Si chiama “Nuovo corso Pd”: e’ descritto come “iniziativa politica culturale”, ma si tratta di una ‘nuova’ area, o se si vuole corrente, strutturatasi in modo quasi magmatico tra le viscere dell’inquieto partito, che lancia l’assalto per pilotare una fase diversa e determinare “un forte cambiamento in Sicilia nella formazione politica e nel governo della Regione”.
Punta il dito contro l’attuale gestione, che ha condannato “alla marginalita’”, e contro il Megafono di Rosario Crocetta, al quale si chiede adesso un “incisivo rimpasto”. In campo esponenti di peso, da Angelo Capodicasa a Vladimiro Crisafulli, parlamentari vecchi e nuovi, intenzionati a far sentire la loro voce, soprattutto in vista del congresso.
L’iniziativa, che ha avuto un momento assembleare ieri a Enna, in ‘casa’ proprio di Crisafulli, e’ stata promossa da molti dei sostenitori dell’ex area Bersani-Mattarella, e ha visto la partecipazione di parlamentari come Capodicasa, Greco, Iacono, Zappulla, Alloro, Maggio, degli ex parlamentari Battaglia, Consiglio, Crisafulli, Di Benedetto, Donegani, Messina, Piro, Samperi, Russo, amministratori e quadri tra i quali Enzo Napoli, coordinatore dell’esecutivo regionale. Franco Piro e’ stato designato portavoce dell’area. Messaggi di adesione sono pervenuti da Bruno Marziano, presidente della terza commissione Ars; dall’assessore regionale per il Territorio Maria Lo Bello, dal sottosegretario per la giustizia Giuseppe Berretta, dall’ex parlamentare Alessandra Siragusa. Un messaggio e’ stato inviato dall’ex parlamentare Pino Apprendi che, pur sottolineando la sua appartenenza all’area Letta, ha assicurato il proprio apporto per “battaglie comuni da condurre all’interno del Pd”. Presente ieri anche il deputato Fabrizio Ferrandelli.
Dal dibattito sono emerse alcune linee della nuova area: “Il Pd deve lavorare per rappresentare compiutamente il blocco sociale del rinnovamento in Sicilia, anche in termini di governo, superando l’odierna marginalita’”. Da questo punto di vista “e’ inaccettabile che non sia ancora stata avviata negli organismi alcuna discussione anche in vista della preparazione del congresso regionale. Occorre una radicale modifica nel modo di essere del Pd, che deve essere fondato sul rispetto delle regole, sul pieno funzionamento dei meccanismi democratici di partecipazione e di scelta, sulla chiarezza della linea politica”.
In questa direzione “va sciolto il nodo dei rapporti con Il Megafono”. Si deve prendere atto che alle recenti elezioni amministrative “esso si e’ configurato come un partito del tutto autonomo, spesso in contrapposizione al Pd e come tale deve essere considerato”. Soprattutto, il Pd deve avere una capacita’ di iniziativa progettuale che “lo renda centrale nello scenario politico regionale ma anche nella iniziativa di governo, superando l’attuale marginalita’. L’opportunita’ data dal governo del presidente Crocetta non puo’ essere sprecata, esso deve rappresentare compiutamente il blocco sociale del rinnovamento in Sicilia”. Ecco perche’ “non si chiede solo un rimpasto, ma il recupero di una dimensione politica del governo, piu’ rappresentativa delle forze politiche che lo sostengono e quindi piu’ capace di affrontare e superare positivamente i nodi strutturali della crisi siciliana”. Su questi temi si terra’ una iniziativa pubblica il 28 giugno a Palermo.
E’ venuta l’ora di rinnovare il PD? Quello che prima si chiamava PCI,poi PDS,poiDS,poi PD,ora ” Nuovo corso PD ” ? Film già visto! Se non cambiano gli Attori,si continuerà a frammentarsi e a cambiare nome all’infinito,prendendo in giro la gente! Non bastano più questi giochi ormai troppo scoperti da tutti! Il cambiamento è un’altra cosa!
da che mondo è mondo, i “nuovi corsi” nel PD servono solo a ricollocare correntiziamente i vecchi professionisti della politica che, se sono ancora qui dopo decenni e decenni è per la loro capacità adattarsi ai piccoli e grandi stravolgimenti. Detta pulita “mostrano la loro particolare capacità di interpretare le nuove istanze della politica e del proprio elettorato. Meno pulita, invece, suona come “annusato il vento che cambia, non si fanno problemi a mollare vecchi protettori e riferimenti, pur di mantenere una qualsiasi “onorevole” entrata da politico. Altro mestiere non saprebbero fare. La loro è una vocazione.