Gli strumenti varati dal governo nazionale, così come sono, non solo mettono a rischio la vita stessa delle amministrazioni locali, ma mettono a dura prova la coesione sociale. Agli enti locali, infatti, a discapito di un’autonomia d’intervento, viene attribuito solo un ruolo di gabellieri ed esattori dello stato. Si chiedono, quindi, grossi sacrifici ai cittadini svilendo le funzioni dei comuni che non riescono ad assicurare i servizi essenziali e quelli indispensabili a mettere in moto l’economia dell’Isola.
Una giornata di approfondimento sul decreto Salva Italia: si è svolta ieri ad Alcamo al centro congressi Marconi. Il seminario, cui hanno aderito circa 200 partecipanti, tra amministratori, avvocati e commercialisti, è stato organizzato dall’AnciSicilia in collaborazione con l’Ifel.“Il decreto Salva Italia – ha spiegato Giacomo Scala, presidente dell’Associazione dei comuni siciliani, durante il suo intervento di apertura – rischia di salvare il Paese ma non gli italiani. Gli strumenti varati dal governo nazionale, così come sono, non solo mettono a rischio la vita stessa delle amministrazioni locali, ma mettono a dura prova la coesione sociale. Agli enti locali, infatti, a discapito di un’autonomia d’intervento, viene attribuito solo un ruolo di gabellieri ed esattori dello stato. Si chiedono, quindi, grossi sacrifici ai cittadini svilendo le funzioni dei comuni che non riescono ad assicurare i servizi essenziali e quelli indispensabili a mettere in moto l’economia dell’Isola. Non dobbiamo dimenticare che il nostro tessuto è costituito da micro-imprese le quali, se non ricevono un’iniezione di liquidità non saranno in grado di avviare quei percorsi virtuosi che potranno renderle competitive sul mercato”.“I sindaci siciliani – ha concluso Scala – si trovano a dover fare i conti con un momento epocale che li mette di fronte a situazioni difficili che non possono, stando così le cose, gestire in prima persona. Non devono, quindi, essere lasciati da soli e, soprattutto, non è corretto scaricare su di loro tutte le responsabilità”.Tra gli intervenuti: Antonino Papania e Antonino D’Alì, senatori della Repubblica, Riccardo Savona, presidente della Commissione Bilancio all’Ars, e il presidente del consiglio comunale di Palermo, Alberto Campagna.Tra i relatori: Patrizia Ruffino, consulente Ifel, che ha parlato di “Bilancio 2012 e patto di stabilità”; Lucio Catania, giudice tributario della Commissione Tributaria di Messina, ha affrontato il tema “La partecipazione dei Comuni all’accertamento fiscale e contributivo – riscossione dei tributi locali dopo il “Decreto Salva Italia”. Infine, Andrea Ferri, responsabile dell’ufficio tributi Ifel, ha illustrato “La disciplina dell’Imu: composizione e definizione delle risorse comunali 2012”.
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