La trasgressione necessaria
E’ appena uscito nelle Librerie per la Casa Editrice Mimesis il libro di Luca Pollini, “La trasgressione necessaria”. Dai Provos al 68, dall’ecologismo a Osho. La vita controcorrente di Andrea Majid Valcarenghi, fondatore di “Re Nudo”.
Era un “bambino molto vivace”, già alle scuole elementari, alle medie è un “ragazzo molto sveglio “, ma è indisciplinato per il Preside, ed anche lui si considera non “uguale” agli altri.
Non frequenta il catechismo e non si farà la prima comunione, come hanno fatto invece i fratelli/e, Dario, Marina e Valeria.
In famiglia si respira quell’aria sana Socialista, fatta di libertà, di principi, di alternativa culturale e politica, il Papà, Aldo Valcarenghi è un antifascista, che si è opposto al fascismo fin da ragazzo, in clandestinità fu tra i fondatori del MUP, Movimento di Unità Proletaria, fu più volte incarcerato e poi deportato a Mathausen e a Gusen, partecipò alla Resistenza, fece parte della Direzione Nazionale del Partito Socialista, fu eletto Segretario della Federazione Provinciale di Milano. Amico dei vertici del Partito Socialista, in particolare di Pietro Nenni, che gli propose incarichi e Seggi in Parlamentari, a cui rifiutò ritirandosi a vita privata.
Questo è solo un breve quadro del contesto storico, politico, culturale e familiare in cui è cresciuto Andrea Valcarenghi, il figlio di Aldo Valcarenghi, un “enfan prodige “, che respirava nell’aria di casa la “differenza culturale”, l’antifascismo, l’impegno culturale e politico e la critica al sistema, divenne subito leader del gruppo dei Provos di Milano, un Movimento di origine Olandese, e di Onda Verde, Movimenti underground, che oltre a contestare il sistema culturale, politico e spirituale del tempo, fanno controcultura, controinformazione, performance e happening nelle Piazze, lungo le strade delle Città, una di queste fatta insieme a Marco Maria Signani a Milano è quella degli “Impermeabili parlanti “, in cui per una settimana tutti i pomeriggi una decina di militanti di Provos e Onda Verde andavano per le strade del centro storico indossando impermeabili di plastica trasparenti con delle scritte a lettere cubitali degli slogan come ad esempio: Il Presidente Moro è buono e fa bene alla salute. Correte a casa, c’è Carosello! La mamma è buona, mangiala prima che si raffreddi. Sorpresa americana: nell’uovo di Pasqua un piccolo napalmizzato.
Facevano anche manifestazioni e volantinaggi contro la guerra in Vietnam, contro l’aggressione Cinese in Tibet, contro l’Unione Sovietica in Ungheria, contro la dittatura di Franco in Spagna, contro le parate militari, contro il servizio di leva e a favore dell’obiezione di coscienza.
Sono dei non – violenti contro le ideologie tradizionali, dei libertari, che sono per la musica, per le droghe leggere, per la libertà sessuale, per il divorzio, per la revisione dell’istituto familiare, per una autogestione della Scuola, per le pratiche sociali alternative, gruppi che praticano la provocazione pubblica non – violenta contro il sistema dei consumi e a favore dell’ecologia, in particolare erano contro le Automobili e a favore delleBiciclette, coniugavano Arte, Vita e provocazione, interessati anche a una trasformazione urbana, che metteva al centro i bisogni necessari dell’essereumano.
Nel Maggio del 1967, al Teatro Lirico di Milano c’è un Concerto della cantante pacifista Joan Baez, i Provos e Onda Verde partecipano pensando adun’azione politica antimilitarista per appoggiare pubblicamente l’impegno di Joan Baez in pieno Concerto. Joan Baez prima di iniziare il Concerto, dice: “Sento di portare su di me la colpa dell’aggressione Americana in Vietnam e combatto contro questa e ogni violenza “. Dopo alcune canzoni, Valcarenghi tira da dentro il suo giubbotto una lunga bandiera vietnamita, in cui c’è scritto a caratteri cubitali: “Vietnam Libero”, bandiera che viene appesa alla balconata che penzola per oltre due metri, il pubblico applaude, e la Baez alza il pugno chiuso, poi riprende a cantare. Interviene la Polizia che circonda Valgarenghi e i manifestanti dei vari Gruppi, tra urla e slogan pacifisti, il Concerto viene interrotto e scattano i fermi e le denunce per interruzione di pubblico spettacolo. La Stampa a cominciare da Il Corriere della Sera, parla di teppisti, vagabondi, nullafacenti, senza nemmeno conoscere i Movimenti.
Nel Giugno del 1967, Valcarenghi fa l’obiettore di coscienza contro il servizio militare di leva, per motivi politici e etici, finendo nel carcere di Gaeta per non avere indossato la divisa militare, essendo un antiautoritario, un antimilitarista e un pacifista.
In pieno 68, sia Onda Verde, che Mondo Beat, confluiscono nel Movimento Studentesco, gli studenti parlano di “immaginazione al potere”, nascononuovi slogan come ad esempio, “Fascisti, borghesi, ancora pochi mesi”, Viva Marx, viva Lenin, viva Mao Tze Tung “. Il leader del Movimento Studentesco è Mario Capanna, di un Movimento che si pone fuori dalle logiche parlamentari e la mediazione tra i Partiti e i Sindacati, preferendo e coltivando un rapporto diretto con la classe operaia.
Nel mese di Marzo del 68, Valcarenghi si congeda dal militare, per la gioia del Comandante, che non lo sopporta, che tramite Carlo Silvestro, contatta Leoncarlo Settimelli, un giornalista di “Men”, a cui propone un articolo sulla sua esperienza del militare a Monza. Nell’articolo si parla di fughe dei militari dai muri di cinta della caserma, ma anche attraverso il bagno della camerata, di beffe nei confronti degli Ufficiali di picchetto, ed anche di particolari piccanti delle attività del gruppo antimilitarista.
Dopo l’uscita dell’articolo, in caserma arriva subito il Colonnello responsabile della caserma, che per punizione vuole spedire il Capitano in Sardegna. Subito intervengono per riparare i muri di cinta, tappando ogni buco, triplicando la sorveglianza, murando anche delle finestre.
Valcarenghi si incontra con Mario Capanna, un neo Marxista, che insieme al suo Movimento hanno rivisitato il comunismo di Marx e di Engels.
Si comincia con una manifestazione e un sabotaggio contro Il Corriere della Sera, principale quotidiano dei padroni, che non fa che denigrare gli extraparlamentari e i Movimenti autonomi, che in questo caso organizzano un piano per bloccare i camion che trasportano il quotidiano per non farlo uscire nelle Edicole, battaglia a cui partecipa anche Marina, la sorella di Valcarenghi, che intervenendo a chiusura del Comizio dice che “bisogna chiudere la bocca al Corriere “.
I risultati dopo ore di scontri durante la notte con la Polizia sono di 12 arresti, di 87 denunce, e di 350 fermati. Il quotidiano nelle Edicole quel giorno arriva con molto ritardo.
La Polizia si fa sentire con più forza e autorità ad Avola ( Siracusa ), intevenendo in una manifestazione di Braccianti in sciopero, che avevano bloccato la Statale, chiedendo il rispetto del contratto di lavoro, sparando ad altezza d’uomo, uccidendo due manifestanti. Il giorno successivo in tutta Italia si manifesta contro il Governo, lo Stato e le Forze dell’Ordine.
Valcarenghi decide di cambiare strada perchè nel Movimento Studentesco si parla solo di politica e non di sociale, si dimentica “la vita privata”, “la politica non è di otto ore dice Valcarenchi, ma di 24 ore. “A sinistra c’è troppa violenza, ci sono troppi scontri, lascia il Movimento di Mario Capanna, in cui ci sono molti moralisti, riprendendo alcuni temi della controcultura, del situazionismo e dell’underground internazionale, nello spirito delle tematiche dei Movimenti Californiani, di scrittori e poeti come ad esempio, Kerouac, Ginsberg, Ferlinghetti Timothy Leary, Abbie Hoffman, gliHippie. Un ritorno sempre all’impegno culturale e politico, ma con lo spirito e le modalità diverse, non – violente, e adeguate alla realtà.
Con Gianni Emilio Simonetti, Guido Vivi, dell’ala Situazionista, Roberto Pieraccini, Fabio Malcovati, Carlo Straniero, Marina Valcarenghi, ed altri giovani intellettuali, fonda “Re Nudo”, un mensile di controcultura underground, il primo numero, che è il numero Zero esce nel Novembre del 1970. Diecimila copie, 16 pagine, costo di 200 lire. Direttore Responsabile è Andrea Valcarenghi.
In uno degli editoriali del Direttore, Valcarenchi scrive: “… Un giornale underground deve essere la denuncia organica delle istituzioni repressive dello Stato: fabbrica, scuola, istituti psichiatrici, carcere, che verranno pubblicati su Re Nudo.“
In merito ai rapporti con la sinistra, Valcarenghi prende le dovute posizioni: “… Trattare i compagni da nemici vuol dire porsi sulle stesse posizioni del nemico…””… E’ necessario unirsi contro la repressione, battendo il settarismo. Vogliamo sostenere la necessità che le forze della sinistra antirevisionista si uniscano e si sostengono per la loro stessa sopravvivenza.”
Sul numero 2 di Re Nudo, del 1971, c’è un articolo che scuote il mondo della sinistra, il titolo è: “A destra del letto”, in cui viene denunciato l’atteggiamento arretrato e maschilista dei compagni di sinistra, nei confronti delle donne.
1971, dopo 5 numeri di Re Nudo, Gianni Emilio Simonetti, Gianni Vivi, ed altri tre componenti della Redazione, che hanno contribuito alla fondazione di Re Nudo, contestano la linea editoriale e il suo Direttore, vogliono un comunismo, di guerra! Non un comunismo di avanspettacolo! Secondo Simonetti, Vivi, e gli altri, Re Nudo non è stato in grado di fare una critica globale alla società dei consumi, dando anche del codardo a Valcarenghi.
La rottura finisce per vie legali, e Re Nudo torna in mano a Valcarenghi, che comincia a pensare e a organizzare un Festival alternativo alle sole Feste dell’Unità, in cui il PCI, invita Gianni Morandi e Orietta Berti, che cantano le canzoni che riproducono la cultura padronale, ma anche per far si che “il tempo libero diventi tempo liberato “per cambiare la vita prima che la vita cambi noi, perchè la musica non può avere padroni.
A Terrasini, in Sicilia, nella Comunità di Carlo Silvestro, frequentata da musicisti, attori, trova la disponibilità di tanti collaboratori, che insieme decidono di fare un Festival di Re Nudo a Ballabio, in provincia di Lecco. Il Festival è una novità, che coinvolge tanti Renudisti. Gli ospiti sono: Claudio Rocchi, I Garybaldi, Donatella Bardi, Eugenio Finardi, Alberto Camerini, Lucio Fabbri, Claudio Fucci. A questa prima edizione partecipano circa 10.000 giovani provenienti da ogni parte del Bel Paese. Il secondo Festival sarà fatto a Zerbo, (Pavia ), e il terzo all’Alpe del Vicerè, vicino Como, a questo partecipano Gli Area, Franco Battiato, I Dedalus, Claudio Fucci, Claudio Rocchi, Ivan Della Mea, Duello Madre, Nuova Idea, Aktuala, Simon Luca, Gli Yu Kung.
Dal 1974 a 76, I Festival del proletariato giovanile, organizzati da Re Nudo, e da vari Circoli politici, si svolgono a Parco Lambro, Milano, c’è da dire che anno dopo anno la partecipazione dei giovani e dei meno giovani aumenta sempre di numero, alla prima edizione si parlava di 10.000, presenze, nella seconda di 30.000, nella terza di 25.000, mentre alla terza edizione di Parco Lambro del 76, sono circa centomila le presenze di giovani e meno giovani a questo Festival a cui oltre a Re Nudo, tra gli organizzatori ci sono I Circoli del proletariato giovanile, I Collettivi Autonomi di quartiere, il Partito Radicale, Lotta Continua, A. Rivista Anarchica, Umanità Nova, Cooperativa il Pane e le Rose. Il servizio d’ordine è di Lotta Continua.
Il Festival è di quattro giorni, che si svolge dal 26 al 29 Giugno, a cui partecipano Eugenio Finardi, Gianfranco Manfredi, Taberna Mylensis, Gruppo Operaio ‘E Zezi, Nacchere Rosse, Carrozzone, Paolo Castaldi, Napoli Centrale, Agorà, Strana Officina, Pino Masi, Don Cerry, Canzoniere del Lazio, Jerry Rubin, Claudio Rocchi, Pepe Maina, Alberto Camerini, Area, e altri.
E’ un disastro annunciato, gli organizzatori arrivano al Festival già divisi tra loro, con troppe contraddizioni a livello politico, ideologico, con il solito problema di potere di chi deve gestire le Assemblee, i Collettivi, gli spazi in palcoscenico. Insomma la solita dinamica di potere tra un gruppo e l’altro, tipica del potere politico che dicevano di combattere.
Sono più o meno centomila i giovani e i meno giovani che partecipano al Festival, attrezzati di tende e strumenti musicali vari, che a gruppi mettono subito in funzione facendoli vibrare. Parco Lambro è divenuta una piccola Woodstock, scrive Luca Pollini.
Non sono più solamente i giovani di sinistra a partecipare, ma anche gli Indiani Metropolitani, gli spacciatori di droghe pesanti, i teppisti, gli Autonomi, e anche qualche fiancheggiatore della lotta armata.
Il Comune di Milano, con giunta di sinistra, PCI, PSI, e DP, con a Sindaco il socialista Carlo Tognoli, nega ai centomila intervenuti al Festival l’allacciamento dell’acqua potabile.
I problemi si moltiplicano, tutti cominciano a contestare tutti e tutto, a cominciare con tutto ciò che è in vendita, i Corsi, i Seminari, i Libri, i Dischi, gli Spettacoli, i Giornali, i panini, la birra, ecc.
Si parla di tremila contestatori, studenti di vari Licei e di Università in rivolta, disoccupati e sottoproletari, che formano cortei interni, che chiedono l’abbattimento dei prezzi, che fanno Assemblee, salgono sul palcoscenico, interrompono i Concerti, poi aprono i Camion e distribuiscono gratis tutto quello che trovano, dai panini alle patatine dai gelati ai polli ancora congelati, scatta il momento dell’autoriduzione proletaria, poi decidono di espropriare un Supermercato appena fuori da Parco Lambro.
Il servizio d’ordine interno, armato di spranghe e bastoni, perquisisce ogni tenda, sequestra la merce di dubbia provenienza, poi picchia i tossicodipendenti, che hanno introdotto l’eroina nel Festival, compresi anche quelli che usano droghe leggere. Si gridano slogan contro il servizio d’ordine di Lotta Continua, che vengono visti come dei moralisti, a cui gridano in faccia: Via via la nuova Polizia! Via via la nuova Polizia!
Parco Lambro viene accerchiato dalla Polizia, mentre i giovani si picchiano tra di loro.
Si concretizza la Babele, che era già nelle premesse.
“Parco Lambro nel 1976 segna non solo l’incapacità da parte della sinistra di concretizzare un modus viventi radicalmente alternativo al sistema, ma anche la fine del primo ed ultimo tentativo di fondere le diverse anime della sinistra “, scrive Luca Pollini.
E’ la fine di quella gioia e di quella condivisione di due generazioni cresciuti negli anni, che voleva cambiare la vita e il mondo, si è invece, trascinata in dinamiche di violenza, infognandosi culturalmente e politicamente, che non lascia spazi per potere proseguire sulla strada inizialmente intrapresa.
“Basta, questo è l’ultimo Festival pop che organizzo. Se è questo che volevano l’hanno ottenuto. Ne ho abbastanza di venire accusato di mettere a ferro e fuoco la Città “. Così dichiara Andrea Valcarenghi.
Nel 1977, insieme alla sua compagna Simona, Valcarenghi, sulla scia di altri compagni che ci sono stati e sono tornati un pò diversi rispetto a come erano prima, prende un volo per l’India. Simona è una Sannyasin, una discepola di Bhagwan Shree Rajneesc, un Maestro spirituale Indiano. Arrivati a Poona, nel centro più grande di “crescita interiore “del tempo, frequentato da trentamila tra giovani e meno giovani l’anno, la maggior parte sono dei reduci illusi o disillusi del sessantotto, gente che ha lottato culturalmente e politicamente, passata da infinite esperienze e che ora cerca di depurarsi, di rinascere, di divenire altro da sè, soprattutto interiormente, come Andrea Valcarenchi.
Andrea si incontra con Bhagwan, con lui c’è Simona, cioè Yatra, che a Bhagwan racconta la sua crisi, che si è tolto il mala perchè si sentiva abbandonata, scoppiando in lacrime, quando Bhagwan gli dice di non essere capace ad amare. Poi, Bhagwan chiede a Valcarenghi: Andrea, cos’hai da dirmi? Risposta: “Mi sento come se avessi un muro in mezzo al petto. Un muro che blocca le mie emozioni “. “Lo vedo “, risponde Bhagwan sorridendo. “Sei rigido, sembri un palo vestito “. E continua: “Devi fare molto lavoro su di te “. Lo congeda consigliandogli di fare delle terapie e di tornare a trovarlo.
Al nuovo incontro, Bhagwan chiede ad Andrea: “Sei pronto adesso? “, “Chiudi gli occhi, apri le braccia, immagina di essere un albero battuto dal vento. Alla risposta affermativa, sorride. Il tuo nome è Swami Deva Majid. Il tuo nome significa che devi ricordare l’importanza della poesia e del modo magico di vedere la realtà “. Deva significa Divino, Majid magia. “La logica è solo un modo di vedere la realtà. Non è l’unico. Ricorda che ci sono due modi di vedere la realtà: la poesia e la logica. Usa entrambi. “
Andrea Valcarenghi torna in Italia, ora è un Sannyasin, che si è lasciato alle spalle il suo vecchio nome insieme al suo passato, è Swami Deva Majid, è vestito di arancione e porta il mala con la foto di Bhagwan Shree Rhajneesc, simbolicamente il mala, rappresenta un principio di decondizionamento dall’ideologia e dalla religione, ma soprattutto è una modalità per distruggere il proprio ego.
Si dimette da Direttore di Re Nudo, ma rimane nella Redazione per collaborare per il giornale.
Majid, a Milano, frequenta la Comunità di Macondo di Mauro Rostagno e quella di Carlo Silvestro a Terrasini, in Sicilia, poi nel 1982 si trasferisce a Miasto, in Toscana, in una Comunità Sannyasin, di ricerca spirituale, dove si praticano le meditazioni, con il ruolo di vice coordinatore della Comunità di Miasto, che poi diviene Osho Miasto.
In uno dei viaggi che Majid fa a Poona, in India, dal suo Maestro, Bhagwan gli da il compito di scrivere un Manifesto politico per dare una visione di Osho alla società, che poi viene pubblicato da Feltrinelli con il titolo: Politica e Zen. Un nuovo Manifesto, che oltre a Majid contribuiscono diversi Sannyasin a scriverlo. Nell’introduzione del Manifesto, tra l’altro, si legge: “… Non abbiamo altro tempo che questo per conoscere e trasformare noi stessi, prima che noi stessi distruggiamo il pianeta…” Ora la linea di Re Nudo diviene sempre di più spirituale, di quella spiritualità olistica e rivoluzionaria elaborata da Osho, che in una intervista del giornalista Enzo Biagi fatta nel 1985, poi andata in onda il 12 Gennaio del 1986, gli chiede: “Come prima cosa vorrei chiederti qual’è il tuo insegnamento “? Risposta di Osho: “Non ho nessun insegnamento. Non sono un Insegnante. Non offro nessuna filosofia della vita, nè alcuna disciplina, nè programmi da seguire. Ho un approccio alla vita ben preciso, che condivido con i miei amici. E il mio approccio inizia con una de – programmazione. Per ciò che mi riguarda questa è la parola chiave ”.
Negli anni 90, Re Nudo diviene una Rivista per la rivoluzione dell’essere individuale, in rapporto e in relazione con la dimensione spirituale di Osho. In Oregon, USA, la Comunità di Osho ha fondato una Città, la Città di Rajneeshpuram, un luogo frequentato da molti giovani e meno giovani Occidentali, con una permanenza costante di 5000 abitanti, tra Sannyasin e ospiti che venivano iniziati da Osho.
Nel 1985, con un pretesto gli USA, accusano Osho di avere violato la legge sull’immigrazione, Osho viene arrestato e portato in giro per 12 giorni, spostato dal carcere di una Città all’altra, ma dopo 12 giorni non essendoci alcuna reale accusa contro di lui, e dopo avere pagato una cauzione, viene espulso dagli Stati Uniti. Dal Nepal dove va a vivere per un periodo insieme a un gruppo di Sannyasin, viaggia con il suo piccolo aereo privato per fare delle Conferenze attraversando 21 Paesi del mondo, tra queste le capitali di Grecia, Svezia, Inghilterra, Irlanda, Canada, Spagna, Uruguay, Giamaica, Portogallo, ma ovunque dopo alcuni giorni di permanenza gli vengono fatti dei problemi per il visto, alcuni Paesi non lo fanno nemmeno atterrare negli aeroporti, altri lo trattengono nelle prigioni dell’aeroporto come successe nella civile Londra, oppure se gli viene concesso il visto d’ingresso, dopo qualche settimana di permanenza viene espulso. Tutto questo successo nell’arco di otto mesi. Per gli USA, le Ambasciate degli USA, e la CIA, tutti i Paesi dove andava Osho erano sistematicamente ricattati politicamente e economicamente, infatti, divenne un rituale che in ogni Paese la Villa o l’ Albergo dove abitava Osho veniva ogni volta circondata dalla Polizia del Paese dove si trovava per essere sempre espulso, come fosse stato un terrorista.
Majid presenta una richiesta di un visto d’ingresso in Italia, sia per lui, che per i suoi discepoli a lui più vicini, che però il Ministero gli nega.
Viene fatto un Appello sottoscritto da molti Intellettuali, Parlamentari, Artisti, oltre ai Sannyasin italiani, e il Presidente democristiano e Cattolico, Scalfaro gli rilascia un visto temporaneo di soli 10 giorni, che viene rifiutato sia da Majid, dal Partito Radicale, che dallo stesso Bhagwan.
Majid inizia uno sciopero della fame, perchè Scalfaro e il suo Ministero gli conceda un visto normale. Dopo 21 giorni di sciopero della fame, il visto arriva, ma Bhagwan è in precarie condizioni di salute e non può viaggiare perchè gli è stato diagnosticato un avvelenamento da Tallio. Il 19 Gennaio del 1990, Osho muore.
Da una ricerca scientifica è stato affermato che Osho durante il periodo dei 12 giorni del suo arresto e dei suoi spostamenti da un carcere all’altro è stato avvelenato da Tallio, una sostanza radioattiva messa nei materassi delle prigioni dove lo aveva fatto dormire la Polizia, una denuncia che lo stesso Osho dichiarò più volte pubblicamente.
Prima di morire, Osho disse ai Sannyasi: “…Quando me ne sarò andato non perderete nulla. Al contrario è possibile che guadagnerete qualcosa di cui non siete consapevoli…”
Si arriva al 1995, con un Re Nudo che diventa sempre più orientaleggiante, un ponte tra Oriente e Occidente, non più per la rivoluzione dell’essere, ma per l’evoluzione dell’essere.
Majid lascia la comunità di Osho Miasto per continuare a vivere e a lavorare vicino alla comune, ma in maniera autonoma. Re Nudo dopo cinquant’anni, dal 1970 al 2000, non uscirà più.
Le Edizioni Interno 4, hanno pubblicato a cura di Majid Valcarenghi, una Antologia di Re Nudo, in cui si possono leggere i più importanti articoli che sono usciti sulla Rivista in cinquant’anni di attività.
Catania, 6 Febbraio 2021 Roberto Bellassai