La Metamorfosi è un lungo racconto di Franz Kafka, – Praga 1883, Kierling 1924, – uno dei suoi racconti giovanili più conosciuto, pubblicato nel 1915, in cui si parla delle strane vicende di un uomo singolare, metodico, sempre preciso e puntuale non solo con gli orari dei treni che lo conducevano ogni giorno al lavoro ma soprattutto nei rapporti con gli altri.
Un Commesso viaggiatore, sempre fidanzato ma che non si sposava mai, che lavora per mantenere se stesso e la sua famiglia composta dal padre, dalla madre e da una sorella di 16 anni.
Un mattino Gregor Samsa, questo il nome del personaggio del racconto, si sveglia dopo avere fatto dei sogni inquieti, nelle sembianze di uno scarafaggio gigantesco, questo suo nuovo stato gli impedisce di andare al lavoro per cui rimane chiuso nella sua stanza.
Non ha più le braccia nè le mani ma numerose zampette sottili, filiformi ed una voce che non ha più i toni e le espressioni umane, nonostante si sforzi quando la madre, il padre, la sorella e il Procuratore della sua Ditta, quest’ultimo intervenuto per sollecitarlo a presentarsi al lavoro, bussarono alla sua porta sollecitandolo ad aprirla.
Ma Gregor non riesce ad esprimersi, accenna appena qualche frase dai toni poco comprensibili, nè riesce ad aprire subito la porta pur avendo più volte provato a girare la chiave con la bocca da insetto ma la sua forza di volontà e la sua costante insistenza gli permisero finalmente di aprirla.
Alla vista di Gregor trasformato in un orribile scarafaggio i genitori fecero subito dei passi indietro per lo spavento e la paura, la madre di Gregor svenne mentre il Procuratore si diresse di corsa verso le scale dove subito guadagnò l’uscita da quella casa e da quella assurda circostanza che aveva sconvolto e scioccato tutti i presenti, il padre in quella circostanza, agendo d’istinto, prese un bastone e cacciò Gregor nella sua stanza.
Il Procuratore appena rientrò nel suo Ufficio, informò i suoi superiori che subito decisero di licenziare Gregor dalla Ditta, questo grave fatto costrinse la famiglia di Gregor a trovarsi un lavoro per portare avanti la loro esistenza e quella del figlio.
Da quel giorno Gregor si nascose dietro il divano per non spaventare la sorella, che oltre a portargli ogni giorno da mangiare gli puliva la stanza che però ne fa gradualmente un ripostiglio dove trasferisce tutto ciò che non serve o ingombra la casa.
Gregor quando è solo, attraverso una fessura della porta, ascolta i discorsi che fanno i suoi familiari tutte le volte che si riuniscono in salotto.
Una sera Greta, questo il nome della sorella, appassionata di musica, suona il suo violino in salotto, Gregor sentendola suonare si avvicina sempre di più alla porta per ascoltarla meglio e con più partecipazione e ne rimane incantato, si ricorda subito che gli aveva promesso di pagargli delle lezioni per migliorare sempre di più la sua passione per il violino ma senza volerlo si ritrova nel salotto dove, oltre alla sorella che suonava il violino e i suoi genitori, c’erano tre Signori a cui la famiglia aveva affittato una stanza per contribuire a risolvere i problemi economici ma, in quella circostanza, i pensionanti decisero di andare via lasciando la stanza senza pagare a causa del disgusto che avevano provato assistendo alla presenza dello scarafaggio.
Gregor, cacciato con forza ancora una volta dal padre, subisce delle menomazioni che non gli permisero più quei movimenti che lo facevano muovere e spostare quotidianamente nella sua stanza.
Greta, da quando a cominciato a lavorare, non può più accudire Gregor, infatti resta abbandonato a se stesso anche se ora a servirlo è una cameriera.
La famiglia è stanca delle brutte figure che Gregor gli fa fare davanti alle persone, decide quindi di sbarazzarsi di lui, perchè per loro è diventato un peso sia economicamente che socialmente, così Gregor, che aveva ascoltato le decisioni prese dalla sua famiglia, come reazione si chiude nell’indifferenza, rifiuta il cibo lasciandosi morire di depressione e di fame, liberando così la sua famiglia dalla sua presenza divenuta troppo ingombrante.
E’ la cameriera che lo trova dimagrito e depresso, quindi morto nella sua stanza, butta il suo cadavere nella spazzatura.
Lo stato d’animo dei familiari di Gregor è quello di chi finalmente si è lasciato alle spalle un incubo che li attanagliava da tempo, di conseguenza decidono di vendere la casa e di comprarne una più piccola e di pensare a Greta, che è già da marito.
Questa è la trama del racconto de la Metamorfosi che, attraverso un paradosso, denuncia la condizione grottesca e di alienazione del quotidiano in cui vive l’uomo.
Gregor Samsa divenuto uno scarafaggio si potrebbe dire che simbolicamente decostruisce il sistema di potere della micro-istituzione come la famiglia che interiorizza i valori della cultura dominante trasformandoli in meccanismi e in dispositivi, per poi praticarli meccanicamente, per portare avanti un’esistenza piccolo borghese consumistica, dove ognuno nega se stesso, assumendo la forma che il sistema detta e trasmette con una lingua non scritta.
Si potrebbe dire, anche, che attraverso il paradosso Gregor Samsa – Franz Kafka divenendo animale, si deterritorializza, cercando una via di fuga da un sistema che vuole solo ingabbiarlo, circoscriverlo, renderlo dipendente dal lavoro, dalla famiglia, da quel sistema che gradualmente lo conforma alle regole collettive, che ha nei conseguenti ruoli, che si assumono con cui spesso ci si identifica, le “camicie di forza” di ogni società a sistema Capitalista e non solo.
Capitalista che distilla e pratica il pensiero unico, che tratta come merce gli individui, che non permette la diversità, il libero pensiero creativo, l’alternativa culturale politica e sociale, quel divenire dell’individuo proprietario di sè che potenzialmente è in ognuno di noi, arrestando così l’evoluzione culturale e scientifica, non traducendola nei dovuti valori e vantaggi per quella reale qualità della vita individuale e collettiva a venire.
Roberto Bellassai