Che cos’è la ricerca nel campo dell’espressione artistica se non un basilare principio etico, un pensare dinamico, un potenziare e creare sempre nuova arte, nuova esistenza nel campo dell’arte, nel teatro, nella vita.
Questo principio etico ed espressivo, che contamina la vita,viene affermato e attraversato nel libro di Pippo Di Marca dal titolo: Sotto la tenda dell’avanguardia, un libro sul teatro di ricerca, sul teatro d’avanguardia, e direi, su un teatro nomade e di rivolta che cronologicamente va dal 1959 al 2011, pubblicato nella Collana “Altre Visioni“, dalla Casa Editrice Titivillus di Pisa, nel Novembre 2013.
Il volume di ben 325 pagine, corredato da locandine e foto di spettacoli teatrali, si apre con una dedica in memoria a Leo de Bernardis, a Carmelo Bene, e a tutti quelli che sotto la tenda sono passati e trapassati.
Nel primo capitolo si parla di Carmelo Bene, un pugliese trapiantato a Roma, che nel 1959 debutta al Teatro delle Arti con il Caligola di Albert Camus, e del suo teatro radicale, decostruttivo, creativo, di scrittura scenica, sconvolgente, rivoluzionario, utopico e del suo rapporto di rottura e di provocazione nei confronti del sistema politico, culturale e mediatico, quindi del Potere!
Nello stesso anno, un altro meridionale, un messinese, Carlo Quartucci, debutta sempre a Roma, al Teatro Brancaccio, con Aspettando Godot, di Samuel Beckett, in uno scenario teatrale nazionale dominato da Strehler, Visconti, Gasmman, Squarzina, cioè da un teatro di Stato, per dirla con Carmelo Bene.
Da qui l’esigenza di un “Nuovo Teatro“, anche dietro la spinta del Gruppo 63, di quell’Avanguardia letteraria, che organizzò un Convegno a Palermo e dal Convegno sul Teatro di Ivrea 67, sollecitato e voluto da tutta l’Avanguardia teatrale che in quel periodo fece un Appello a cui aderirono i maggiori ricercatori e avanguardisti sia del teatro che delle altre discipline artistiche, come ad esempio, Carmelo Bene, Leo de Bernardis, Marco Bellocchio, Liliana Cavani, Carlo Quartucci, Eduardo Fadini, Giuseppe Bartolucci, Franco Quadri, Luca Ronconi, Silvano Bussotti, Corrado Augias, e tanti altri.
In questo Documento si denunciava il monopolio dei Gruppi di potere teatrali in Italia, proponendo il rinnovo dei materiali linguistici, il superamento della Regia teatrale, la pratica dei laboratori e della sperimentazione, e si sosteneva che il teatro deve potere arrivare tramite la ricerca, l’interpretazione, la sperimentazione e la rappresentazione, alla contestazione assoluta e totale di ogni potere.
In questo libro si parla di incontri, di avvenimenti, di fatti, anche e soprattutto per il rapporto d’amicizia dell’Autore con Leo de Bernardis e Carmelo Bene, che Pippo Di Marca ama definire i suoi due “ FARI “ nel campo del teatro.
In una Roma divenuta fucina di tanti alchimisti del teatro di matrice libertaria, passa ad esempio, Il Living Theatre con Frankenstein, Antigone, Paradiso Nove, Robert Wilson con The Deafman Glance, Tadeusz Kantor con La classe morta, Jerzy Grotowski con Il Principe costante, Apocalypsis cum figreris, Pina Bausch e la sua Danza – Teatro, con Cafè Muller, Kontakthof e 1980, Nekrosius Eimuntas con le sue singolari interpretazioni di Shakespeare … Pippo Di Marca, catanese, ma trapiantato a Roma da giovanissimo, oltre ad essere un “ Regista “ di teatro non identificato minimamente con questo ruolo, è un attore di teatro di ricerca, che ha praticato e pratica un teatro che si contamina con tutte le forme espressive dell’arte, un “Operatore“ del teatro, direbbe Carmelo Bene, che ha attraversato tutta l’avanguardia teatrale in Italia, e non solo in Italia, che riconosce Lautrèamont e Duchamp, i suoi primi maestri letterari e artistici, maestri di ironia e di lucidità, come lui stesso li definisce.
Un “Operatore“ di teatro, che è stato l’artefice fondatore nel 1971, del Meta – Teatro, una Cantina a Campo dei Fiori, divenuta storica per tutti i Gruppi teatrali d’avanguardia sia Italiani che stranieri, che l’hanno frequentato rappresentando i loro lavori teatrali antisistema.
Pippo Di Marca debutta come attore nel 1969, con L’Imperatore della Cina, liberamente tratto dal romanzo di Georges Ribemont – Dessignes, al Teatro La Fede, insieme a Manuela Kusterman e Memè Perlini, con la Regia di Giancarlo Nanni, un testo quasi sconosciuto in Italia, che prefigura il teatro come performance, che denuncia l’idiozia umana, l’assurdità della guerra, dei morti ammazzati dalle guerre, dalla burocrazia, dalla Scienza, dal Potere, dalle Religioni.
Uno sberleffo dadaista, raccontato con una ironia dissacrante fino alla farsa, una risata sovversiva, anarchica, un lavoro teatrale da accostare all’UBU ROI, di Alfred Jarry, riportato sulla scena sempre da Pippo Di Marca sia come regista che come attore, nel 2009, al Teatro India di Roma. In precedenza era stato rappresentato solo una volta in Italia, nel 1920, da Antonio Giulio Bracaglia.
Sono infiniti i lavori rappresentati da Pippo Di Marca al Meta – Teatro e in altri Teatri Italiani e stranieri, liberamente interpretati da opere letterarie di autori, come ad esempio, Lautrèamont, Duchamp, Genet, Schakeaspeare, Bernhard, Kafka, Beckett, Yoyce, Manganelli, Strinberg, Sartre, Tomasi di Lampedusa, Matvejevic, Pirandello, Poe, Sanguineti, Bufalino, Bolàno, Carmelo Bene … solo per citarne alcuni.
Il linguaggio chiaro e semplice rende la lettura del libro molto scorrevole e piacevole, vengono narrati tutti gli avvenimenti cronologici dei vari gruppi teatrali e dei loro teatri,come ad esempio, Teatro Beat 72, Teatro Carmelo Bene, Meta – Teatro, La Fede, Teatro dei Satiri, Teatro dei 101, Dioniso Club, Teatro in Trastevere, Teatro La Comunità, Teatro del Leopardo, Teatro di Centocelle, Teatro Brancaccio, Teatro Aleph, … e tanti altri, ma anche dei vari Attori – Registi, tra cui Carmelo Bene, Lydia Mancinelli, Leo de Bernardis, Perla Peragallo, Luca Ronconi, Aldo Trionfo, Mario Missiroli, Eugenio Barba, Giancarlo Nanni, Manuela Kustermann, Carlo Quartucci, Carla Tatò, Claudio Remondi, Riccardo Caporossi, Giuliano Vasilicò, Carlo Cecchi, Memè Perlini, Pippo Di Marca, Mario Ricci, Antonio Calenda, Federico Tiezzi, Sandro Lombardi, Giorgio Barberio Corsetti, Simone Carella, che scandalizzavano nelle famose “ Cantine Romane “ , in Spazi occupati, Quartieri popolari, Librerie, Piazze, Università, Gallerie d’Arte, la Roma papalina – cattolico – borghese.
Pippo Di Marca ci parla anche dello spirito di Comunità che si stabiliva tra Gruppi e tra singoli Attori, della militanza teatrale, della qualità dei lavori, dei successi e degli insuccessi, degli Eventi e delle Epifanie teatrali, della critica positiva e negativa, dei loro flussi e riflussi, dei lutti, delle novità, dei nuovi propositi sia personali che collettivi, in una Roma che si apriva sotto certi aspetti a questo nuovo “ campo energetico “ dell’espressione artistica alternativa al potere.
Si era a prima e a dopo il Movimento politico del 1968 che portò “l’Immaginazione al potere“, demolendo, con le lotte politiche alternative, le manifestazioni pubbliche, con il dialogo, con l’analisi critica e la decostruzione politica – culturale, tutti quei pseudo valori culturali, cari al sistema borghese capitalista e clericale del tempo.
Dopo l’Avanguardia, la prima Avanguardia, sono nate altre forme d’Avanguardia, chiamate Neoavanguardia e Transavanguardia che mettono sempre sullo stesso piano tutte le forme di linguaggio, fondendo gesto, movimento, luce e parola, tra questi: Magazzini Criminali, Societas Raffaello Sanzio, La Gaia Scienza, Il Teatro Valdoca, Gli Artefatti, Gruppo Jarba, Mario Martone, Pippo Delbono, Emma Dante … Tra i più importanti critici teatrali del tempo che hanno scritto sul teatro d’Avanguardia e sui lavori teatrali dell’Autore del libro, Pippo Di Marca ci ricorda Maurizio Grande che Carmelo Bene definisce “la personalità critica (creativamente critica), più acuta degli ultimi cinquant’anni“, Franco Quadri, Angelo Maria Ripellino, Franco Cordelli, Jean Paul Manganaro, Giuseppe Bartolucci, Gioia Costa, Gianfranco Capitta, Titti Danese, Enzo Russo, Dante Cappelletti, Paolo Ruffini, Renato Nicolini, Luca Archibugi, Simone Nebbia … e tanti altri
Sotto la tenda dell’avanguardia è stato presentato nelle maggiori Città italiane, tra cui Catania,il 29 Maggio scorso, al Teatro Coppola da Nino Romeo del Gruppo Jarba, all’interno della tre giorni de “Il BENE NON COMUNE“ Omaggio a Carmelo Bene, dove il giorno successivo la Compagnia teatrale del Meta – Teatro e Pippo Di Marca hanno rappresentato ESSERE O NON ESSERE di Pippo Di Marca, liberamente tratto dal libro – intervista, Vita di Carmelo Bene,di Giancarlo Dotto.
Roberto Bellassai