Sono Giovanni Bressan, architetto a New York.
Mi trovo nuovamente a Noto, questa volta in compagnia di mia moglie, per (spero), concludere l’acquisto di un casolare diruto da sistemare dove rifugiarmi con la mia famiglia in alcuni periodi dell’anno.
Ho scritto un pezzo sul nuovo p.r.g. lo scorso giugno, articolo che, mi dicono, ha avuto una certa risonanza.
I miei amici, che gentilmente mi ospitano, mi aggiornano sulle ultime vicende del nuovo p.r.g. che non è stato ancora depositato per attendere i risultati di alcune riunioni di tecnici.
Nel frattempo l’Ufficio Tecnico ha sfornato (anni 2017 /2018) decine di concessioni edilizie residenziali in zona agricola.
Per saperne di più mi metto a smanettare oziosamente con il mio smartphofone.
Pensavo che l’amico esagerasse nel dire che il territorio di Noto è letteralmente in vendita, ed invece ho potuto constatare con triste sbigottimento che le sue parole non davano giustizia dello scempio che si sta perpetrando contro il paesaggio e contro il futuro delle nuove generazioni.
Ville, villette, villone, case residenziali quasi tutte rigorosamente con piscina e rigorosamente in zona agricola: architetti, medici, il manager tedesco o americano , la signora annoiata che vuole svernare in una zona a latitudine africana, ecc.
Eppure la giurisprudenza amministrativa siciliana ha affermato costantemente che l’art.22 della L.R. n.71/1978 (la legge urbanistica regionale) ha lo scopo di evitare l’insediamento in zona agricola di interventi a carattere residenziale (TAR CT sez.I n. 918 03/05/2001).
Eppure la sentenza della Cassazione (sez.III Pen. 29/12/2017, n.57914) recita: Il rilascio del permesso di costruire fabbricati rurali in zona agricola è subordinato ad un duplice requisito: il primo di natura soggettiva, costituito dallo status di proprietario coltivatore diretto, proprietario conduttore in economia, proprietario concedente, imprenditore agricolo, il secondo di natura oggettiva, rappresentato dal rapporto di strumentalità delle opere alla coltivazione del fondo, precisando che la ratio della previsione è ovviamente nel senso di evitare che qualsiasi individuo, benché sprovvisto della qualità di coltivatore possa legittimamente costruire un immobile ad uso residenziale in zona agricola.
Mi chiedo: ma l’Ufficio Tecnico ha richiesto una rigorosa certificazione che dimostri che il committente è proprietario coltivatore diretto, proprietario conduttore in economia, proprietario concedente, imprenditore agricolo?
L’Ufficio Tecnico ha verificato che vi sia “ effettiva ed obiettiva connessione funzionale dell’opera da realizzare con la coltivazione del fondo”?
E un’altra domanda mi sorge spontanea.
Può un Ufficio Tecnico rilasciare decine di concessioni in zona agricola ad uso residenziale senza il benestare politico del Sindaco?
Nel precedente articolo (giugno 2018), avendo ascoltato il Sindaco Bonfanti difendere con puntualità il buon lavoro dei progettisti del p.r.g., avevo espresso un giudizio positivo sul Primo Cittadino.
Ma purtroppo mi rendo conto che quelle erano parole, questi sono nefasti atti amministrativi.
Evidentemente mi ero sbagliato.
Amaramente constato che Noto, città UNESCO, non sfugge a ciò che avviene in molte realtà del sud Italia: dopo la cementificazione della costa, della periferia e di alcune aree agricole, la lenta cancellazione della bellezza identitaria della campagna.
Mi duole pensare alle possibili conseguenze negative per l’economia, compresa la cancellazione dall’UNESCO
Giovanni Bressan
Spettabile Architetto le posso dire che non è bene informato poiché l’ufficio tecnico non ha rilasciato questa caterva di concessioni che lei afferma o che i suoi amici le hanno riferito.
Al momento non rilasciano un bel niente nemmeno nelle zone B e nelle zone C.
Gli interventi a cui lei si riferisce sono progettati per la maggiore nelle zone contigue al nostro territorio ma vengono propagandare come Noto perche hanno un appeal diverso dal vendere a Bochini di Avola o dire edificio nel val di Noto.
Lei scrive bene su su informazioni sbagliate anche sulla tempistica del PRG che non dipende dal tavolo tecnico in corso ma da altri fattori.
Almeno questa volta i suoi amici non le hanno detto che siamo asini.
Buona giornata
Egregio architetto Bressan, oltre al cattivo gusto di tirarmi in ballo al termine della sua dissertazione, non so a New York ma in Italia, il Sindaco non deve dare nessun benestrare e non deve entrare nel merito delle decisioni assunte dall’Ufficio tecnico in applicazione delle norme in vigore. Io penso che l’Ufficio tecnico abbia rispettato le norme e se lei la pensa diversamente rimane una sua opinione. Se, invece, asserisce che ci sia una reiterata violazione della legge, sempre in Italia, si sottoscrive una denuncia circostanziata alle autorità competenti.
Il sindaco non deve dare il benestare, non deve dare nessun merito, etc etc. Ma fondamentalmente sto sindaca di Noto a che serve?