Nella Città tardo barocca di Noto, in pieno centro storico, nell’ex Convento dei Gesuiti – oggi Convitto delle Arti – dove il criterio estetico ha messo la potenza al posto dell’armonia, in cui l’Architettura sia delle Chiese che dei Palazzi hanno espresso la grandezza dello stato assoluto e dell’onnipotenza divina, oggi per nostra fortuna è divenuto solo un ricordo del tempo che fu, anche se il virus non è stato del tutto debellato, di conseguenza persiste nei comportamenti della maggioranza dei contemporanei locali.
In questo scenario del tempo che fu, in una Sala del Convitto delle Arti, il 13 Gennaio scorso c.a. è stata inaugurata la Mostra, Astrazioni Sonore, cromie spaziali e visioni cosmiche, che consiste in un trittico di tele 1.50 X 1.50,dal titolo: Allarme, Fabbrica e il Blu.
Un Progetto di Cristina Cataneo e Michele Romano, in collaborazione con il Liceo Artistico Matteo Raeli di Noto e il Liceo Musicale Tommaso Gargallo di Siracusa, un Laboratorio aperto, del Maestro Mario Rapisardi con la collaborazione dell’allieva (Intercultura Erasmus), Maria Plehova, che nell’Aula dei Mutamenti tra musica, tele, colori e versi di Antonin Artaud, in sinergia con il duo Maestro – Allievo, Gero Cangemi, Sax soprano e Antonio Agosta, chitarra, con le musiche di Celso Machado, hanno creato e stabilito una dimensione artistica universale, trasmettendo sensazioni nuove e atmosfere singolari, modificando lo stato d’animo del pubblico presente intervenuto.La Mostra di arte astratta, formula Kn, K. sta per materia – colore – n. sono gli infiniti modi in cui l’artista interviene con il suo gesto per fare divenire la materia, di cui Carlo Belli scrisse il Manifesto nel 1933, da qualche anno ripubblicato da Quodlibet, e presentato a Noto dal suo Editore nell’Agosto del 2015, in prima mondiale, in occasione di una precedente Mostra del Maestro Mario Rapisardi.
L’Allarme rappresenta simbolicamente il pericolo in cui l’arte non deve assolutamente andare. La Fabbrica è il Laboratorio in cui è sempre stata foggiata la materia, dove i Maestri hanno formato artisticamente gli Allievi, poi divenuti a sua volta Maestri. Il Blu rappresenta Kn, il continuo creare, il mutare continuo della materia all’infinito.
Considerazioni a margine: l’arte oltre a creare bellezza e la dovuta dimensione artistica universale, deve contribuire ad uscire da ogni forma di intrattenimento, ornamento e consolazione, deve liberarsi dal grottesco, cioè dal potere, per ridurre le distanze tra gli uomini e i popoli.
L’artista non può che ricercare, creare, difendere l’autonomia dell’arte, ma soprattutto trasmettere agli Allievi la conoscenza, i saperi attraverso un Laboratorio permanentemente aperto, come da molto tempo continua a fare il Maestro Mario Rapisardi, esplorando la materia all’infinito, con quella formula matematica, cioè Kn con cui ricerca la quarta dimensione.
Deve tornare alla Bottega, alla Fabbrica, perché in una Città, in un Paese si cominci realmente a educare e a respirare un concetto di bellezza, che non si limiti all’estetica di un luogo, ma che contempli ogni aspetto della vita e del vivere tra persone e i contesti culturali, politici, ambientali e sociali.
Anche perché per dirla con Gilles Deleuze:“L’Artista è simile al pensatore: inventa concetti, crea, afferma la molteplicità contro la strozzatura degli apparati del potere“.
Roberto Bellassai
Caro Roberto Fa’arrivare all’amico Mario i miei saluti e i miei complimenti per questa iniziativa coraggiosa.In una cornice così classica e quasi immobile come tu la definisci,Noto potrebbe rappresentare un polo d’attrazione per artisti che tale immobilità vogliono scuotere.Una specie di terremoto culturale ( e auguriamoci che solo questi avvengano!) che possa inaugurare una stagione nuova degli spazi espositivi nella nostra città. Spazi fruibili e COMPRENSIBILI,dove la presenza dei Maestri assuma il ruolo pedagogico di coloro che spiegano il loro percorso interiore fino alla creazione.In un ambiente sostanzialmente provinciale come il nostro,l’approccio alla comprensione di forme artistiche molto lontane da quella iconoclastica servirebbe anche ,a later di mostre interessanti quale quella di Mario, una propedeutica alla storia dell’Arte contemporanea.Coinvolgendo magari gli studenti degli Istituti d’Arte.In tal modo, attraverso la spiegazione, si potrà passare al coinvolgimento di più fasce di fruitori. Secondo me un primo passo necessario per rendere partecipi gli stessi netini ,a un processo culturale che sembra essersi messo in moto da parecchi anni,ma a mio modesto parere, assolutamente non percepito,PERCHÉ NON FRUITO. Paradossalmente,è la città come agglomerato urbano monumentale,ad esserne coinvolta,senza partecipazione dei suoi abitanti.Da cui il mio quesito: città come pietre su pietre,o città come anima culturale dei suoi abitanti?
Cara, Angela,domani farò i complimenti a Mario dandogli anche i tuoi saluti. Si,penso che la sua dimensione artistica merita lo scenario di Noto,ma non solo di Noto. Il problema è che oltre a un Laboratorio permanente,dove insegnare agli Allievi,occorrono anche gli scambi culturali con altre realtà,il riferimento potrebbe essere il Mart di Rovereto,che è legato alla dimensione artistica Kn,ma non mi sembra,salvo smentite, che politicamente ci sia questa volontà da parte dei preposti,anche perché in passato si é tentato qualcosa in questo senso,ma poi non si é fatto niente nonostante l’impegno e gli sforzi di Mario. Un caro saluto.