Riceviamo e pubblichiamo questo comunicato di Roberto Bellassai del Comitato per i diritti del Cittadino.
“Basta con la Monarchia e i suoi discendenti, siamo in Democrazia!
Nella Città di Noto il potere civile, in concorso con quello clericale, continuano a mistificare la realtà con i loro riti, colonizzando l’immaginario collettivo non solo simbolicamente.
Il primo, con la scusa del City Marketing, un neologismo linguistico che cambia il senso e il contenuto alle parole, calpesta i valori fondanti della Carta Costituzionale. Nel recente passato ha ricevuto il Duca Don Pedro, discendente dei Borboni, subito dopo il Principe di Monaco, riconoscendone i titoli nobiliari, facendo cerimonie, pranzi, cene, collocando targhe in metallo alla Porta Nazionale a spese della Città.
Mentre il secondo, pontificando con messe e quant’altro, ha contribuito ad alimentare in Città uno scenario dei “tempi che furono”.
Questi personaggi cacciati dall’Italia con la forza e mandati in esilio per tutti i misfatti e i massacri, soprattutto nei confronti del Sud Italia, rientrano dalla finestra, con tutti gli onori dei vari poteri costituiti, a causa di un Sindaco e di una Amministrazione che ci sembrano nei fatti politicamente non adeguati, di conseguenza smemorati storicamente.
Ora è la volta del Principe Emanuele Filiberto di Savoia che, secondo i tre quotidiani locali, La Sicilia, Il Giornale di Sicilia e La Gazzetta del Sud dell’11 Aprile c.a., arriverà a Noto il 14 Maggio in occasione dell’infiorata ed a riceverlo sarà il Sindaco di Noto, Corrado Bonfanti a nome della Città, aprendole la porta di Palazzo Ducezio per illustrare all’erede della casa Reale di Savoia le testimonianze dei propri antenati che sono in Città.
Sembra che il Monarca dovrebbe collocare una immagine votiva nella Chiesa della Cattedrale, con Santa Messa che sarà celebrata dal Vescovo di Noto, Mons. Staglianò, in presenza delle autorità civili e religiose.
Noi del Comitato per i Diritti del Cittadino diciamo “ basta “ a questi continui schiaffi e calpestii fatti ai processi storico culturali che vanno dalla Rivoluzione Francese, all’Unità d’Italia, quindi alla Resistenza Antifascista da cui è nata la Carta Costituzionale la quale nelle “Disposizioni Transitorie “ prevede che la Repubblica non riconosce i titoli nobiliari di nessuno!
Furono proprio i Savoia, alla richiesta del rientro in Italia dopo l’esilio, ad avere sottoscritto dei documenti con cui accettano il ruolo di semplici Cittadini sottoposti come tutti gli Italiani alle leggi della Repubblica, quindi non riusciamo a capire questo invito in pompa magna in cui si vuole riconoscere quest’altro Monarca da parte del Sindaco di Noto a nome della Città.
Non abbiamo nulla da obiettare che il Principe Emanuele Filiberto vada ai riti religiosi, invitiamo invece il Sindaco Bonfanti a disertare il rito religioso e ad invitare chi vuole e di fare visitare quello che vuole della Città ma a sue spese e senza fascia tricolore, perché non vogliamo che in Città i due poteri: potere civile e potere religioso oltre a mistificare la realtà continuino a ribaltare l’Etica Civile in Etica Religiosa, facendo piombare la Città in una visione Tolemaica!
Ricordiamo soprattutto al Sindaco Bonfanti che con la Monarchia e i monarchici, l’Italia ha chiuso i conti il 2 Giugno del 1946, quando al Referendum tra Repubblica e Monarchia, il Bel Paese scelse la Republica.
Roberto Bellassai
Comitato per i Diritti del Cittadino”
Ma il Sindaco della Città di Noto come fa a celebrare il 25 Aprile,la ricorrenza della liberazione dal nazifascismo ad opera della Resistenza Antifascista, se dopo qualche settimana dopo dovrà accogliere un discendente dei Savoia riconoscendogli istituzionalmente il titolo nobiliare,cosa non ammessa dalla Carta Costituzionale. Ma gli altri candidati a Sindaco al Comune di Noto,in particolare chi si pone come alternativa, cosa ne pensano di questa anomalia, che si ripete di continuo nella Città d’oro! Sono perchè continui il sonno della ragione,quindi la perdita della memoria,oppure voglione realmente dare il dovuto contributo per un reale risveglio politico e culturale per la Città? Vogliono esporsi pubblicamente su questa questione che non è per niente simbolica,oppure no!?
Io penso che Emanuele Filiberto non rappresenta un pericolo per nessuno.Negli ultimi anni purtroppo è diventata una “fissa” quella di far assare il messaggio che ricevere questi ex nobili sia un evento. Non si capisce quali fasti si possano rinverdire oggi. A caccarara si putissi riri “BUTTANISIMI” . La storia ha tanti aspetti e non si cancella, ma oggi alla stessa non aggiungono e non mettono nulla ne i Borbone ne i Savoia. L’errore di fondo è istituzionale , se viene in forma privata o invitato dai nostalgici non fa una grinza, se deve andare in Cattedrale che vada pure.Ma oggi Emanuele Filiberto non rappresenta niente oltre se stesso un personaggio di spettacolo da cronache rosa.Come ho avuto modo di dire dopo la ubriacatura di gazzosa Tomarchio a qualcuno è andato di traverso l’Amaro Averna. La campagna elettorale è a dir poco impazzita.
Daniele Manfredi
Ma i principi,il rispetto per chi ha versato il sangue per un pezzo di Carta, che ci permette ancora di parlare,di protestare,non ti sembrano dei buoni motivi per difendere realmente la compresenza dei vivi e dei morti,quindi la memoria storica. Il conformismo politico ha portato al qualunquismo,al degrado politico,di conseguenza sono portato a pensare che a Noto ci sono ancora delle individualità,che non si sono bevuti il cervello.