Sin dal risveglio don Waldo aveva avvertito che la giornata si presentava densa di cupi presagi . . . il nostro eroe non era particolarmente superstizioso, ma il fatto che appena alzatosi avesse appoggiato il piede sinistro su una puntina da disegno misteriosamente nascostasi nella moquette della camera da letto e successivamente, in bagno, il tubetto del dentifricio gli fosse esploso tra le mani e . . . che infine, sotto la doccia, completamente insaponato, fosse rimasto senza una goccia d’acqua e che la cisterna da 15.000 litri risultasse improvvisamente a secco, lo resero leggermente agitato.
La mattinata proseguì, procurandosi un piccolo taglio sul mento, durante la rasatura e dalle prime due camicie di seta, fatte su misura e con le sue iniziali,sormontate da una corona, che indossò, si staccarono i bottoni dei polsini e, infine, macchiò di caffè la sua cravatta portafortuna preferita, blu notte africana coi puntini colore avorio.
Sceso per la colazione, gli furono servite uova al bacon bruciacchiate e fredde . .. mentre, in cucina, la cuoca Erminia, che aveva passato tutta la notte a litigare col marito piangeva a dirotto e si rifiutava di rifarle . . . Casanova, uno dei barboncini di dona Ines, tentò un rapporto sessuale col suo mocassino di pelle di serpente ed uscendo di casa per andare a “E1 Laberinto” trovò Jacinto Occhiofino, il suo autista, che dormiva, in preda agli incubi, con la testa appoggiata al volante della Mercedes 6400 . .. ultimamente, lo chauffeur si era innamorato di Paco Fuerte, detto il “trapano”, un mulatto che svolgeva il compito di giardiniere nella villa e passavano le notti in dolci ed estenuanti “effusioni”, ma essendo Jacinto, una muchacha terribilmente gelosa ed ombrosa, ogni volta che trovava il suo Paco a flirtare con qualche ragazzo muscoloso diventava facilmente suscettibile e al minimo rimprovero si chiudeva in un cupo mutismo, diventando sgarbata e a volte oscenamente volgare.
Infine, tutti gli uccelli della zona, compresi i loro parenti e gli amici in visita di cortesia, avevano usato il tettuccio dell’auto come latrina e Jacinto si era dimenticato di ripulirlo .. . riuscì a svegliarlo solo al terzo tentativo e fu trafitto da uno sguardo carico di rancore e un accenno alle passate “attività” dei suoi antenati
Il viaggio d’avvicinamento a Santa Caterina non riuscì a rasserenarlo, nonostante la bella giornata . . . anche se un poco umida . . . la baia di Las Palmas aveva la solita tonalità smeraldo, ma all’orizzonte aleggiava un “certo non so che” di minaccioso . . . provò a rilassarsi, consultando la sua agenda personale fabbricata con pagine di papiro egiziano: alle 9,30 era segnato un incontro con Pablo Piojoso per discutere l’acquisto delle nuove divise, reclamate insistentemente dalle guardie municipali . . . oltre all’aumento di stipendio, che aveva promesso loro da ben due anni … ultimamente avevano minacciato di scioperare e stava per iniziare la stagione turistica . . . alle 1 1,30 inaugurazione presso la chiesa di “San Rocco delle Passeggiate” del nuovo organo, con la presenza di Monsignore Benevolo Crocefissi e qui sorgeva un primo problema: Biba Montada, la sua burrosa amichetta, durante l’ultimo shopping per le boutiques di Torquemada, fra i tanti e costosi acquisti, aveva “trovato” un “deliziosissimo” tailleur ed aveva deciso di indossarlo per questo avvenimento e . . . naturalmente al fianco di don Waldo … a nulla erano valsi i vari tentativi per dissuaderla . . . la cerimonia era pubblica, con la presenza di ospiti illustri, e sino all’ultimo temeva anche la presenza di dona Ines . . . ma era stato minacciato . . . e le minacce di Biba avevano sempre un seguito … non avrebbe visto, annusato, ma soprattutto assaggiato il suo “tesoretto” per un mese intero.
Come tutti sappiamo la carne è debole e il nostro Waldo capitolò.
All’arrivo al Palacio de Gobierno, sulla scalinata fu nuovamente aggredito da Roberto Mucholindo . . . “l’Amministrazione aveva disdetto, senza consultarlo, l’abbonamento alla rivista di giardinaggio “Fiori e giardini pensili” di cui il Mucholindo era l’unico assiduo lettore alla Biblioteca del Popolo, ed inoltre si lamentò, ripetutamente, che qualche bieco fascista, al soldo del potere, gli aveva rubato due lattine di Pepsi-cola che lui aveva nascosto dietro ai volumi della “Guerra dei 100 anni” . . . Don Waldo inspirò profondamente, si tolse il mocassino destro, quello con la punta rinforzata in acciaio e lo picchiò selvaggiamente, lasciandolo sanguinante sui gradini, però, mentre si allontanava, gli promise che si sarebbe informato sul perché della disdetta all’abbonamento.
Nell’anticamera del suo ufficio lo attendeva una numerosa delegazione della “Cooperativa Questuanti Abusivi”, che gli doveva presentare una petizione corredata da una raccolta di 322 firme ( soprattutto croci).
I questuanti erano radicati in città da molte generazioni e parlavano solo l’antico dialetto caraibico “porfavor . . . tiengo familia” e non riuscendo a trovare l’interprete, momentaneamente in pausa caffè, don Waldo si ritrovò col vestito color panna di Armani, ricoperto con le untuose impronte digitali di ottantun questuanti . .. vi si potevano riconoscere nove tipi di panini diversi, venduti al chiostro appena fuori dal Palacio.
I1 “delizioso” tailleur di Biba era color rosa confetto, con una scollatura vertiginosa che raggiungeva l’ombelico e, come il solito, . . . la bella Biba non portava reggiseno e neppure mutandine . . . mentre la gonna della altezza di ventisei centimetri era stata leggermente accorciata per valorizzare l’abbronzatura delle sue splendide gambe . . . e dare un poco d’aria al suo “tesoretto” . . . monsignore Crocefissi, il quale sostituiva il vescovo Cristiano Luterani, assente per un delicato intervento alla prostata, presso il “Medica1 Hospital ” di New York, si ritrovò innanzi al decolletè di Biba, la quale, nel goffo tentativo di baciargli l’anello pastorale, ebbe l’improvvisa fuori uscita di un seno . . . Monsignore rischiò di soffocare per un eccesso di salivazione, con attorcigliamento della lingua e successivo incollamento al palato e quando tentò di dire: ” . . . Quale paradisiaca visione èla sua Signora . . .” si udì nella chiesa un cupo rimbombo cavernoso:
” . . . E quale delle sue signore, Monsignore? “
Don Waldo riconobbe immediatamente la gelida voce polare di dona Isabel e girando leggermente il capo scorse anche il volto da vergine martirizzata di sua moglie . . . gli sembrò essere travolto da un’immane valanga che lo faceva precipitare in un abisso senza fondo, poi un nero sipario gli calò davanti agli occhi.