Un anno di emergenza Covid pesa per tutti; chi ha perso dei propri cari, chi si è ammalato, chi ha dovuto e deve ancora limitare le proprie attività, chi (operatori della sanità) ha dovuto e deve ancora addossarsi carichi di lavoro eccezionali.
Esistono però due categorie che in qualche modo si pongono – almeno da un punto di vista economico – agli estremi degli impatti: chi ha un reddito fisso (impiegati e pensionati) è stato (almeno finora) protetto dalle conseguenze del mutato modo di comportarsi; gli altri invece, chi più chi meno, hanno risentito, e spesso in maniera pesante, della nuova situazione: molta gente che viveva in maniera sufficientemente decorosa del proprio lavoro non riesce più a far fronte alle spese di tutti i giorni, a volte non riesce neanche più a dar da mangiare ai propri figli.
Per fortuna esistono associazioni e volontari che mettono a disposizione il loro tempo ed i loro sforzi per dare una mano per quanto possibile. Certo è difficile rivolgersi alla Caritas o ad altre associazioni analoghe, possiamo immaginare come si possa sentire chi è costretto a questo passo, a barattare la propria dignità con un aiuto, ma proprio la crescita del numero di persone che a questo sono costrette dalla situazione ci dà la misura del problema.
E allora il mio vuol essere un triplice appello:
A chi è in difficoltà, a non vergognarsi, non è colpa loro ma di questo virus maledetto;
A chi può, a contribuire con donazioni – piccole o grandi secondo la propria disponibilità – a chi cerca di alleviare le sofferenze di uno strato crescente della nostra comunità;
A chi sa e può creare opportunità di lavoro, ad impegnarsi con progetti ed iniziative che possano ridare dignità ai tanti che vogliono solo lavorare ed andare avanti con la propria famiglia in maniera decorosa e dignitosa.
Sesto Avolio