,23% di forza lavoro.

Questi gli indici demografici cittadini:

Anno

1° gennaio

0-14 anni 15-64 anni 65+ anni Totale
residenti
Età media
2019 3.386 15.910 4.896 24.192 43,1

Cioè ci sono 7355 persone occupate nei vari settori economici (industria, commercio, turismo, servizi).

Significa che a Noto ci sono anche 8.555 inoccupati.

Tra questi ultimi, naturalmente, sono compresi studenti dai 15 anni in su, lavoratori, volenti o nolenti, in nero.

Facendo una scrematura, con numeri molto al ribasso, si può affermare che circa 5000 netini sono disoccupati.

Mi viene da chiedere come sbarcano il lunario costoro?

Qual è la loro qualità della vita?

Se fossi a capo dell’amministrazione della città queste domande mi farebbero perdere il sonno.

Mi si dirà, ripassati la Costituzione, l’art. 117!

Lo so, lo so ….. le politiche del lavoro sono materia di competenza dello stato e delle Regioni.

Tuttavia, seppur mantenendo un ruolo minoritario, anche i comuni possono contribuire allo sviluppo del lavoro e quindi alla crescita dell’occupazione.

Le spese nei bilanci comunali a favore dell’occupazione riguardano principalmente tre settori:

  • i servizi per lo sviluppo del mercato del lavoro;
  • la formazione professionale;
  • il sostegno all’occupazione.

Queste voci comprendono da un lato le politiche attive di sostegno e di promozione dell’occupazione e dell’inserimento nel mercato del lavoro. Dall’altro, quelle passive a tutela dal rischio di disoccupazione, come le spese a sostegno dei disoccupati (dall’erogazione di indennità ad altre misure in favore del reddito).

Una possibilità di interventi completamente disconosciuta dalla nostra Amministrazione comunale. come se vivessimo in una florida economia regolata dal mercato.

Capitoli del bilancio comunale con appostamenti voci di voci pari a zero.

Un problema mistificato abilmente come polvere nascosta sotto il “tappeto persiano” della bellezza del centro monumentale di Noto.

Come sappiamo, l’anno in corso è stato segnato dall’emergenza sanitaria, che ha inciso duramente sulle economie molto più forti della nostra.

Per tutelare i lavoratori, in Italia fino al 31 marzo del 2021 lo stato ha imposto il divieto di licenziamento.

Dopo, probabilmente, sarà una ecatombe di licenziamenti!

Che dire, ormai il governo Bonfanti volge al termine, occorre pensare ad altro!

Innanzitutto evitare a tutti i costi che vengano eletti o rieletti al governo della Città persone e forze messe insieme con lo scopo di battere l’avversario di sempre ma che al momento non sembrano avere le idee chiare sul da farsi se non sbandierare slogan da social.

La prossima Amministrazione dovrà necessariamente tornare coi piedi per terra e dire ai netini quali siano gli strumenti che verranno messi in campo per creare nuove opportunità lavorative e soprattutto fornire le giuste garanzie per l’attuazione di ogni programma.

Con grandi investimenti pubblici, farsi trovare pronti e intercettando i soldi del Recovery Fund,   risolvendo le tante carenze infrastrutturali, la rete idrica e fognaria, la depurazione, favorendo il recupero abitativo e commerciale del centro storico, conservazione e salvaguardia del patrimonio artistico, monumentale e ambientale, investimenti sul recupero delle periferie etc, etc.

C’è tanto da fare per creare lavoro e occupazione.

Carmelo Filingeri – Passione Civile

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Tags: cambiamentodisoccupazioneinvestimentiLavoroNOTO

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