Al Consiglio Comunale del 19 Gennaio ho comunicato le mie dimissioni dal Gruppo Consiliare del Partito Democratico.
Si interrompe così un percorso importante, a volte esaltante altre volte meno. Ma comunque importante.
Nel suo ultimo comizio Corrado Bianca ebbe a dire che “Valvo, Frasca e Tiralongo saranno i pasdaran dell’Amministrazione. i guardiani, le sentinelle”.
Evidentemente ravvisava in noi le qualità della correttezza e della affidabilità sulle quali il Sindaco poteva fare sicuro affidamento.
Valvo e Frasca hanno sempre sostenuto il Sindaco anche, a volte, ingoiando bocconi amari.
Io meno.
Non certo per mancanza di correttezza e lealtà. Piuttosto perché ho interpretato l’essere guardiano e sentinella non nei confronti dell’Amministrazione tout court, ma in quanto espressione e attrice di valori e principi per me inalienabili. Convinto che in politica occorre un certo realismo ed un sano pragmatismo.
Grave errore, tuttavia, è restare prigionieri del realismo e del pragmatismo. Impantanati, chiusi in un limbo che poi oscura gli obiettivi, i percorsi e, soprattutto la finalità del cambiamento che una forza progressista non può non perseguire.
Il PD è rimasto impantanato. Ha perduto la sua identità. Si è legato mani e piedi alla attuale amministrazione finendo ad essere incapace di pensare altro, di pensare ad un cambiamento.
Non contro Bonfanti ma con lo stesso Bonfanti ma con una coalizione rinnovata, coerente per principi e valori, sgombra da personaggi e gruppi politici che, in questi anni sono entrati ed usciti dall’Amministrazione per mero e bieco opportunismo.
Un partito che si dimostra incapace di imporre una scelta, di far valere le ragioni che sono quelle della propria identità politica, non poteva ancora vedermi componente del suo gruppo consiliare.
Ancor di più avendo il PD tradito il patto che aveva stipulato con Rinnovamento: dopo l’approvazione del bilancio si sarebbe chiesto al sindaco di scegliere in modo chiaro, ponendo il principio che una coalizione con il movimento di Gennuso, Uniti per la Città e Patto per Noto, automaticamente ci escludeva.
E’ vano il tentativo di dimostrarmi le cose fatte dal Sindaco, l’attuazione del programma elettorale. Non ho mai sostenuto che Bonfanti non avesse lavorato. Ho detto sempre che nella sua sindacatura ci sono luci ed ombre. Ho posto un problema politico. Lo stesso che al rinnovo del Consiglio di Amministrazione dell’Aspecon mi ha costretto a prendere distanza dall’Amministrazione contestando l’uso delle poltrone per ottenere sostegno politico e, nel caso in specie, per far entrare surrettiziamente Patto per Noto, il movimento di Corrado Cultrera in maggioranza.
Un problema politico e un obiettivo politico: Una nuova politica e una nuova classe dirigente.
Le condizioni c’erano per realizzare questo sogno. L’opinione pubblica è cambiata. Apprezza il coraggio. Sente la necessità che si spazzi via un vecchio e bieco modo di fare politica.
Delusione, certo. Ma anche orgoglio di non essere solo a sentire questa necessità e di credere che qualcosa ancora possa cambiare.
Non è certo una resa. Assolutamente no. E’ l’inizio di un nuovo cammino. Non certo di testimonianza perché la sensibilità per quei valori e principi che ho cercato di rappresentare in Consiglio Comunale sono tante e peseranno.
Aldo Tiralongo Consigliere Comunale Rinnovamento per Noto
Apprezzo le parole di Aldo Tiralongo e la sua scelta. Lo scendere a patti con Gennuso ( che ha perfino imposto il suo braccio destro rosolinese all’Assessorato all’Urbanistica di Noto….) o adesso con Corrado Cultrera sono autogoal del Sindaco Bonfanti. Ognuno fa le sue scelte di campo.