E’ vero, appena ha finito Grillo me ne sono andato anch’io.
Eppure le cose più specifiche per noi siciliani, per questo territorio, le stavano forse per dire la rosolinese Marzana (mi pare si chiamasse così), probabilmente ancora più interessanti e specifiche le avrebbe dette il candidato a presidente Cancellieri e qualcun’altro sul palco.
Ma tutti, confessiamolo, eravamo lì solo per Grillo. Un po’ per provincialismo, un po’ per sana curiosità, un po’ per vero interesse. Ma la Marzana, che aveva l’ingrato compito di mantenere alta la “curva di interesse” del pubblico presente dopo lo show di Grillo, stava comunque per cimentarsi nel campo delle solite proposte e delle relative argomentazioni: turismo, agricoltura a km.0. Cioè si stava per abbandonare lo show per entrare in un comizio vero e proprio. Lo stesso campo in cui si cimentano, con consumata abilità e per mestiere, i politici “tradizionali”. Quindi la reazione dei più, inconscia o meno, è stata quella di associare, forse immeritatamente, la credibilità della Marzana & C. a quella ormai quasi esaurita dei soliti “noti”. Qualcuno direbbe, chi di arma ferisce, di arma perisce. Vero, almeno in questo caso.
Ma mi sono ricreduto su quello che pensavo fosse più importante registrare in questa occasione comunque singolare. Mi ero proposto di “sentire” che tipo di energia si sprigionasse da Grillo verso la platea, per iniziare a capire meglio come 5 stelle, al momento, sia stimato addirittura il secondo partito italiano, secondo ormai solo al PD. Avevo visto già qualche filmato su youtube, per cui molte delle battute sciorinate da Grillo non mi venivano nuove. Ho avuto la conferma del fatto che l’impatto fondamentale sul pubblico è affidato esclusivamente all’esibizione del mattatore e che, giocoforza, i candidati proposti appaiono come delle anonime comparse che hanno l’esclusivo compito di attuare le tesi e i propositi del leader maximo. A “lui” è permesso quindi, senza essere tacciato di andare fuori tema, in una elezione regionale come in una comunale, di parlare esclusivamente dei “grandi sistemi”. Tesi oggettivamente affascinanti che toccano la “pancia” degli ascoltatori. Un analgesico collettivo basato su una riedizione del solito mito del “cambiamo tutto ed è ovvio che tutto migliorerà”, simile, per certi versi, alle rivoluzionarie cure per la malattia del secolo che periodicamente compaiono e scompaiono come meteore. La speranza come analgesico che solo pochi “eletti” sanno somministrare in dosi così massicce.
Normalmente i comizi a cui siamo soliti assistere in Piazza Municipio, che siano dello sprovveduto locale o del presidente della Regione, a anche su di lì, sono riusciti ad infervorare solo quelli che già la pensavano allo stesso modo. Direi, anzi, che i nostri ordinari comizi servono soprattutto a perdere consensi, mai a guadagnarne di nuovi. Epperò arriva un arringatore di razza come Grillo ed ecco che tanti dei presenti in dubbio, “disfiziati” come diciamo dalle nostre parti, ne sono certo, ora prendono in seria considerazione di andare a votare e di dare la propria preferenza al movimento. Gli anonimi candidati, presentati frettolosamente in coda all’esibizione, diventano solo la promessa della pratica coniugazione del “di lui” pensiero. Dato che, almeno per ora, non hanno i numeri per governare, costituiranno la spina nel fianco al sistema dei partiti che noi ormai conosciamo. Tutto in rete. Niente più giochi relegati solo alle stanze del Palazzo di turno. Referendum propositivi e bilanci partecipati. Meno soldi nel circuito della politica. La trasparenza e la partecipazione diretta come rimedio catartico finale. Cosa fare per uscire dal fosso in cui ci troviamo, verrà dopo, per ora basta definirne solo i contorni generali.
Jn fondo, l’assistere dal vivo, ha confermato la gran parte delle opinioni che già mi ero fatto sul tema. La gran parte di gente presente, parlo dei netini, era costituita non dai soliti “corsisti” o “casseruoti”, cazzeggiatori con pretese da opinion-leader, ma da un assortito mixer di ragazzi e di famiglie quasi al completo: invece dell’ormai noiosa gita al centro commerciale, la possibilità di vedere e sentire dal vivo e gratis uno showman. Tutti caduti nella tela del ragno Grillo che ormai sa perfettamente come entrare in sintonia con l’esasperazione dei milioni di “disfiziati” italiani, in Trentino come in Sicilia. Anche su questo fronte, tutto sommato, niente di nuovo. Osservando in giro (anch’io defilato, lo confesso) mi sono accorto di un aspetto interessantissimo che nè youtube, né la TV, né i giornali riescono ad evidenziare. Così, ad un certo punto, ho concentrato la mia attenzione, su una specifica parte del pubblico presente: i politici locali, quelli con la “P” maiuscola, consiglieri, assessori, loro fiancheggiatori e affiliati, riconoscibili per il loro comune comportamento:
1) posizione defilata laterale, il più laterale possibile e rigorosamente all’impiedi ; la gradinata era severamente vietata perché, chiaramente, politicamente compromettente;
2) in gruppo di due o tre, preferibilmente sostenitori dello stesso candidato alla regione; ciò permetteva di esprimere, nei momenti di maggior disagio, qualche affilata considerazione caustica, immediatamente accolta e condivisa dal gruppo con alzate di sopracciglia e scuotimento del capo;
3) faccia seria, espressione quasi cupa, da persona in fondo cosciente di far parte a pieno titolo di quel mondo di politici “tradizionali” messi in quel momento alla berlina dalle mortificanti, spietate, anche se spesso scontate, battute di Grillo; una sensazione nuova e sgradevolissima, anche se temporanea, quella di sentirsi dalla parte sbagliata;
4) la considerazione più ricorrente era poi “sì, è facile lamentarsi, sparare su tutto e tutti, ma le proposte, quelle che interessano veramente la gente, al di là delle facili polemiche, dove sono? Fare spettacolo a questo prezzo per un comico è facile, la realtà è tutta un’altra cosa”.
5) lo sguardo circospetto, quasi furtivo, rivolto ogni tanto verso il pubblico presente, soprattutto quello della gradinata, per valutare la “presa” del comizio-show e soprattutto per individuare qualche imprudente proprio elettore/sostenitore, magari sul punto di tradire.
In attesa di capire se il vento del cambiamento ci trascinerà in una condizione migliore, a questa categoria, ancora numerosissima, di neo-disadattati sociali, va la mia solidarietà e, penso, quella dei “disfiziati”, a condizione che inizino al più presto il loro percorso di ravvedimento e di disintossicazione dalla politica con la “P” maiuscola, come finora ce l’hanno fatta conoscere. Magari iniziando da queste regionali, magari facendo uno o più passi indietro, ma forse è ancora troppo presto. (Ciniko Inkassero)
Condivido l’articolo sul Comizio di Grillo e le critiche,io aggiungo ad esempio,che Grillo non ha accennato minimamente nè alla Chiesa che evita in ogni modo a non pagare le tasse,nè alla laicità dello Stato,che rappresenta sotto altri aspetti da quelli di base,di primaria importanza,una alternativa politica reale,che cambierebbe la ” centratura ” alla democrazia annacquata e poco civile che siamo costretti a respirare!