Paradiso perduto è un romanzo di Henry Miller, scritto nel 1957 a Big Sur, nella costa californiana, dove Miller si stabilì dopo che tornò da Parigi dove visse dal 1930 al 1940, anno in cui fu costretto ad andare via dalla Francia a causa dell’incalzare della seconda guerra mondiale.
Nei dieci anni parigini in cui visse agli inizi da bohèmien, facendo la fame, aspettando che qualche amico gli offrisse un pranzo, una stanzetta dove potere dormire la notte, fece la gavetta come Scrittore, come Insegnante di Inglese in un Liceo, correttore di bozze per un quotidiano.
Grazie all’interesse della sua amica, con cui ebbe una relazione passionale, la Scrittrice Anais Nin, pubblicò nel 1934 il romanzo Tropico del Cancro, nel 1936 Primavera nera, e nel 1939 Tropico del Capricorno, libri che lo fecero conoscere in Europa, e che divennero bersaglio di tutta la critica conservatrice e benpensante dell’epoca.
Libri in cui denunciava il puritanesimo per liberare i tabù sessuali dalla letteratura, con l’eccesso della sensualità autobiografica, e a causa dei quali subì processi per oscenità sia in Inghilterra che negli USA, dove i suoi romanzi furono pubblicati dopo gli anni 1960 a causa del conformismo culturale e politico del tempo, romanzi che oltre ad avere influenzato la generazione Beat, e soprattutto Jack Kerouac, continuano ad avere successo nel Mondo.
Paradiso perduto è un romanzo molto diverso dai due Tropici, ambientato tra Parigi e Big Sur, ed è ancora la Anais Nin, che a Parigi gli fa conoscere Conrad Moricand, un tipo eccentrico, pedante, molto sicuro di sè, che aveva l’aspetto di un Mago, un Occultista dalle molte facce, dal segno zodiacale del Capricorno come Miller, che si occupava di Astrologia, che viveva in un piccolo albergo, all’Hotel Modial, che si trovava in uno stato di difficoltàeconomica, per cui Miller si rende disponibile per quello che può ad aiutarlo, infatti, lo aiuta facendogli frequentare tanti suoi amici e amiche a cui fal’oroscopo per guadagnare dei franchi, oppure di nascosto gli mette delle banconote in tasca senza che lui se ne possa rendere conto, fa tutto quello che può nel rispetto di un’etica in cui si riconosce, oltre a ricambiare dei favori alla sua cara amica.
Con la guerra lo perde di vista, anche perchè Miller, dopo il viaggio in Grecia, pubblica “Il Colosso di Marussi “, un libro sulla Grecia, e si stabilisce aBig Sur con la moglie Janina Martha Lepska e la figlia Val, una bambina piccola a cui è molto legato.
Big Sur è il luogo ideale e tranquillo per chi vuole vivere in pace con se stesso e con gli altri, lasciando scorrere i giorni insieme alle atmosfere naturali che il luogo trasmette.
Un giorno Miller riceve una lettera dalla Svizzera da parte di Conrad Moricand, in cui gli chiede aiuto per la condizione di indigenza in cui da tempo si trova, e anche con dei debiti nei confronti della proprietaria della pensione dove vive.
Miller fu sorpreso e sollevato nello stesso tempo sapendo che Moricand fosse vivo, perchè pensava che fosse morto in guerra, e dopo essersi consultato con sua moglie, spedì subito un telegramma dove gli rispondeva che lo poteva ospitare a casa sua se si accontentava di una piccola stanzetta, che avrebbe fatto quello che poteva per aiutarlo, anche se la moglie in un primo momento non era proprio entusiasta sull’entusiasmo di Miller, perchè non capiva cosa Henry gli dovesse per essersi mostrato così premuroso e accogliente. Henry gli rispose che era l’uomo e l’amico che un giorno a Parigi inaspettatamente gli regalò “ Seraphita “ , un libro di Balzac, che a Miller aveva aperto nuovi orizzonti.
Moricand sentiva che in quel posto regnava la pace, ed era come stare in un paradiso in quella zona della costa californiana, in cui si ambientò subito nella sua piccola stanza dopo avere per tanto tempo sofferto e fatto la fame a causa della guerra.
Adesso viveva nella sua stanzetta e usciva solo per i pasti, che consumava insieme a Miller, Janine e Val.
Ma quello che successe dopo mise a dura prova Miller, fino a renderlo insofferente verso Moricand, infatti, Moricand cominciò ad essere capriccioso, richiedendo e pretendendo che Miller andasse a comprargli una marca di borotalco, perchè soffriva di un forte prurito, infatti non faceva altro che grattarsi tutto il giorno.
Miller si recò nel più vicino Paese, ma non trovò quel tipo di borotalco da lui richiesto, un altro giorno gli venne fatta un’altra richiesta di un tipo di carta da lettere particolare, e dopo qualche settimana Moricand gli chiese una marca di sigarette francesi, che i Tabaccai della zona non vendevano.
Insomma, Moricand divenne troppo esigente ed anche fastidioso, fino a crearsi in casa un’aria e un clima pesante, anche perchè Moricand era diventato depresso, lugubre e intrattabile.
Miller con la sua compassione orientale, cercò di comprenderne le motivazioni, provando più volte a farlo ragionare, a portarlo sulla via giusta, sapeva che soffriva di “dermatite psicosomatica“, una malattia psicologica, di cui Moricand si serviva per impietosire chi gli stava accanto, evitando così di non fare niente per guarirne. Miller gli chiamò un suo amico Medico, che dopo avere dialogato con lui e dopo una attenta e accurata visita gli prescrisse delle pillole, dandogli anche dei consigli da rispettare, ma appena il Medico andò via Moricand buttò le pillole fregandosene dei suoi consigli.
Miller, capì che non poteva fare altro per lui, che forse era lui stesso la sua malattia, che era stato messo a dura prova da parte di un Moricand che oltre a non apprezzare niente della sua ospitalità, del suo impegno e della sua disponibilità nell’aiutarlo, decise insieme alla moglie di mandarlo via quell’uomo diventato un parassita opprimente, che indisponeva e disturbava la pace di una famiglia, e di un luogo che era un paradiso, che con la sua presenza era divenuto un “paradiso perduto ”.
Il Romanzo finisce più o meno quì.
Si potrebbe dire, che in un luogo di pace come Big Sur, viene fuori un altro Miller rispetto al Miller dei Tropici, un Miller che scava su se stesso, che contempla se stesso, evitando di identificarsi con quello che era, aprendosi a nuove dimensioni del divenire, quindi a fare i conti con i suoi avanzi di cui sente gli echi dentro di sè, quegli echi della sua memoria, infatti, Conrad Moricand, che in fondo è un dono fatto da parte della sua cara amica Anais Nin, un dono del periodo parigino, che secondo la Nin avrebbe equilibrato i due amici, avviando così un processo di “ sdebitamento dell’inconscio “ soprattutto da parte di Miller.
Paradiso perduto non si può non collocare nella memoria del periodo parigino, in cui sia Miller, che la Nin, oltre a conoscere uno Scrittore introspettivo come Dostoevskij, primo grande esploratore dell’inconscio, che introdusse la psicoanalisi nel romanzo, conobbero anche G. I. Gurdieff, quel Maestro esoterico, che con i suoi insegnamenti che potevano sembrare paradossali metteva in totale discussione la personalità e la vita dei suoi allievi, facendoli lavorare sulle proprie contraddizioni per equilibrare i loro centri interiori, per renderli armonici, per un reale divenire.
Conrad Moricand è solo uno dei doppi di Miller, che Miller riconosce, e di cui si libera attraverso l’esercizio della scrittura per liberare il proprio inconscio, quell’io del suo io, che è lo spirito creatore che è compresente in lui, mentre Moricand si presta ad essere uno dei doppi di Miller, ma anche uno che non si accontenta dello “ sdebitamento dell’inconscio ” di Miller, perchè al di là del suo comportamento esigente, pretestuoso e provocatorio fatto di eccessi, esigeva dell’altro, che Miller non è riuscito a dargli.
Roberto Bellassai