Squadra e Compasso – Massoneria e Politica a Noto, dall’Unità d’Italia all’avvento del fascismo.
E’ il titolo di un piccolo libro di 60 pagine scritto da Enzo Papa, pubblicato da Tipheret, del Gruppo Editoriale Bonanno, nella Collana Punto Luce.
Squadra e Compasso sono dei simboli della Massoneria, che al di là del simbolismo estetico che è rappresentato anche dalle facciate dei Palazzi settecenteschi di Noto, si potrebbe dire, che sono solo delle maschere politiche dei gattopardi e poi dei borghesi alla Sedara, un loro doppio, quindi un prolungamento che rappresentava il loro potere economico e politico, di controllo e di sfruttamento della classe lavoratrice.
L’Autore, Enzo Papa, uno scrittore e un saggista di scuola sciasciana, dopo la pubblicazione de “La Città dei fratelli”, infinite volte ristampato, e “Nel nome dell’Italia – Il delitto Mirmina”.
Due libri che riguardano la Storia della Città di Noto, dall’unità d’Italia al primo periodo Repubblicano. Il libro si apre con la fine del Regno delle due Sicilie, che insieme al Regno di Sardegna il 17 Marzo del 1861 diventa Regno d’Italia, che segna la fine dell’oligarchia aristocratica di Noto e l’emergere di una borghesia molto lontana dai reali Lumi.
Infatti, nonostante l’Unità d’Italia, a Noto sono sempre i rappresentanti delle famiglie aristocratiche a diventare oltre che Governatore del Distretto di Noto, come ad esempio, Di Lorenzo Giuseppe Borgia, Marchese del Castelluccio, che viene proclamato da Garibaldi, fanno i Sindaci, gli Assessori, i Consiglieri Comunali i Consiglieri Provinciali, ma anche i Deputati e i Ministri, tra i Deputati, che poi è diventato anche Ministro spicca l’Avv. Matteo Raeli, un Massone, che diventa anche capo dei liberali di destra, che mediava con i vecchi gattopardi e il Clero, che si dividevano la gestione del potere della Città e del suo territorio con i Di Lorenzo Borgia, i Nicolaci, gli Impellizzeri, i Landolina, tutti Massoni, a cui si alternavano i borghesi democratici liberali, che si dividevano in moderati e anticlericali, che venivano chiamati, il Partito dei Neri, anch’essi Massoni, di cui uno dei massimi rappresentanti era l’Ing. Sergio Sallicano, che viene eletto quattro volte Sindaco dal 1896 al 1911, mentre uno dei suoi figli, l’Avv. Corrado Sallicano, anche lui viene eletto Sindaco più volte, come democratico liberale, attraversando storicamente il periodo prima del fascismo, durante il fascismo come Podestà, e dopo il fascismo come Repubblicano, mentre il Partito dei Bianchi è formato dalle vecchie famiglie aristocratiche e in un secondo tempo anche da una formazione di laici – cattolici organizzata e guidata dal Vescovo Giovanni Blandini.
Nel 1902 viene fondato a Noto il Circolo Socialista, da Ugo De Fecondo e Corrado Geniale, che poi diventa Partito Socialista, insieme a una Lega dei lavoratori, a cu i si iscrivono Braccianti, Contadini, Edili, Artigiani, e dopo qualche anno pubblicano un settimanale dal titolo: “ Il Proletario “ , che diviene l’organo della Lega, che propaganda le idee Socialiste.
Nel “ biennio rosso “ , 1919, 1920, che rappresenta l’avanzata politica del Partito Socialista in tutta Italia, il clima politico a Noto si infiamma, per l’attività politica del Deputato Socialista Vincenzo Vacirca, e soprattutto per Luigi Di Matteo, un Anarchico Socialista, che apre nel centralissimo Corso Vittorio Emanuele, (Piazzetta Immacolata), poi Piazza 3 Ottobre, una Camera del Lavoro, che ospitava al proprio interno sia la sede della Sezione Socialista unitaria, che quella del Gruppo Anarchico e della Biblioteca popolare “ Mario Rapisardi “.
Costituisce una Lega Contadina, con a capo il Socialista Paolo Mirmina, che diventa un punto di riferimento del movimento per l’occupazione delle terre nella Sicilia Orientale. Organizza Conferenze, scioperi, manifestazioni, Comizi, apre due Circoli, l’Andrea Costa e il Circolo del Libero Pensiero Giordano Bruno, per preparare la campagna elettorale delle elezioni a Sindaco del 17 Ottobre 1920.
Ed è Domenica 3 Ottobre 1920, che dei delinquenti abituali comandati dalla borghesia netina, uccidono a colpi di pistola il capo della Lega, il Socialista Paolo Mirmina, dopo avere impedito il comizio dell’On. Vincenzo Vacirca, un Socialista senza peli sulla lingua, che operava politicamente in tutta la zona, e che con i suoi comizi “incendiava“ le Piazze, di conseguenza era molto temuto dagli avversari, perchè era successo ad Avola, che con i suoi Comizi il Partito Socialista era andato al Governo della Città.
Vengono accusati del delitto, Francesco Sgandurra, “capo della squadra elettorale” dei Sallicano, in concorso con Giuseppe Gallitto, Luciano Prato ed altri, insieme al mandante dell’omicidio, che secondo l’On. Vacirca, che presentò la denuncia, era Giantommaso Sallicano, che poi era la vera anima politica della famiglia, stando alle cronache del tempo.
Al processo fu ribaltata l’accusa con un Dossier che si presume falso, presentato dal Ministro fascista, Avv. Gabriello Carnazza, amico dei Sallicano, con cui la Magistratura scagionò gli imputati del delitto.
Il delitto del Socialista capo Lega Paolo Mirmina, rimase impunito: “Conosco quella storia di mala giustizia” . Meriterebbe di essere scritta …” disse Leonardo Sciascia passando da Noto, nella Piazzetta 3 Ottobre, davanti alla lapide che ricorda il suo assassinio, insieme all’autore del libro Enzo Papa.
Va detto anche che il 28 Ottobre 1922, con la Marcia su Roma, quindi con l’avvento del Fascismo, cambia lo scenario politico Nazionale, a Noto i fratelli Sallicano si iscrivono ad una Associazione Nazionalista, fondata dal Prof. Carmelo Sgroi e dal Prof. Francesco Toscano, che poi confluisce a livello Nazionale nel Partito Fascista.
I fratelli Sallicano chiedono la tessera del Fascio, che gli viene concessa, poi vengono iniziati alla Loggia Massonica “Arnaldo e Ferruccio“, e nonostante l’incompatibilità tra il Fascismo e la Massoneria, entrano a bandiere spiegate nel Fascio e nella Storia della Città Barocca.
Il Prof. Sgroi, sembra che con la sua Associazione abbia fatto da apripista al Fascismo e ai Sallicano, infatti, viene eletto Segretario del Partito Fascista di Noto.
L’Avv. Ruggero Romano, altro soggetto un pò stravagante della politica notinese e non solo, il 7 Luglio 1928 viene nominato Podestà di Noto da Mussolini, e la prima cosa che fa in Città è quella di dare ordine per togliere la lapide in ricordo di Giordano Bruno, che alcuni Liberi Pensatori posero in una parete di un Palazzo di Piazza XVI Maggio.
Una lapide che dava molto fastidio, perchè ogni anno si svolgeva il rito della commemorazione, che veniva fatto dall’Avv. Gennaro Romano, oppure da dei giovani studenti, come ad esempio, Carmelo Ragusa e altri.
Voglio ricordare l’inserzione dettata dal Signor Costantino Di Martina, che dice: Giordano Bruno – nel CCCX, anniversario del suo martirio – I liberi Pensatori di Noto – Auspice le confidano – che – La Bestia trionfante – si caccerà da nido. Noto, 17 Febbraio 1910.
Con le Elezioni del 1952, viene decretata la fine dell’egemonia politica della famiglia Sallicano, gli subentra l’Avv. Salvatore Genovese, un uomo della DC, appoggiato dal Clero e dai Fascisti.
Questo piccolo e importante libro di Enzo Papa, sulla Massoneria e la politica a Noto, si potrebbe dire che è un’integrazione storica e politica ai due libri sopra citati con cui l’Autore fa maggiore chiarezza sulla classe dirigente della Città di Noto, formata dai vecchi gattopardi e dai borghesi liberali trasformisti, denunciandone i fatti e i misfatti, quindi lo strapotere politico.
Roberto Bellassai