Il Piano Regolatore Generale altro non è che uno strumento tecnico elaborato da tecnici che concretizza in norme, regolamenti e progetti, le aspettative di crescita, sviluppo, valorizzazione e recupero di una comunità rappresentata dalla propria classe politica che ne detta i principi guida.
Dunque, il P.R.G. è prima di tutto, espressione tecnica della politica.
Alla luce però di uno dei primi incontri indetti da questa amministrazione e destinati alla trattazione del nascente strumento di pianificazione, poco chiari sono apparsi gli intenti politici celati dietro una serie di slides e tanti buoni propositi progettuali che comunque rischiano di rimanere solo su carta o su schermo, ovvero pura utopia.
Dietro i soliti tormentoni di valorizzazione, sviluppo e tutela, non è chiaro cosa questa amministrazione intenda realmente attuare.
Visti gli esiti della politica “bonfantiana” condotta a braccetto col PD e con i rappresentanti più fanatici e quasi estremisti di ambientalisti e conservatori di vario genere, la paura si insinua facilmente ed inesorabilmente nelle menti di tutte quelle “categorie produttive” netine che non vivendo di sola cultura e turismo, piuttosto che di cooperative, associazioni ed incarichi diretti dei più creativi, rischiano seriamente dopo la mortificazione già subita in questi anni, di ricevere l’estrema unzione.
Al di là dell’ingessatura del territorio e la castrazione di numerose iniziative imprenditoriali anche volte al turismo stesso, con particolare riferimento a quelle del comparto edile, c’è veramente da chiedersi quali siano i veri obiettivi politici che si vogliono raggiungere.
A proposito di valorizzazione del centro storico, non è ancora chiaro cosa con questo si voglia intendere, in quanto non sono state date al sottoscritto chiarimenti adeguati a proposito di destinazioni d’uso possibili ad esempio, tosto che talune potrebbero più che valorizzare l’esistente, recare ulteriore degrado o sovraccarico di aree urbane già pesantemente turbate da certe scelte amministrative. Eppure, senza chiarire quali potranno essere tipologie e “numeri” del centro storico, si assicura che già il piano dei parcheggi e i servizi connessi son pronti.
In periferia si tappano i buchi a forza di aree verdi e percorsi pedonali come se l’esperienza non avesse insegnato che occorre ben altro per far rinascere questi ambiti urbani e stimolarne il recupero. Col parco lineare lungo il fiume Asinaro verso i “tre ponti”, si dribbla il problema dell’abusivismo edilizio che intralcia progetti ben più completi, efficaci e nobili.
Il fumo più denso nasconde gli intenti nelle zone costiere di Lido di Noto e Calabernardo dove comprendere le tipologie progettuali e le destinazioni d’uso è l’ultimo dei problemi in una zona per la quale nulla di convincente è stato detto a proposito di protezione della costa, dotazione di servizi anche essenziali, piani di utilizzo del demanio marittimo e reali occasioni di investimento, valorizzazione e sviluppo sociale, turistico ed economico.
L’incontro di venerdì 16 corrente mese ha fatto intravedere a quale tipo di elettorato questo Piano è rivolto. E’ lo strumento urbanistico del PD, del cieco e contraddittorio ambientalismo e dei conservatori più miopi ed egoisti, di coloro ai quali piace parlare di valorizzazione del centro storico ma si oppongono a tutte quelle iniziative diverse dall’uso residenziale propriamente detto, che auspicano alle fonti rinnovabili ma non accettano gli strumenti e gli impianti che le producono, che parlano di imprenditoria ma son sempre pronti alle barricate, che promuovono lo sviluppo delle zone agricole ma non vogliono serre e capannoni, che piuttosto che pretendere maggiore controllo, han promosso e ottenuto la variante del vigente P.R.G. nelle zone agricole convinti di poter tutelare il territorio, ma non si preoccupano degli abusi e degli scempi in pieno centro dove impazzano i cantieri abusivi ed approfittando dell’assoluta mancanza di opportuna vigilanza, chiunque si è sentito in diritto di agire su immobili storici senza alcun Titolo Edilizio, senza supervisione di tecnici competenti e ricorrendo a manodopera in nero di dubbia esperienza piuttosto che imprese capaci, organizzate ed in regola.
E’ ovviamente giusto che l’obiettivo cui auspicare sia il giusto equilibrio tra tutela e sviluppo. Mi rivolgo anche a chi oggi cavalca l’idea di poter rappresentare l’alternativa politica ma cade ben lontano dall’albero cui è stato appeso fino a pochi giorni fa, e recentemente avanza l’idea di permettere a coloro i quali dovessero essere in difficoltà col pagamento delle tasse, di estinguere i propri debiti improvvisandosi in lavori di pubblica utilità. A lui suggerisco che piuttosto si cerchi di attuare una politica seria e realistica, non fatta di solo assistenzialismo e clientela, ma di tasse meno esose e vero sviluppo così che i più possano trovare facilmente lavoro in base alle proprie aspettative e capacità, e pagare le tasse senza compromesso alcuno, lasciando fare quei lavori di pubblica utilità a coloro che hanno realmente competenza poiché Noto non ha bisogno di improvvisatori dell’ultima ora.
Alla luce di quanto visto e subito in questi quatro anni e mezzo circa, sentite le premesse, facendomi portavoce di tutte quelle “categorie produttive” che non vivono di solo “effimero”, chiedo al Sindaco Bonfanti e ai suoi presenti e futuri sostenitori, se dobbiamo prepararci a chiudere i nostri studi, le nostre imprese e i nostri esercizi commerciali, poiché pare che non siamo i benvenuti.
Corrado Greco
Coordinatore del Movimento Noto Nostra
Concordo pienamente con ll dott Greco. Lo sviluppo di questa città non può fermarsi solo al corso dalla Porta reale a piazza 16 maggio ma va molto al di la e comprende tutto il territorio con l’immensa ricchezza di cui è il contenitore trascurato, il quale non può essere imprigionato da una velleitaria conservazione , ma deve dare spazio di vita ,di sviluppo senza essere violentato. Il turismo è vita espansione, ricezione e non solo luogo da guardare.