E’ proprio vero, a volte di “responsabilità” si può anche (s’intende politicamente) morire .
Il commissario straordinario liquidatore dell’Ato idrico, Ferdinando Buceti, poliziotto di grande esperienza nella lotta alla mafia, essendo stato impegnato per anni alla DIA, la Direzione Investigativa Antimafia, e stretto collaboratore dell’assessore regionale all’Energia, Niccolò Marino, anche da magistrato antimafia, nominato, in base alla legge regionale 2/2013 voluta dal governo Crocetta per sciogliere gli Ato e riportare alla gestione pubblica l’acqua, alla fine, proprio mettendo a frutto le sue qualità di investigatore, leggendo quelle carte che forse in molti hanno fatto finta di leggere, ha intimato a Sai8, quello che i cosiddetti sindaci “ribelli” vanno gridando da anni, ovvero, di presentare le copie del “contratto di finanziamento” per 14 milioni di euro, previsto per gli investimenti del Piano d’Ambito (le famose polizze fidejussorie), e pagare i circa 4 milioni di euro dei canoni annuali non pagati.
Il tutto entro il prossimo 28 giugno, pena la rescissione del contratto con il Consorzio Ato di Siracusa, e quindi il ritorno degli impianti ai dieci Comuni che a suo tempo – “responsabilmente” – li consegnarono al gestore privato, e un sospiro di sollievo per gli altri 11, guidati dal sindaco di Canicattini Bagni, Paolo Amenta, nella sua veste di vice presidente dell’Ato, che invece quegli impianti mai hanno voluto consegnare nelle mani di Sai8, accusata di inadempienze contrattuali, le stesse che adesso il commissario liquidatore sta richiedendo per, come lo stesso ha sottolineato, “applicare la legge“.
E ci voleva Buceti a dire “sto applicando la legge”? E tutti quelli che lo hanno preceduto? Presidenti, onorevoli, sindaci, consiglieri, comitati, referendari, movimentisti, sindacalisti, cittadini incazzati. Tutti intimoriti o scoraggiati dai soliti fantomatici poteri forti.
Un braccio di ferro che dura anni, tra il silenzio della politica siracusana che ha lasciato soli i sindaci ad affrontare questa battaglia a difesa dei loro cittadini, sia nelle aule del Tribunali Amministrativi così come nelle piazze.
In cambio, proprio nei giorni scorsi, hanno ricevuto una richiesta milionaria, sicuramente anche questa premiante l’accondiscendente condotta “responsabile” di alcuni, quale risarcimento danni da parte di Sai8 per circa 100 milioni di euro.
Ironia della sorte i “ribelli“, da oggi, con un clamoroso ribaltamento di campo, grazie al commissario Buceti, rischiano di diventare loro i veri “responsabili“.
E i precedenti responsabili ……….. ?
Fermo restando il termine fissato dal commissario Buceti, nel frattempo i sindaci non sono stati con le mani in mani, ed hanno chiesto al TAR, proprio per quelle inadempienze contestate, la dichiarazione di “inefficacia” del contratto e il ritorno, come previsto dal referendum e dalla legge regionale del governo Crocetta, alla gestione pubblica dell’acqua.
Sta di fatto, come dichiara il sindaco Paolo Amenta, nei giorni scorsi vittima di un fallito attentato nella sua abitazione, che i “sindaci non erano impazziti”!.