Asfalto sulle antiche strade di Noto.
di Mario Alì.
Accade ancora oggi, camminando tra vicoli di pittorica bellezza nella nostra Città, assorti nei propri pensieri a contemplare scorci suggestivi, di essere storditi da un pugno nell’occhio: un manto di asfalto stirato a terra a mo’ di autostrada! È possibile?
È’ quello che è successo in via Ettore Fieramosca nello storico Pianazzo di Noto.
È possibile che tutt’oggi si asfaltano strade con la cupola della Chiesa del Crocifisso sullo sfondo, in una parte così bella del centro storico?
E non è finita: pare si stia per fare allo stesso modo nel quartiere della Macchina del ghiaccio in via Mandalá, l’ingresso più antico della Città.
Invece di ripristinare o di restaurare, ove ancora è stato conservato, l’originario acciottolato, lo imbrattiamo di asfalto!
Cose da pazzi autolesionisti!
Invece di migliorare e progredire verso un recupero dei quartieri e dei vicoli così come erano stati concepiti e realizzati, andiamo piuttosto indietro nel tempo. Consolidiamo, così facendo, lo scempio perpetrato nel secolo scorso con l’abbattimento di strutture e servizi urbanistici, come il lungo, alto e bellissimo acquedotto, il cosiddetto “Canali ” che conduceva l’acqua dal fiume Asinaro attraversando il quartiere dell’Acqua Veccia.
Fu la cancellazione di una testimonianza di genialità ingegneristica che avrebbe potuto impreziosire, affiancare e guidare, se mantenuto in piedi, lo sviluppo viario allora nascente.
Distruzione oramai irreversibile! E’ vero, ma salviamo il salvabile: l’aspetto scenografico dei quartieri storici.
Un gruppo di cittadini, trovandosi di fronte a quest’ennesimo sfregio, ha interessato la attuale Soprintendente, persona di particolare merito e professionalità, la quale ha chiesto spiegazione agli uffici tecnici locali: perché e come mai quell’asfalto in via Fieramosca?
Risposta: perché l’asfalto c’era già, lo abbiamo scarificato e rifatto a nuovo. Una normale manutenzione!
È come dire: gli scarichi fognari a cielo aperto che ci sono innumerevoli lungo l’argine del nostro fiume, fatti abusivamente a partire dagli anni settanta, ci sono e li lasciamo lì, ci facciamo la manutenzione, ci togliamo le frasche che sono cresciute davanti, con i soldi dati dalla Regione Siciliana per combattere il dissesto idrogeologico; in questo modo le acque nere e melmose sboccano e scorrono più liberamente nell’alveo del fiume.
È questa la mentalità di chi è preposto alla tutela dell’ambiente urbano? Questo il modo di ragionare e gestire il patrimonio della Città da parte degli Amministratori? Questa la lungimiranza politica?
Seconda risposta: architetti avveduti dell’ufficio tecnico comunale hanno fatto un sommario sondaggio presso gli abitanti per sapere cosa vogliono e cosa gradiscono, che tipo di intervento di manutenzione del pavimento stradale essi gradiscono.
Ecco svelato l’arcano: tavolini, ombrelloni, pedane, fioriere di cemento e quant’altro si voglia, spuntano da ogni parte lungo lo storico Cassaro di Noto perché gradiscono così gli abitanti del Corso Vittorio Emanuele, in pratica oramai solo commercianti!
Così è loro gradito l’odore di mare proveniente dal pesce fritto nelle cucine dei ristoratori!
Il gradimento aumenta il consenso politico, non certo fa il bene della Città e dei Cittadini.
Di fronte a questa sorta di risposte (che trovano giustificazione nel volere cercare infantili scuse per pararsi le spalle) il comune Cittadino potrebbe trovarsi spiazzato, disorientato ……gli vengono incontro le parole di Tobriner il quale con chiarezza afferma:
“… dalla mia prospettiva di storico dell’architettura che ha studiato Noto fin dagli anni ‘60, è importante considerare la città nella sua interezza e non in parti separate.
La pavimentazione della strada principale del centro storico, Corso Vittorio Emanuele, dovrebbe regolare lo standard di tutta la città come dal 18°-19° secolo. Il Piano Alto è un quartiere cruciale che definisce Noto come un centro storico con importanti edifici monumentali ed edifici tipici (in inglese “vernacular”) del Settecento e del Ottocento. La lastra di pietra lavica è una parte dell’esperienza storica tanto quanto i bellissimi edifici della città. Attraversando Noto, le pietre permettono sia alle macchine di rallentare oppure, quando si cammina, fanno pensare a dove si mettono i piedi. Questa azione di percepire letteralmente il passato rende più consapevoli di esso. È anche questo vedere e sentire il passato urbano che rende Noto così speciale. Io credo che il passato fisico di Noto dovrebbe essere salvaguardato e prima che qualsiasi tipo di asfalto venga applicato sulle strade del Centro Storico, la decisione dovrebbe essere considerata con estrema attenzione..”
Le parole di Tobriner indicano con autorevolezza la salvaguardia della pavimentazione di Noto che è Giardino di Pietra, perché Balconi, palazzi, facciate, tetti stanno tutt’attorno e davanti ai nostri occhi, e anche perché sotto i nostri piedi avvertiamo Basole sconnesse, le pietre discontinue dell’acciottolato!
Chi non è predisposto a muoversi tra questi “impacci”, non ama vivere a Noto!
E non ci sono sondaggi di gradimento che possono sostenere un cambiamento della veste della nostra Città.
Gli abitanti perderebbero le proprie Origini, e con esse l’identità, la storia, la cultura, e con esse la possibilità di una economia a misura di uomo.
Chi ama la nostra Città, vuole sicuramente che sia salvaguardato il ciottolato nei quartieri.
Il lavoratore che l’indomani deve riprendere la sua quotidiana fatica, desidera il riposo in una casa all’interno di un quartiere tranquillo! Non scorribande di motorini rumorosi che a velocità sfrecciano su un manto di asfalto.
Forse Egli non se ne rende conto ma la qualità della sua salute fisica e mentale dipende anche da tutto questo!
È così per l’anziano che abita in quei vicoli:
il suo camminamento è sicuramente più prudente quando sa di dover procedere tra i ciottoli, come d’altronde è stato per secoli e secoli.
Anche se non lo sa, l’artrosi e l’invecchiamento sono rallentati dal camminare sui ciottoli che danno uno stimolo trofico alle sue articolazioni e al mantenimento dell’equilibrio.
E il giovane che se ne fa delle Pietre? Può affrontare la sua sussistenza in mezzo alle pietre del suo quartiere? È meglio che prende il treno o l’aereo?
Sì, anche se Lui non lo sa, queste sacre pietre costituiscono un patrimonio non indifferente di lavoro e di ottima sussistenza, un patrimonio che i loro Antenati con fatica e con parsimonia hanno piano piano messo in piedi.
Sono un patrimonio a cui i Giovani possono attingere, a patto che queste pietre siano riorganizzate, ricomposte nella originaria armonia e bellezza!
Quindi scuole di formazione, laboratori di artigianato, officine, cooperative o piccole imprese di restauro verrebbero incentivate…..alt! Alt!
Incentivate da chi?
Dal Politico capace di elaborare progetti per il futuro dei nostri figli e di ricercare idonei Fondi per attuarli.
Dal Politico che abbia la fantasia politica o, se non ce l’ha, abbia la volontà di farsi aiutare dalle professionalità idonee, dai concorsi di idee, dal dialogo costruttivo con il Cittadino.
Dal Politico che abbia una visione urbanistica complessiva della nostra Città, di come il Cittadino possa muoversi, lavorare, vivere e godere di sicurezza antisismica, di assistenza sanitaria, di elevazione culturale e morale.
Non politici che fanno sondaggi per vedere dove soffia il vento, lanciano continui messaggi di immagine mediatica, sono in continua campagna elettorale, fanno ripetute manovre di governo al solo scopo di accrescere il consenso clientelare.
Non possiamo girare qua e là con il lanternino di Diogene a cercare un Politico che non si trova! Dovrebbe già esserci, da qualche parte della nostra città, già pronto e imminente, un Politico e soprattutto una Politica così fatta!
Pensate che ci sia?
Mario Alì
Caro Mario, la passionaccia del nostro sindaco per l’asfalto continua. Era il 2016 e scrivevo questo: http://www.evarconews.it/la-passione-per-lasfalto-e-lo-strano-caso-del-dottor-jekyll/
Caro Mario,ai Tecnici e ai Politici di Noto manca totalmente il dovuto gusto,di conseguenza deturpano,perchè non riescono a fare diversamente. Parlano di Bellezza ad ogni incontro pubblico,ma ne parlano solo per gonfiarsi,per darsi un tono,che poi è tipico di una parte dei Notinesi. Eppure esiste un Piano Estetico che permetterebbe di stabilire regole soprattutto nel Centro Storico,ma sia il Sindaco che la sua Amministrazione non hanno mai avuto il coraggio politico di applicarlo. Noto è piena di Ingegneri e di Architetti,ma solo sulla carta,perchè è come se abitassero altrove.