“La notizia che la gestione del servizio idrico integrato dei comuni che avevano ceduto gli impianti alla SAI8 è stato ceduto in affitto dalla curatela fallimentare ad una società privata lascia sconcertati. Tante sono le perplessità circa il fondamento giuridico di questa scelta che, a parere di tanti, è assolutamente priva di agganci normativi.
Ma sono ancor di più le perplessità circa la gestione del servizio nell’interesse delle comunità coinvolte.
Certamente non sufficiente garanzia è la solidità del privato cui per un anno il servizio è dato in affitto, la società privata Aqualia di consolidata esperienza nel settore e ritenuta uno dei principali operatori a livello internazionale.
Infatti i dubbi non provengono dalle capacità e dalle tecnologie avanzate che la Aqualia potrà offrire. I dubbi sorgono per quanto riguarda la bollettazione e la carta dei servizi, aspetti che con la gestione SAI8 si sono dimostrati assolutamente vessatori nei confronti dei nostri concittadini: interruzione del servizio nel caso di morosità e bollette astronomiche.
La logica privatistica non potrà che prevalere.
Inoltre è un gravissimo passo indietro rispetto alle prospettive di restituire al pubblico la gestione dell’acqua.
Dopo un referendum, dopo l’avvio dell’iter legislativo regionale sull’acqua pubblica, la cessione ad una società privata del servizio è un paradosso e una inquietante retromarcia anche rispetto alle soluzioni che si appalesavano con il Commissario Buceti.
Si possono apprezzare le sensibilità della Curatela per evitare le drammatiche conseguenze per tutto l’indotto e per i lavoratori che sono travolti dal fallimento SAI8. Ma è anche vero che quella prospettata non è e non può essere l’unica soluzione possibile da accettare supinamente, a maggior ragione da parte di quei comuni che avevano consegnato gli impianti a SAI8, imprigionati per anni da una scellerata gestione ed ancora penalizzati dal loro stesso senso di responsabilità.
Occorre una chiara e forte presa di posizione da parte dei Sindaci dei comuni coinvolti per esprimere il proprio disappunto rispetto alla decisione della curatela per ripartire dalle prospettive intelligentemente indicate dal Commissario Buceti.
La mancanza di una legge regionale sull’acqua pubblica non può essere una giustificazione. D’altronde la prospettiva su cui stavano lavorando con Buceti si sviluppava già nelle more di una nuova normativa.
Non si può rimanere supini e subire una decisione dannosa e paradossale.
Si convochi immediatamente una riunione pubblica fra tutti i sindaci interessati, i consigli comunali siano chiamati ad esprimersi, per definire una strategia comune che eviti un ulteriore scempio al diritto che gli italiani hanno reclamato: l’acqua sia pubblica.”
Fin qui le dichiarazioni del consigliere comunale Aldo Tiralongo, non è dato sapere la posizione dei partiti, PD in testa, che compongono la maggioranza, per non parlare degli altri transumanti.