Inquietanti le dichiarazioni virgolettate della consigliera Pennavaria, specialmente se non supportate da atti documentali, apparse sul Giornale di Sicilia a firma del giornalista Vincenzo Rosana sull’operato dell’assessore al turismo del comune di Noto che sembra, a detta dell’esponente di “Patto per Noto – Udc” , ha disconosciuto completamente la legge 142, il decreto leg. 29/93, la 388/2000 e molta giurisprudenza consolidata.
Accuse molto gravi e pesanti che hanno rilevanza sia politica che amministrativa.
Infatti anche gli sprovveduti conoscono il principio di separazione tra sfera politica e sfera gestionale ed, in particolar modo, tra attività di indirizzo e controllo e quella di gestione.
Una riforma, introdotta dalle leggi succitate, finalizzata a rendere la Pubblica Amministrazione italiana più efficace ed efficiente, ma anche più trasparente, e che ha gradualmente ridotto, sin quasi all’eliminazione, ogni competenza gestionale in capo all’organo politico, nel presupposto che le decisioni sui casi concreti debbano essere adottate in piena autonomia dagli organi tecnici.
La legge sancisce la distinzione tra politica e gestione precisando che, in base ad essa: “spettano ai dirigenti tutti i compiti, compresa l’adozione di atti che impegnano l’amministrazione verso l’esterno, che la legge o lo statuto non riservino espressamente agli organi di governo dell’Ente” affermando tra l’altro che: “gli organi di governo definiscono gli obiettivi ed i programmi da attuare e verificano la rispondenza dei risultati della gestione amministrativa alle direttive generali impartite”.
Pertanto è ormai pacifico affermare che la giurisprudenza riserva ai dirigenti (responsabili della gestione e dei relativi risultati) “la gestione finanziaria tecnica e amministrativa, compresa l’adozione di tutti gli atti che impegnano l’Amministrazione verso l’esterno, mediante autonomi poteri di spesa, di organizzazione delle risorse umane, strumentali e di controllo”.
Gravi sembrano, nel rispetto del principio di legalità, le dichiarazioni rese dal Consigliere Pennavaria che qui riportiamo: “gravi fatti d’interferenza dell’assessore Frankie Terranova nella gestione di denaro pubblico attraverso il dirigente del settore turismo e sull’impiego di personale dipendente del Comune per fini privati”.
Ed ancora : “La condotta dell’assessore Terranova che, con il compiacente assenso del dirigente di settore, si è permesso di pattuire costi e definire importi di acquisto di spettacoli di piazza con ditte estranee a Comune e Città – sono parole di Veronica Pennavaria – merita di essere approfondita”.
“Nessuno assessore può permettersi impunemente di gestire i soldi dei cittadini concordando direttamente gli acquisti del comune, e in barba alle leggi che delegano espressamente il dirigente di settore ad ogni atto. Così come nessun dirigente può tollerare e sottacere le suddette interferenze che evidenziano una grave anomalia gestionale della politica che si sostituisce ai funzionari nella gestione del denaro pubblico”.
La risposta del Sindaco non si è fatta attendere: “Il consigliere Pennavaria contesta la commistione tra azione politica e azione amministrativa. Nulla da obiettare tuttavia molto spesso nella pratica quotidiana queste due attività s’intrecciano: si parla di scelta degli spettacoli, ma anche di somme da spendere. Sotto l’aspetto formale assicuro il consigliere che vigilerò personalmente, mentre sotto l’aspetto sostanziale e appena il caso di ricordare che qualsiasi atto segue un regolare iter amministrativo. L’attività di controllo della Pennavaria – ha dichiarato il sindaco – mi soddisfa, ma non enfatizzerei più di tanto il caso”.
Personalmente non giudico l’assessore al turismo così sprovveduto da scivolare sulla classica buccia di banana
Vi informeremo sugli sviluppi del caso.
Carmelo Filingeri (Evarco)