Sicuramente il mio intervento non potrà dare una risposta esaustiva a quest’immenso nuovo mondo che amplifica enormemente il concetto di Cultura, tradizionalmente relegata nel sapere colto.
In più, in questo inedito complesso patrimonio culturale s’intravede un potente strumento di sviluppo economico, direttamente correlato alla programmazione turistica, diciamo anzi che per il futuro ne rappresenterà il nutrimento.
Cosa sono di fatto i Beni Immateriali che, per inciso, non coincidono con i beni immateriali in senso giuridico?
Sarebbe sbagliata l’idea di stereotiparli in un’ elencazione, anche perché non avrebbe né inizio né fine: il bene immateriale si percepisce solamente, ci ricorda una storia, un vissuto, una necessità del passato e anche del presente, in generale, ci ricorda un’emozione.
Semmai ci si può riferire ad una gerarchia, ad es. Il barocco di Noto ci rappresenta nel mondo..ecc., ecc.
Il Bene immateriale è strettamente legato al nostro bagaglio culturale, ci avvolge costantemente e lo riscontriamo ovunque posiamo la nostra attenzione, soprattutto in contesti storici e fortemente caratterizzati dalla presenza dell’uomo.
Questo è un dato fantastico perché ci permette di scriverne anche la storia e di catalogarlo, descrivendone bellezza, uso, ecc. tutelandolo.
In sintesi possiamo affermare che esso è tutto ciò che attiene all’invenzione umana nell‘ intento di migliorarsi e progredire sempre di più, in arte, scienza, e tecnologie.
Se approfondiamo l’osservazione con alcuni esempi è possibile scoprire peculiarità che ci fanno comprendere come la gestione dei beni immateriali possa essere anche fonte di possibili economie. Alcuni anni passati, alla fiera di Testa dell’Acqua, una famigliola contadina aveva riprodotto gli antichi canestri, realizzati in steli di grano, rimasi veramente emozionato rivedendoli tanto che pensai di documentarli fotografandoli (foto).
Chi come me ha vissuto il trapasso dal mondo antico al moderno si ricorderà che nelle famiglie contadine, soprattutto i canestri, si realizzavano ordinariamente ad opera delle massaie, tipico era il contenitore per il pane!
E’ ipotizzabile che un oggetto simile possa essere dimenticato? Penso proprio di no!
Questo è un oggetto eterno, che proviene dal profondo della storia, presente per secoli in tutte le case, quindi va recuperato e riproposto per proseguire il suo cammino per le generazioni future, certo di non temere confronti con il design moderno più raffinato, e brillare nelle case moderne e più di avanguardia. Il sapere delle mani che hanno prodotto questi oggetti, come tanti altri oggetti, va tutelato: questo è un bene immateriale!
Se poi tali oggetti fossero veicolati nel mercato, potrebbero costituire un sicuro volano economico.
Sono questi gli oggetti che i turisti dovrebbero e che vorrebbero incontrare a Noto, al posto delle orripilanti e tristi calamite e schifezze varie!
Nell’ottobre del 2016 la Sicilia ospiterà il terzo Festival del patrimonio immateriale Unesco.
Grande evento! Noto per due giorni degli otto previsti per tutta la Sicilia sarà alla ribalta mondiale e avrà su di essa puntati i riflettori da tutto il mondo.
Sorge spontanea la domanda: cosa offriremo in più agli ospiti e al mondo, oltre le facciate barocche? Per me la città potrebbe giocarsi qualcosa di magico.
Penso al recupero dell’antica fiera del dieci agosto davanti al Crocifisso, dedicata all’artigianato, ai designer dell’autoproduzione, convocati per produrre e vendere i loro oggetti davanti al pubblico nella piazza del Crocifisso…. Non dimentichiamoci che questo evento sarà il banco di prova delle nuova amministrazione
Pietro Giannone