Un piccolo Museo dei primi del Novecento
“Tutto quello che c’è a questo mondo serve a qualcosa. Ecco per dire quel sasso li per esempio … ”
E’ un breve dialogo tra Gelsomina e l’acrobata, definito da tutti il Matto, nel famoso film “La Strada” di F. Fellini.
Per Enza Oddo, una donna aperta culturalmente, dallo spirito dinamico, che ha sempre sognato di creare dei piccoli Musei a Noto, che in passato con la sua Associazione Turistica Culturale “Fiducia“ , ha partecipato e fatto delle Mostre,come ad esempio, per gli Antichi Mestieri, ” La bottega del ricamo ” ,la Mostra su Walter Molino, di qualche anno fa, solo per citarne alcune.
Una donna instancabile nel raccogliere e collezionare Mobili, Quadri, Strumenti musicali, Macchine fotografiche, Registratori, Macchine da cucire, Proiettori per film, un piccolo Presepe dentro una Teca, Ritratti di famiglie del passato, Libri antichi, Manoscritti, Antichi disegni, Ferri da stiro antichi, Terrecotte decorate, Binocoli, Radio, Lumi, Pianoforti, Album di antichi disegni da ricamo, Vestiti da sposa del periodo 700 / 800, e tanti piccoli oggetti molto particolari, che stupiscono chi li osserva con la dovuta attenzione. Questo ed altro c’è in questo piccolo Museo dei primi del Novecento, che finalmente il 6 Settembre c.a. sarà fruibile al pubblico, nei bassi della propria abitazione, in Vico Brindisi n.36.
Per lei, che come il personaggio che interpreta il Matto nel film di Fellini, ogni piccola cosa ha un senso ed una sua importanza, oggetti che ha sempre raccolto che ha conservato e custodito, ( sarà stata la presenza della sua Nonna materna, con cui abitava sin da bambina, a trasmettegli l’amore per ciò che ha valore ) perchè dietro ogni oggetto c’è il lavoro dell’uomo, quindi la ” Memoria Storica ” , ad esempio, di un Artigiano, di un Musicista, di una Sarta, di una famiglia, di una Città, di un Popolo, ma anche di soggetti sconosciuti ai più, che la Storia non contempla, perchè sommersi, di conseguenza anche un piccolo Museo può contribuire a trasmette conoscenza, quindi valori culturali e sociali, in particolare alle nuove generazioni, ai giovani di oggi, che facilmente vengono distratti e spesso alienati a causa di certi Media, che promuovono modelli culturali in cui prevale quel diffuso consumismo come nuova ideologia, che ha prodotto un ” progresso senza cultura ” , per dirla con Pasolini .
Un piccolo “ Museo d’ombre “ , che sollecita in noi, la compresenza con il passato, con la “ memoria Storica “, non solo per gli oggetti in Mostra, ma soprattutto per chi li ha prodotti.
Roberto Bellassai