Dopo undici mesi dall’insediamento a “El labirinto”, Francisco Altamura ricevette una telefonata da parte di Daniel Esperancia, il quale richiedeva un incontro immediato nel suo ufficio a “ El Mosquito”.
Appena entrato, l’Alcalde, dall’espressione del suo viso, comprese che non si trattava di una visita di cortesia o di una rimpatriata tra amici e neppure dell’intenzione di scrivere l’articolo domenicale sulla sua attività amministrativa, perciò, una volta seduto davanti a Daniel, lo invitò, senza tanti giri di parole a giungere al motivo, per cui si trovava in quella stanza, perché aveva la giornata densa di impegni.
Daniel, con un velo di tristezza negli occhi, estrasse la pipa … e con calma la riempì di tabacco, accendendola e aspirando alcune boccate, quindi estrasse da una cartella da un cassetto della scrivania e gliela porse … Francisco sfogliò i primi fogli velocemente, poi impallidì e rallentò la lettura … quindi alzò gli occhi e fissò l’amico … il suo labbro inferiore tremava e con un flebile sospiro domandò come li aveva avuti … un tic contrasse la mascella di Daniel, mentre serrava i denti sulla pipa:
“ Allora mi confermi che tutto ciò è vero e che i documenti sono autentici, vero Cisco! – con un leggero accenno del capo, questi assentì. Con la voce rotta dalla malinconia continuò – … come tu sai questo è il mio lavoro … trovare il marciume dove si nasconde e lo so fare piuttosto bene! … ricordi la riunione a Cabo Gorion, oltre un anno fa … alla mia villetta? … e cosa dissi? … “ che io mi trovo perfettamente a mio agio quando riesco a muovermi nei meandri della politica … tra gli intrighi, la corruzione e il malgoverno … e che non sono uomo da mediazioni e compromessi … non è nella mia natura … non posso rinunciare al gusto del fustigatore … al piacere del censore … pregi o difetti lasciatemi in eredità da mio padre … dissi anche che avrei dato tutto il mio appoggio al futuro candidato … e quindi a te … senza, però, rinunciare a controllarti, pungolarti, criticarti … sarei stato il tuo “grillo parlante … – Francisco Altamura sembrava un pupazzo senza vita accasciato sulla poltrona.
Daniel si alzò e guardò fuori dall’ampia finestra, poi tornò a sedersi – … circa un mese fa, mi fu recapitata una lettera anonima in cui uno “zelante cittadino” che mi informava che il secolare vizio di Santa Caterina … “ la corruzione e il malaffare” … aveva ripreso vita, infettando gran parte dei componenti della nuova amministrazione … cercai di ignorare la missiva pensando che fossero squallide calunnie da parte di qualche sopravvissuto dei governi precedenti … ma lo “zelante cittadino” mi scrisse di nuovo, alzando il tiro … “Tomas Carrasco era un corrotto!” … e così pure altri tuoi ex-compagni d’infanzia collocati in posti strategici … “
Cisco boccheggiava come un pesce fuori dall’acqua.
“ … Allora incaricai due miei collaboratori di svolgere alcune indagini nel più assoluto riserbo … e fu come scoperchiare il vaso di Pandora … sembrava impossibile, ma le ingenti somme, nuovamente stanziate dal governo per la costruzione di due nuove scuole … per i tre asili … per il centro per anziani … per il nuovo ospedale e l’acquedotto erano state “assegnate”, col vecchio metodo degli appalti truccati e pilotati, a ditte compiacenti o con agganci a familiari e a membri dell’Amministrazione … numerose laute “mazzette” erano giunte ed accettate al Carrasco e ad almeno tre assessori, tuoi vecchi amici …”
Francisco Altamura era livido in volto, con le labbra serrate … negli ultimi mesi alcune rughe avevano cominciato a marcare la sua ampia fronte e gli angoli della bocca ed era dimagrito di alcuni chili.
“ … Piano, piano, la cartella si riempiva di sussurri, poi piccole prove ed infine documenti, sempre più compromettenti … – Daniel mostrò la copertina della cartella su cui era scritto a grossi caratteri in rosso … “Non vi deluderò” … – … e nonostante tutti gli articoli del mio giornale in cui spiegavamo tutti i vari metodi, utilizzati dai precedenti amministratori si continuano ripetere i medesimi errori … con la medesima arroganza e stupidità … ma ancora mi illudevo … poi il corvo mi scrisse una terza lettera … “ … come mai la bellissima compagna del nostro Alcalde, adducendo come motivo la “nostalgia” per la sua famiglia è ritornata in Europa? … “
“ … Non si trovava molto a suo … agio … nel nuovo ruolo di “prima donna” – tentò di giustificare Altamura . … e si è presa un periodo di riflessione per meglio valutare … il nostro rapporto … un poco raffreddato …”
“ La lettera prosegue, Cisco … “ … come mai, la bella signorina … invece non ha sentito il bisogno di arredare lo splendido palazzo acquistato dal suo futuro sposo a Torquemada al prezzo ridicolo di una comune catapecchia?” … tu ne sai nulla? … di questo palazzo? … – terminò Daniel, sospirando.
“ Nooo! Tutte menzogne dei miei nemici! … – rispose il giovane, dopo un leggero attimo di esitazione.
“ Cisco non mentirmi, abbi, almeno, questo pudore! … dimmi la verità … abbiamo controllato … il palazzo è intestato a te … pagato in contanti e la tua famiglia, al momento, non dispone del denaro necessario … per farti un simile dono … e col tuo stipendio! … non è che ti sei lasciato coinvolgere? …_ lo fissò, come volesse gettargli un ancora di salvezza … a volte il successo … il potere … è un mostro che abbaglia e irretisce …”
“ No, no … – ma la sua voce era sempre più insicura.
“ Cisco, Cisco … purtroppo ho tutte le prove … dimmi almeno il perché? … fammi capire … un giovane intelligente, brillante … come te … un architetto di successo in Europa … un giovane baciato dalla fortuna … – l’Alcalde Francisco Altamura continuava a fissarsi le mani senza proferire una parola – … e va bene … ho voluto avvisarti, prima di dare alla stampa il dossier … non mi lasci scelta …“
Il giovane fu scosso da brividi nonostante la giornata di caldo torrido.
“ … Daniel … – la sua voce fu un rantolo – … ti prego! … non mi concedi neppure una chance? – un profondo silenzio da parte del giornalista – … allora è tutto inutile, mio Dio! – incassò la testa tra le spalle – vuoi sapere il perché? … e vabbè … se mi può giustificare! … – affondò ulteriormente nella poltrona – … tentai di dirlo a Evarco, già la sera della rimpatriata al “Gato gordo” … c’eravamo tutti … ricordi? … lui mi chiese dell’Europa … se offriva a tutti delle occasioni … e io risposi di “Sì” e continuai …” sempre se avevi qualcosa da proporre … se ne avevi le capacità ed eri disposto a metterti in gioco!” … l’OCCASIONE, ma una sola occasione … se fallisci ritorni nel nulla … (pausa) … qui, a Santa Caterina ero il giovane più brillante, forse il migliore della mia generazione, ma là, in Europa … e rabbrividì – … ero solo uno del branco … uno dei tanti … alcuni erano migliori … più bravi di me … anzi tanti … ebbi la mia occasione, ma fallii miseramente … non fui capito! …”
“ … Solo stupide giustificazioni, Cisco … dimmi la verità … dimmi il vero perché … io … gli amici … avevamo riposto tante speranze in te … ti avevamo dato tutto il nostro appoggio … tutta la nostra fiducia …”
“ … Mi tennero nello studio ove lavoravo solamente perché la figlia del proprietario si era innamorata di me … suo padre me lo disse chiaramente … per lui non valevo niente … erano soldi gettati via … ma per amore della figlia! …- l’Alcalde annaspava come una mosca irretita nella tela del ragno – … ero utilizzato come un fattorino … per portare i progetti, in attesa di autorizzazione, nei vari ministeri e controllare che il materiale fosse consegnato regolarmente nei piccoli cantieri … con uno stipendio sufficiente per sopravvivere … vestire con eleganza e poter portare la figlia del padrone nei ristoranti alla moda … questo era Cisco Altamura, architetto di successo! … poi ho conosciuto Cristine e mi sentii rinascere … lei credeva in me … mi dava fiducia … e, a quel punto, ho preferito tornare a casa insieme a lei … qui almeno ero qualcuno … nessuno sapeva del mio fallimento … – Daniel ascoltava senza proferire parola – … e poi tu e Evarco mi avete dato la possibilità di diventare Alcalde … e io la colsi al volo “
“ Ma se ben ricordi, lo proposero a me … fui io a rinunciare “
“ Lo sperai … chiusi gli occhi e pregai con tutte le mie forze che tu lo facessi!”
“ … E io proposi Evarco! “
“ Lui è un puro! … troppo idealista! … non era un pericolo … – i suoi occhi erano incupiti – … che peccato! … ho tentato … mi sono illuso di riuscirci … ho sperato di avere delle capacità nascoste e … per un po’ ci ho provato veramente! … credimi!”
“ … E tutti quei bei discorsi … tutte quelle belle parole su Santa Caterina? … i suoi cittadini … i loro atavici difetti … la sua storia … quel pomeriggio a Cabo Gorrion?” “ Daniel, tu lo sai … con le parole io me la sono sempre cavata bene … era la mia grande occasione … e colsi l’attimo!”
“ … Si può vivere anche senza essere il numero uno … anche una vita semplice può riservarti delle piccole gioie … da dove venivano tutte le tue frustrazioni? – nessuna risposta – … e ora, cosa vuoi fare, Cisco? – domandò il giornalista, masticando rabbiosamente la pipa.
“ Nulla … purtroppo nulla, caro Daniel … sono nelle tue mani … sono solo un povero don Chisciotte … che viveva di sogni di grandezza … e non sono neppure in grado di combattere contro i mulini a vento … troppo forti anche questi per me … io sono un vigliacco! – e questa affermazione gli ridette un po’ di colore in viso – … ho provato a combattere le mie paure … le mie insicurezze … speravo di riuscirci col potere e col denaro … se mi dai un’ultima mano … l’ultima occasione …”
“ Eh, no, Cisco! … troppo facile … tradire gli amici … e, soprattutto, la città e sperare in un’altra chance … ancora non ti rendi conto di quello che hai fatto … cieco e narcisista sino la fine!“
“ … Ti prego, non distruggermi … fallo per la mia famiglia … rassegno le mie dimissioni e scompaio … torno in Europa … – Esperancia lo fissò a lungo, poi svuotò i polmoni con un profondo sospiro:
“ … Non ho alternativa, Cisco … devi dimetterti, tu e tutta la tua giunta … immediatamente … poi, in qualche modo fai rientrare tutto il denaro da voi rubato, compreso il palazzo a Torquemada … fai una donazione anonima … e io non pubblico il dossier, ma solo dopo aver accertato il tuo impegno …”
“ Ti ringrazio per quest’ultimo favore … – rassegnato – … ti prometto le mie dimissioni e la vendita del palazzo, ma ti prego … non posso denunciare i miei … collaboratori … alcuni di loro, come sai, sono miei amici e compagni d’infanzia … non mi chiedere questo … ammetto tutta la mia complicità … solo ti imploro! … non pubblicare questo schifo … per i miei genitori … ne morirebbero … sì, ripeto … lo giuro … darò le dimissioni e costringerò a rassegnarle anche a tutta la mia giunta … così i miei concittadini potranno tornare alle urna e … con l’aiuto di qualche santo, saranno loro stessi a decidere del proprio destino … anche se lo ritengo impossibile! … questo è un popolo e una terra maledetta … poi io … io ritornerò in Spagna … e se sarà possibile riprenderò il mio lavoro d’architetto … – aveva gli occhi pieni di lacrime.
“ … Un’ultima domanda: perché Christine se n’è andata?”
“ … Aveva scoperto i miei intrallazzi … e disse che gli facevo troppo schifo per continuare a vivere con me … ed è tornata in Europa … – si alzò … cercò di porgere la mano al vecchio amico, ma questi rifiutò … fece alcuni passi incerti e uscì … Esperancia rimase per un paio di minuti immobile, poi si alzò e spalancò la finestra.
Altamura rientrò in Municipio nel suo ufficio … chiamò l’usciere e gli comunicò che per un paio d’ore non voleva ricevere nessuno e tanto meno telefonate … si sedette alla macchina da scrivere e preparò la lettera di dimissioni, adducendo a gravi motivi personali, poi la fece consegnare alla stampa ed alle televisioni locali … infine chiamò il suo vecchio studio a Barcellona … furono disponibili a un suo ritorno … mancavano di fattorini e la figlia del titolare ancora piangeva.