E … come la storia insegna, dopo ogni tempesta ritorna il bel tempo!
Lo scandalo “Montada” lentamente si sgonfiò come un pallone forato … don Waldo continuò a soggiornare al residence “L’ultima speranza”, ma il suo colorito cereo stava scomparendo, facendo riaffiorare la ben nota abbronzatura … e riprese ogni mattina a presentarsi al suo ufficio per ricoprire la sua carica pubblica, senza utilizzare al momento la Mercedes 6400, adducendo non ben identificate noie al motore e riattivando la BMW 320 … rimaneva solo il fastidioso lamentio di Jacinto, il suo autista, a cui le iniziali incise sul deretano, non erano ancora ben cicatrizzate, e lo facevano soffrire terribilmente alla guida dell’auto.
I rapporti, con i suoi fedeli collaboratori, ritornarono ottimi, solo Juan Cerdo, il “cinghialotto”, mantenne, per un certo periodo, una certa freddezza nei suoi confronti.
L’ingegnere Pablo Tiburon invitò la madre ad un pranzo d’affari e quando giunsero al “secondo”: una profumatissima zuppa di pesce alla Manzanillese, iniziò, col tatto diplomatico di un Richelieu, a perorare la causa del “cognato” … prima accennando ad un’infanzia molto difficile … unico maschio con quattro sorelle … quindi allo stress per le troppe ore di lavoro ed infine la famosa sindrome di “Andreotti”: un misterioso morbo di origine europea che colpiva i politici, portandoli o ad aumentare di peso o a gettarsi sfrenatamente nel sesso e ancora non si conosceva una cura sicura con cui debellare il virus … si parlava però, con speranza del siero “Bunga-Bunga”.
Dona Isabel, succhiandosi le dita, che “affondava” con gusto nella zuppa, disse che ignorava questa sindrome europea, anzi pensava che fosse una tutta una“balla”, inventata dal figlio, per aiutare il cognato.
Pablo Tiburon sorvolò sull’allusione e concentrò la sua dialettica sul fatto che Waldo era, estremamente. importante nel suo ruolo di Alcalde per tutta la famiglia … oltre avergli fatto recuperare tutti i suoi crediti nei confronti dell’Amministrazione, senza permettere un attento esame delle casuali … e aver concesso la licenza per la costruzione di “Las Palafittas”e … qui sospese la frase, creando un’atmosfera da thriller … ultimamente aveva ripresentato e iniziato la discussione in Giunta, relativa al vecchio progetto sul terreno che il padre di dona Isabel aveva acquistato, anni prima, sul promontorio “La Tartaruga” con l’intenzione di costruirci una zona residenziale per ricchi borghesi, ma, una volta effettuati i primi sondaggi, si erano scoperti i resti di un’antica città della mitica civiltà Mafhi-Hosia, incappando nella legge nazionale 666/bis di salvaguardia culturale.
Alcuni accenni sulla civiltà Mafhi-Hosia.
“ Quando nel 1502 il capitano Consalvo Hinalga y Mycojones sbarcò sull’isola ebbe un pacifico contatto con una delegazione indigena che sul libro di bordo chiamò Mafhi-hosia … offrì loro perline colorate, tappi di bottiglia, gallette ammuffite, santini di Santa Filomena e di Santa Genoveffa ed un sacchetto di noccioli di ciliegie … e come scambio di regali indicò alcuni favolosi paramenti in oro e pietre preziose che adornavano il collo dei dignitari … gli indigeni annusarono le perline, masticarono i santini, parlottarono fra loro, poi sputarono per terra (il gesto fu interpretato, dagli spagnoli, beneaugurate … di grande apprezzamento) quindi si congedarono frettolosamente.
Il mattino seguente, gli spagnoli dal ponte della nave notarono una cinquantina di grandi canoe cariche di donne, bambini, vecchi e animali che si allontanavano, pagaiando velocemente dall’isola.
Non si ebbero più notizie dei favolosi Mafhi-Hosi.
Tuttavia, agli inizi degli anni ’90, il prof. Michel Cercaterra, di Lugano, sociologo ed archeologo di fama internazionale, dopo un attento ed accurato studio sui Mafhi-Hosi sviluppò una sua teoria, con annessa pubblicazione, secondo la quale la migrazione degli indigeni sulle cinquanta canoe, ad un certo punto del viaggio, si separasse in più tronconi … una ventina di esse entrarono nel Mediterraneo, raggiungendo l’isola di Sicilia, la quale dimostrò ottime caratteristiche per la loro sopravvivenza … un’altra decina prese terra sulle riva del Mar Caspio e dopo lunghe traversie raggiunse la città di Mosca … le rimanenti raggiunsero l’Oceano Indiano disperdendosi tra la Cina ed il Giappone, ove cambiarono nome, ma non le “usanze”.
In un recente colloquio, proseguì, avuto col cognato Waldo, questi aveva garantito che se, dona Isabel e sua moglie Ines, avessero perdonato quel suo attimo di debolezza (da loro interpretato male e frettolosamente) avrebbe dedicato tutto il suo impegno e garantendone l’ottima riuscita, per fare ottenere i permessi per la costruzione di una “Cittadella del Turismo e della Cultura”, sul terreno di famiglia bloccato dall’iniqua legge/666 bis … “Cittadella” che tutta l’Isola ci avrebbe invidiato, usufruendo anche degli speciali fondi internazionali del PCSVA (Paesi Che Si Vogliono Arricchire) … Dona Isabel si versò un ulteriore bicchiere di vino frizzante che aveva trovato molto gradevole, socchiuse gli occhi e si fece ripetere quell’ultima parte dal figlio Pablo … meditò, a lungo, sorseggiandolo … quindi, da buona cristiana, decise che il povero ragazzo, avendo lei riscontrato, dalle parole del figlio, un sincero pentimento, meritava sicuramente il perdono e un’altra possibilità.
Il pranzo si concluse, con una coreografica macedonia di frutti tropicali ed alcuni suggerimenti, da parte di Pablo, per il bene della sorella, che la madre trovò ineccepibili ed interessanti … infatti, pochi giorni dopo, Dona Ines partì per un viaggio di pellegrinaggio in Spagna, sul tracciato del “Camino de Santiago de Compostela” e al ritorno, sempre su consiglio della madre, si fermò a Biarritz, nella vicina Francia, presso la clinica del Prof. Jean-Claude Beauty, luminare in chirurgia estetica ed adorato dalle famiglie”molto facoltose” europee, per un particolare consulto.
Biba Montada fu assunta come manager alle pubblic-relations, dalla società a partecipazione Svizzera, che gestiva la vendita delle 48 villette del complesso “Las Palafittas” … scelta indovinata … la signorina Montada si presentava ai clienti indossando una divisa personalizzata, fatta disegnare appositamente dal celebre stilista Frou Frou, la quale era formata da due margherite in stoffa lucida color rosa confetto del diametro di 9 cm., sui cui petali si leggeva la scritta col nome del complesso e che unite da un anello formavano il reggiseno ed un’altra margherita del diametro di cm.11 , sempre della medesima stoffa e del medesimo colore, che fungeva da parte anteriore del “ tanga “ … le vendite, nel giro di un paio di mesi, decollarono vertiginosamente … e, al momento, rimanevano solo un paio di villette ancora in attesa di compratori.
In città lo scandalo era passato in secondo piano … i ragazzi del circolo “Lambada” avevano sostituito le “notti bianche”con le “veglie nere” … infatti le cupe previsioni diagnosticate da alcuni medici, sull’uso frequente della Lambada, si erano rivelate esatte con la dolorosa “dipartita” di una ventina di soci.
Il concorso indetto da radio “Tierra y Agua” s’era concluso dopo due settimane e aveva vinto “il parapetto” di Lili Prosperosa col 52% delle preferenze, molto avevano influito, sull’esito finale, le scollature abissali, con le quali la mulatta aveva passeggiato lungo il corso principale nell’ultima settimana, ma molti ascoltatori insinuarono che l’esito era stato manipolato.
Monsignore Benevolo Crocefissi, aveva prolungato il ritiro spirituale di un paio di settimane … era sprofondato nel misticismo più assoluto, senz’altro dovuto al prolungato digiuno e voleva partire per l’Africa Centrale e aprire una comunità missionaria per curare i lebbrosi … su richiesta urgente dei suoi collaboratori, fu convocato lo psicologo della diocesi, Edmundo Freid per tranquillizzare e riportare il santo uomo tra le braccia della Madre Chiesa e dei suoi fedeli.
Victorino Huelga continuò a vagare, per settimane, nei vicoli della città vecchia alla ricerca dei fantasmi di Lenin, Marx e Stalin, finche non fu fermato dalla polizia municipale e accusato di disturbo della quiete pubblica … dopo una notte passata in carcere fu riconsegnato alla famiglia con la diffida di tenerlo ben chiuso in casa … almeno la notte..
Daniel Esperancia, dopo le settimane di successo e divertimento letterario, si concesse una breve vacanza a Cancun assieme alla moglie Alexandra, non senza aver ribattezzato, in un ultimo articolo la bella Biba come: la RI-MONTADA.
Don Waldo ritornò alla sua favolosa villa, ancora vuota per il lungo pellegrinaggio della moglie e le noie al motore della Mercedes 6400 furono improvvisamente risolte … solo Jacinto continuava a lamentarsi per il fastidioso bruciore al deretano.