E’ bastato dare tempo al tempo perché la già avviata campagna elettorale, mostrasse il reale volto dei prodotti di 5 anni di un’amministrazione segnata dall’affannata ricerca di visibilità e potere personale. Ecco che il “totocandidature” tira fuori nomi e cognomi di alcuni di quei personaggi chiave del quinquennio, che più che al Progetto Noto, sono stati dediti al Progetto Poltrona!
Improvvisamente, dopo anni di collaborazione alle volte a tutti i costi e con chiunque, il Sindaco Bonfanti per taluni suoi alleati portati agli onori della cronaca e della visibilità da lui stesso forse anche con un pizzico di ingenuità, non è più l’uomo giusto per continuare l’opera. Qualche pasto è risultato forse indigesto e i mal di pancia sono di sorpresa diffusi.
In perfetta coerenza e continuità con una politica fatta di eventi ed effimero, si susseguono dichiarazioni avvincenti e slogan banalmente entusiasmanti e facilmente condivisibili, ma senza dare alcuna garanzia pratica di attuazione poiché questa non attiene alle belle parole ma unicamente alla persona che le pronuncia. La credibilità è altra cosa e non tutti possono permettersi di dare le opportune garanzie ai propri bei proclami.
Nel caos più generale di quel fenomeno che in molti hanno definito “candidite”, la necessità di stupire e non apparire uno dei tanti confondendosi tra la massa, ha costretto molti ad alzare la posta anche con le proposte più fantasiose talvolta pescate qua e là per il web e che poco occorrono per soddisfare pienamente i bisogni e le aspettative di una Città che può e merita di viaggiare con altra velocità.
Così, quasi per magia, il problema del lavoro sembra già essere stato risolto e non essere più attuale e pregnante; d’un colpo sono svaniti i bisogni delle famiglie per arrivare a fine mese, la frustrazione dei tanti che lo hanno perso, la disoccupazione giovanile e la fuga dei giovani e meno giovani verso altri lidi dove è possibile avere opportunità specifiche per esprimere le proprie abilità e dare sfogo alle proprie passioni.
Il lavoro deve necessariamente ritrovare la sua centralità, occorre tornare coi piedi per terra e dire ai netini quali siano gli strumenti che verranno messi in campo per creare nuove opportunità lavorative e soprattutto fornire le giuste garanzie per l’attuazione di ogni programma.
L’assistenzialismo non è l’unica soluzione, ma solamente uno strumento da mettere in campo dopo aver cercato veramente di mettere in moto l’economia locale a tutti i settori, da usare dunque solamente per aiutare coloro che nonostante tutto, hanno ancora bisogno d’aiuto.
La stessa macchina delle cooperative fatta per illudere il disoccupato rassegnato e costringerlo a mansioni che poco hanno a che fare con le effettive capacità lavorative, non può essere la panacea di un male tanto diffuso e spietato, ancor più se viene messa in campo per strumentalizzazione politica del bisogno e della disperazione.
Il lavoro si crea con un’amministrazione pronta e disponibile attenta ai bisogni reali, che non distingue tra figli e figliastri, che collabori anche con l’investitore privato, che faccia si che la burocrazia sia chiara, snella e con regole certe e condivise, che sappia produrre progetti finanziabili che creino opportunità di lavoro attingendo ai finanziamenti europei ad esempio, piuttosto che ai mutui che gravano sulle spalle dei cittadini e sulle future generazioni.
E’ sul lavoro che occorre gettare le fondamenta della Noto che verrà e che potrà competere a testa alta nel mondo senza alcun compromesso.
Noto, lì 19/02/2016
Corrado Greco
Coordinatore del Movimento Noto Nostra