“Rassicuro la cittadinanza circa il funzionamento del depuratore di Calabernardo e i paventati rischi relativi al Covid-19. Il depuratore di Calabernardo assolve regolarmente al compito di separazione e trattamento dei fanghi prodotti a seguito del processo depurativo”. Queste le prime frasi del Sindaco (05/05/ 2020) nel rispondere alla nostra nota “Il depuratore di Calabernardo e Covid 19”(Evarconews del 04/05/2020).
Sorge quindi spontanea una domanda: se il depuratore di Calabernardo funziona come mai in data 31/12/2018 viene licenziata la delibera di giunta n.237 (firmata da Lei e dai suoi assessori) per un importo di 625.000 euro per interventi di manutenzione straordinaria dell’impianto di depurazione?
E’ certo che fino ad ora i lavori non sono stati appaltati e quindi nessuno intervento di quelli previsti è stato effettuato.
Ci vuole dire allora sig. Sindaco su cosa basa questa sua rassicurazione alla cittadinanza?
La verità è che l’impianto i Calabernardo non depura. E chi fa questa affermazione?
Ma lei, sig. Sindaco!
Infatti nella suddetta delibera leggiamo: “ Preso atto del pessimo stato di manutenzione delle opere civili e apparecchiature elettromeccaniche del depuratore di Calabernardo, l’Aspecon ha manifestato la necessità di procedere con un’adeguata Manutenzione Straordinaria al fine di ripristinare l’efficienza del processo biologico di depurazione per le portate oggi in arrivo”.
Quindi il processo biologico di depurazione non funziona. Cioè il cuore del depuratore di Calabernardo è fuori uso.
E se non funziona il processo biologico di depurazione, sig. Sindaco, ci vuole cortesemente spiegare cosa resta di un depuratore?
Ed ancora lei nella sua risposta afferma :”Lo smaltimento dei fanghi avviene periodicamente (circa ogni sei mesi) presso impianti autorizzati e l’ultimo, di circa 56 tonnellate, risale allo scorso 13 marzo 2020”.
Quindi Lei sostiene che i fanghi, risultato finale del processo depurativo, vengono asportati per poi essere inceneriti o compostati.
Non c’è bisogno di spiegazioni tecniche chiunque può vedere che nella vasca di stoccaggio (foto allegata), non vi è la benché minima ombra di fanghi.
Inoltre, sempre nella foto allegata, si nota che la rampa per il passaggio di mezzi adeguati alla raccolta e al trasporto dei fanghi è completamente invasa da un’alta vegetazione che testimonia il mancato passaggio di mezzi meccanici.
A questo punto sorge spontanea un’altra domanda: cosa viene prelevato e dove va a finire?
PASSIONE CIVILE in data 10/05/2020 ha chiesto, con una mail raccomandata (PEC) al Presidente dell’Aspecon (l’azienda che gestisce il depuratore di Calabernardo) dott. Paolo Giocastro, di poter accedere al depuratore, di prendere visione dello schema di funzionamento, del manuale operativo e del registro di carico dei fanghi.
Inoltre siamo certi che il dott. Giocastro, per rassicurare la popolazione, pubblicherà gli esiti delle analisi delle acque in uscita dal depuratore che si riversano nel fiume Asinaro.
Siamo in attesa di una sollecita ed esaustiva risposta…
PASSIONE CIVILE
Perfettamente d’accordo con quello che avete scritto. Non si comprende come mai , nonostante le denunce presentate da tanti cittadini sul malfunzionamento del depuratore di Calabernardo non siano ancora intervenute le autorità competenti per perseguire i responsabili di quello che è un vero e proprio disastro ambientale. Spero che voi finalmente possiate riuscire a sensibilizzare la magistratura.