Dopo l’incontro del 6 Marzo tra Comune di Noto e Sovrintendenza si attendono buone nuove in esito alla stessa riunione.
La prima notizia è chela Sovrintendenzaconsidera come data di pubblicazione del Piano Paesaggistico il 20 Febbraio del 2012, ci è utile al fine di determinare i 90 gg della pubblicazione ed i successivi 30 per le osservazioni.
E’ ovvio che non si può abbassare la guardia i settori interessati a questo processo sono un pò tutti e non certo preponderante quello edile, poiché come già detto altre volte, coinvolge anche l’assetto di pianificazione delle opere di natura strategica e funzionale e lo stesso piano triennale delle opere pubbliche su eventuali nuove opere e servizi.
Va certamente fatta a cura dell’amministrazione ed in tempi brevissimi, una sovrapposizione del piano paesaggistico sul P.R.G. contestualizzato alle opere pubbliche in fase di previsione e/o progettazione, perché dopo diventerebbe alquanto difficile tornare indietro.
Oggi vanno date risposte certe ai cittadini in merito alle pratiche in fase di rilascio presso l’UTC di tanti contribuenti che hanno pagato gli oneri e si sono visti le concessioni bloccate in attesa di chiarimenti, le pratiche non possono rimanere in sospeso, vanno definite richiedendo i nulla osta alla Sovrintendenza ove previsti.
Il cittadino che ha già richiesto ed ottenuto un parere favorevole dalla Sovrintendenza può proseguire nel suo iter poiché il Piano Paesaggistico non ha valore retroattivo e lo stesso parere ha validità per 5 anni a meno che non venga espressamente revocato da parte dell’Assessorato Regionale.
Per quanto riguarda quei cittadini che hanno acquistato un lotto edificabile in zona C in aree già urbanizzate il vincolo che può subentrare non può essere ne di livello 2 o 3 , semmai livello1 inbuona sostanza ci vuole il nulla osta della sovrintendenza anche se prima non previsto.
Per quanto concerne eventuali progetti con varianti in corso d’opera valgono le normative vigenti al momento dell’approvazione ed il piano stesso per le costruzioni in zona E non introduce come previsto per quello di Ragusa l’obbligatorietà di essere coltivatore diretto o imprenditore agricolo.
Per quanto concerne le imprese agricole presenti sul territorio corre l’obbligo di dare una mappatura del territorio ed inserire per quelle ricadenti nei livelli di tutela 3 la possibilità di ammodernare ed ampliare le proprie strutture funzionali come gli immobili ed una flessibilità sulle colture comunque già disciplinate dal PSR e dal PAC.
Va eliminato dalle norme di attuazione questa descrizione più poetica che funzionale del recupero dell’agricoltura tradizionale considerato che le aziende agricole devono avere dei margini di competizione sui mercati.
Quanto ai livelli di tutela 3 ne l nostro territorio sono alquanto esagerati e vanno certamente ridotti e ridefiniti abbassando in alcune zone il livello di tutela da3 a2, poiché derivano più da un calcolo matematico che di effettiva tutela, questo piano nasce come somma algebrica o moltiplicare di fattori che da effettive indagini sul territorio.
Stessa cosa dicasi per l’applicazione del Dlgs 227/2001 sulle aree boscate che dovrebbe applicare un livello di tutela 1 ed invece viene proposto in forma fortemente restrittiva come livello di tutela 2.
Questa applicazione smisurata del livello di applicazione del livello di tutela 2 serve a far scattare un altrettanto smisurato livello di tutela 3 che non aiuta nessuno.
Il Piano paesaggistico va reso funzionale applicando le giuste regole, sabato scorso durante il convegno organizzato da FLI lo stesso On. Granata pur ribadendo la ferma volontà che dobbiamo avere il Piano Paesaggistico ha manifestato forti dubbi sulla valenza tecnico scientifica dello stesso, esortando a fare osservazioni mirate e puntuali e non avventurarsi a ricorsi al TAR per impugnarne la pubblicazione.
Lo stesso dovrebbe dare orientamenti certi sulle azioni di coordinamento con programmi e progetti di sviluppo economico e su come si concerta il controllo dei processi di abbandono di cui all’art.2 comma 2 delle N.A.
Il piano è manchevole di una concertazione con gli attori del territorio, con gli enti locali, ma l’affermazione più grave che ho sentito in questi incontri è che la fretta è dovuta perché dobbiamo pagare le parcelle a Università a professionisti e tecnici Sovrintendenza compresa che hanno fatto questo lavoro perché si corre il rischio di perdere i fondi comunitari.
Una indecenza, alla base della fretta di approvare solo un mero calcolo di parcelle per pagare fior di quattrini a personaggi ingaggiati e foraggiati dalla politica regionale per partorire un piano sbagliato che la collettività deve pagare doppiamente perché gli enti locali ed i cittadini dovranno mettere mano al portafogli per rimediare agli errori pagati sicuramente fior di milioni di euro.
Pensiamo di coinvolgere l’A.C. di Noto nelle riunione pubblica del prossimo 14 Marzo per poter dare i risultati di quanto emerso dall’incontro del 6 Marzo in forma ufficiale ed auspichiamo la presenza degli ordini professionali per mettere insieme quanto già concordato da questi con la Sovrintendenzaper fare sempre più chiarezza…. Qualora sia possibile.
Daniele Manfredi