A ottobre inoltrato, due particolari ritorni modificarono il placido trascorrere quotidiano della città.
Dopo dieci anni di assenza tornava nella sua città natale: Francisco “Cisco” Altamura, figlio di un’onorata e stimata famiglia che, nella prima metà del ‘900, aveva fortemente inciso nella società di Santa Caterina, avendo elargito due alcalde, un presidente di tribunale ed un paio di rettori universitari … “Cisco”, una decina d’anni prima, fresco di una laurea in architettura, si era trasferito in Europa, a Barcellona … ove, dalle frammentarie e sempre evasive notizie fornite dai suoi genitori e dal fratello Vicente, aveva ottenuto importanti successi in campo lavorativo.
Improvvisamente una mattina d’autunno, in compagnia di una splendida ragazza bionda col fisico da top-model, si rivide il giovane percorrere le strade cittadine.
Il tempo era stato benevolo con lui: 34 anni, ottimamente portati … alto, magro, ma muscoloso … il classico fisico da ex-giocatore di basket … col passare degli anni si era lasciato crescere i capelli, neri ed ondulati, il sorriso, con denti perfetti e bianchi, era sempre incantatore e gli illuminava il viso particolarmente gradevole.
In un primo momento, escludendo gli sguardi libidinosi sul fondo schiena della sua compagna, il giovane “Cisco” era passato inosservato: … il solito turista europeo, dall’abbigliamento casual e cappello informe in testa … con l’arrogante sicurezza del viaggiatore, amante dei sonnolenti paesi tropicali.
I “due turisti” si sedettero a un tavolino davanti a “El Laberinto” e dal chiostro immediatamente uscì il “Lercio”… indossava la solita maglietta sporca con i vari condimenti dei suoi panini che gli lasciava scoperta la pancia voluminosa … Cisco notò che, col passare degli anni, era aumentata, sino a raggiungere una gravidanza da nono mese … questi teneva in mano un blocchetto per le ordinazione, che gli serviva solo per darsi un tono davanti ai clienti stranieri, avendo egli frequentato poco e male, solamente i due primi anni delle elementari … stava già pensando a come poter aumentare ,furbescamente, il conto e dopo un saluto ed un sorriso che scopriva diversi vuoti nella sua dentatura, prese ad elencare le sue specialità, informandoli che erano note in tutto il mondo e … senza tralasciare di ispezionare la scollatura della “biondina”.
Cisco alzò il capo, fissandolo da dietro i grandi occhiali da sole e gli domandò:
“ Lercio, se tu avessi una gran sete … quale delle tue famose schifezze ti piacerebbe bere? – il “Lercio”rimase a bocca spalancata per la domanda fatta in perfetto accento sancaterinese … socchiuse gli occhi per meglio inquadrare quella voce … quindi esplose in una fragorosa risata:
“ Francisco! Francisco Altamura! … Non è possibile … ma sei proprio tu? … Paco … Paco! – gridò, rivolto all’interno del chiostro – … vieni fuori … presto … è tornato Cisco! “
Uscì la fotocopia del “Lercio” … unica differenza: indossava una maglietta di un colore diverso e con qualche ditata di sugo in meno, riconosciutolo, commosso, abbracciò a lungo il vecchio amico.
In poco tempo, davanti al chiostro, si formò un gruppetto di persone, in continuo aumento … “Lercio” e suo fratello fermavano tutti quelli che conoscevano per dare la lieta novella … infine, presi da un euforico entusiasmo, cominciarono a offrire bevande a gratis alla folla in aumento … solo al rendiconto serale, resisi conto della notevole perdita giornaliera, i due fratelli si scambiarono insulti e reciproche accuse … e furono sul punto di mettersi, addirittura, le mani in faccia.
Francisco e il suo “alter ego”, Tomas Carrasco, avevano trascorso quasi venti anni insieme … iniziati sullo stesso banco sin dal primo giorno di scuola e terminati con gli studi universitari … i due erano chiamati “Il braccio e la mente” … Cisco aveva una fantasia incredibile per ideare scherzi e giochi ingegnosi … abilissimo a inventare e a raccontare storie inverosimili, mentre Tomas eseguiva il tutto, fedelmente e con entusiasmo, senza mai mettere in dubbio la supremazia del suo amico e idolo.
Il “Lercio” e Paco, durante tutta la loro adolescenza, erano stati tra le vittime preferite … come quella volta che, di notte, accatastarono, davanti al chiostro, tutti i tavoli e le sedie lasciate sul piazzale dopo la chiusura, legandole insieme con una lunga e robusta catena, fermata con grossi e solidi lucchetti … il fabbro passò più di un’ora a sciogliere il groviglio con la fiamma ossidrica … un’altra volta, approfittando della sosta natalizia dell’attività, praticarono un foro nel telaio in legno con cui “ingabbiavano” il chiostro la notte e vi introdussero diverse famiglie di criceti … alla riapertura, dopo l’Epifania, le uniche cose recuperabili, e cioè non rosicchiate, mangiucchiate o polverizzate, erano la vecchia macchina del caffè, le bottiglie degli sciroppi, dei rum e delle birre (il vetro non è masticabile) … e il decennale registratore di cassa, ma soprattutto furono costretti ad assumere una ditta specializzata, fatta arrivare dal capoluogo, perché le famiglie dei criceti si rifiutavano di abbandonare le nuove abitazioni, adducendo regolari contratti di locazione.
Al penultimo anno di liceo, fecero inviare dal cugino di Francisco: Nicolas, residente nella capitale Babylone, un telegramma al preside del loro istituto … uomo pomposo e tronfio che comunicava agli studenti solo in latino, costringendo, come punizione gli sfortunati indisciplinati, a recitare lunghi brani dell’Iliade in greco antico, restando immobili, sull’attenti, per ore … pena l’espulsione dall’istituto.
Il telegramma annunciava che il Ministero della Cultura aveva insignito il preside prof. Omero Linguadoc di un’importante onorificenza, per le sue straordinarie qualità direttive, organizzative e educative, aiutando così la crescita e lo sviluppo delle giovani menti acerbe, ma ricettive di Santa Caterina … seguiva giorno, ora e luogo in cui si doveva presentare … lo si pregava, inoltre, di vestirsi in modo adeguato.
Il preside si fece confezionare un abito da cerimonia dal più bravo sarto della città e, giunto il gran giorno, partì in treno, carrozza di 1° classe, con moglie e figli, alla volta della capitale, tenendo all’oscuro l’intero corpo insegnante dell’onore ottenuto, volendo poi pavoneggiarsi al ritorno.
Presentatosi al Ministero della Cultura e Istruzione, trovò gli uscieri completamente ignari dell’avvenimento e, non sfiorato minimamente dall’ipotesi di un equivoco o di uno scherzo, ritenne inqualificabile, nei confronti della sua illustre persona, il loro atteggiamento indifferente e sarcastico e iniziò a insultarli in modo offensivo … in poche parole … dette fuori di “matto”.
A quel punto fu chiamata la polizia, che non riuscendo a calmarlo lo arrestarono e lo tradussero al commissariato, ove trascorse tutta la notte in cella … mentre i familiari dormirono sulle panche della sala d’aspetto … solo all’indomani, leggendo più volte il telegramma che gli era stato ritirato insieme ai documenti, il vice-commissario comprese l’atroce beffa e magnanimo lasciò decadere l’accusa di resistenza e turpiloquio alle forze pubbliche … poi lo accarezzò benevolmente sul capo, come un cucciolo abbandonato e lo rilasciò … pregandolo, però, di evitare ulteriori viaggi alla capitale, non ritenendola luogo adatto ad una persona … ingenua e sprovveduta, come lui.
Al ritorno nel suo liceo, dopo aver tentato inutilmente di rivendere l’abito da cerimonia al sarto, passò in rassegna classe per classe, alunni e alunne sull’attenti e sostando davanti ad ognuno, fissandoli a lungo negli occhi … davanti a Francisco Altamura e l’amico Carrasco la sosta si protrasse per alcuni minuti.
La notizia del ritorno di Francisco fece, rapidamente, il giro della città e i vecchi amici e compagni organizzarono una rimpatriata al “El gato gordo”, ristorante tipico, poco fuori le mura cittadine, sulla strada verso Monte Fallecido.
Francisco e Tomas si ritrovarono alla cena e si riabbracciarono con immutato affetto … Cisco notò che il tempo era stato inclemente con l’amico del cuore … era già segnato da un principio di calvizie e aveva un colorito giallastro, segno di un fegato non in perfetto ordine, la fronte era incisa da alcune rughe ben marcate e inoltre, aveva acquistato una decina di chili in sovrappeso che distribuiti lungo la sua non eccelsa statura creavano una leggera pinguedine al giro vita e sotto il mento.
Lo informò che sfruttava la sua laurea in geologia, insegnando geografia nelle scuole inferiori e gli confessò di non avere coronato alcuno dei suoi sogni, ma almeno aveva un lavoro dignitoso … Francisco pensò, con tristezza, che la maledizione di Santa Caterina (l’ambito posto fisso) aveva colpito anche Tomas, cancellando il ricordo di tutte le nottate trascorse insieme in riva al mare, raccontandosi le speranze, i desideri, i sogni che ardevano nei loro giovani petti e urlandoli alla luna … inalberavano ideali come bandiere ed erano pronti a difenderli sui futuri campi di battaglia.
“ … Non sono ancora sposato … sai Cisco, non mi sento pronto … preferisco “stare ” a casa dei miei genitori … – sorrise con complicità – … tu conosci bene la cucina di mamma e il senso di protezione con cui ti avvolge! … ho una relazione, non troppo impegnativa, da otto anni, con Blanca Esteban … Esteban! … Blanca! … Cisco, te le devi ricordare: castana, con gli occhiali … portava la coda di cavallo … era un anno dietro di noi … in seconda B … in classe con mia cugina Flora … Com’è possibile che non te la ricordi? … era l’amica di Josefa Pessoa … no? … Sì, forse lo era … è un poco anonima! … poi te la faccio conoscere … credimi … a volte è tanto simpatica … anche spiritosa! … – dopo un attimo di silenzio riprese – … E tu? … Su, avanti devi raccontarmi tutto! … e questo schianto di ragazza? … dove l’hai trovata? … Cristine … è così che si chiama? … ma, guardala! … è una sirena, una dea … sempre fortunato, TU, con le donne! … E l’Europa? … E’ stupenda come dicono? … e Barcellona!? … è vero che oggi è il massimo? … il centro della cultura? … e Parigi? … dimmi: hai visto Parigi? … e Roma? … sei stato a Roma? … e l’Italia? …”
“ Calmati, Tomas, rilassati! … una cosa alla volta: … Sì! … la sirena bionda si chiama Cristine … mamma spagnola, di Tarragona e padre francese … il quale dirige una rubrica cinematografica su una rete televisiva spagnola … Stiamo insieme da tre anni … e fa la modella per riviste di moda … sai, tipo: … abiti, scarpe, occhiali da sole, prodotti di bellezza … e oltre a sembrare una bella oca, è pure laureata in biologia … tra qualche anno vuole smettere, questo assurdo lavoro, anche se ben pagato … per dedicarsi ai suoi progetti. … e poi ? … ah, Barcellona … hai ragione … oggi è una delle città più “stimolanti” d’Europa … Siiì, ho visto Parigi! … vi ho abitato quasi otto mesi … all’epoca, curavo l’esecuzione di un progetto per lo studio di architettura presso cui lavoravo … Non èla Parigi, che attraversavamo in largo e in lungo nelle nostre fantasie di ragazzi … forse non è mai esistita, Tomas o forse, probabilmente, non lo è più … ma è sempre magnifica! … Ho visitato anche l’Italia: Roma, Venezia, Firenze, Siena, Pompei …Com’è? … è l’Italia! … bellissima … unica! ”
Distrattamente, rispose al saluto di alcune persone entrate nel ristorante e che l’avevano riconosciuto.
“ Come dici, Evarco? … L’Europa? … se offre ancora delle occasioni? … – e si girò a sinistra per rispondere alle domande di Evarco – … Si … ci sono le occasioni … ma solamente se hai qualcosa da dire, da proporre …. sempre, che tu sia disposto a metterti in gioco … certamente … ti danno una chance, Evarco … in Europa c’è sempre un’occasione per tutti … ma … una SOLA occasione … se fallisci … difficilmente ti viene offerta la seconda … se vali e vuoi farti valere, c’è sempre il tuo momento … ma se ti mancano le capacità o le “palle”, come dicono loro, non accettano scuse, alibi … tutto finito! … hai chiuso e torni nel mucchio! … Non servono raccomandazioni o amicizie importanti, come qui … sì, contano anche in Europa … possono servire, ma solo per entrare nell’ingranaggio … farti conoscere … ma se vuoi essere qualcuno: medico, avvocato, ingegnere, architetto, scienziato … in qualsiasi campo tu voglia operare ed emergere … o vali o resterai nessuno … sembra una cosa piuttosto dura da accettare, per la nostra mentalità, ma è così …” – sorseggiò lentamente una tazza di caffè e fece una smorfia… non si era ancora riabituato al gusto morbido di Manzanilla.
“ … Ed io? … Beh, io … io, ehm … Sì! … sono stato, sicuramente fortunato … sin dall’inizio sono entrato nello studio di un importante architetto di Madrid … il quale mi ha dato, da subito, la possibilità di mostrare le mie capacità, permettendomi di progettare alcuni piccoli lavori, che sono stati notati dalle persone giuste … poi mi è stato offerto di entrare in questo studio di progettazione a Barcellona: una grande Gruppo che riunisce giovani talenti di varie nazionalità, ai quali sono affidate importanti opere da realizzare in Spagna e in altre nazioni … Sono riuscito a ritagliarmi il mio spazio, qualche successo e … buoni guadagni … Ma … – sembrava
distratto … seguiva, con lo sguardo, Cristine, che stava stregando i suoi amici, esibendosi su un tavolo al ritmo di una “merengue” … decine di occhi erano incollati sul suo corpo … un vulcano che eruttava sessualità.
“ … Come? … Scusami! … il MA … cosa significa? … Evarco, mio capitano, non è corretto da parte tua … (Evarco era stato il suo capitano, quando giocavano, entrambi, nella stessa squadra di basket … Cisco all’inizio … l’altro alla fine della sua carriera di sportivo) … ma tu non sei mai stato corretto, come ben ricordo! – e sorrise … il suo sguardo sembrava vagare in qualcosa di nebuloso. – … i MA? … i ma … sono quest’isola! … è questa città … sono i profumi … sono i colori e … ascoltala … questa musica … la febbre e … la spossatezza che ti mette addosso … non ridere, ma ogni tanto, durante i primi anni del mio soggiorno in Europa, aprivo le borse … le valige con cui ero arrivato per annusarle, alla ricerca di odori conosciuti … e … due giorni fa, mentre atterravo, nel rivedere il nostro mare ho provato un groppo in gola, avevo dimenticato le sue tonalità … i suoi colori! … E’ stato come ridestarsi … no! … non da un incubo … Io non rimpiango nulla di questi dieci anni, passati lontano, anzi ho ricevuto tantissimo … però … e finalmente, riesco a dirlo! … questi anni passati lontano, mi sono sembrati eterni … Io sono nato a Manzanilla, la mia famiglia è nata e vissuta qui a Santa Caterina, da generazioni … io amo questa terra … Per un decennio è stato come vivere nella stanza di un grand’hotel di lusso, bellissima, confortevole, sempre perfettamente in ordine, ma impersonale ed ora risvegliarsi nella stanza di casa mia … ove tutto mi parla e mi accarezza … ove mi muovo ad occhi chiusi, seguendo gli istinti ed l’olfatto … – emise un profondo sospiro – … “Evarco, sono tornato – ed abbassando la voce – … sono tornato per restare! “