IL LAVORO, IL VERO CHIODO FISSO DELL’INGEGNERE.
Quanto accaduto nella giornata di venerdì 6 corrente mese non può certo esaurirsi con brevi battute mezzo stampa, poiché rappresenta a nostro avviso, il raggiungimento di un punto che si spera non essere di non ritorno, nell’evoluzione del dilagante malessere occupazionale che in questi ultimi anni ha attanagliato molta parte della cittadinanza.
Piuttosto che sperare che il fatto venga al più presto dimenticato e relegato al silenzio, occorre fermarsi con serenità, serietà e coscienza ad interrogarsi sui motivi che lo hanno generato e mettere in campo decise azioni affinché non solo non si ripeta, ma vengano rimosse al più presto ed in maniera efficace e duratura, le cause che lo hanno innescato.
Lontani da voler speculare sull’accaduto, ma desiderosi di rinnovare un sentito grido di allarme sociale ed economico, è intento del sottoscritto e di tutta Noto Nostra, ribadire che il lavoro deve essere se non l’unico obiettivo, quantomeno quello principale e con esso una politica di reale sviluppo che premiando l’iniziativa privata oltre a quella pubblica, generi occupazione nei diversi settori economici.
Le attenzioni rivolte ai settori del turismo e della cultura sono per una città di prestigio come Noto, legittimi ed indispensabili, ma non si può credere possano essere la panacea di tutti i mali e per tutti i malati con questo ricordando che tanti netini svolgono mestieri e professioni non direttamente connessi a questi due ambiti, ma altrettanto degni di esistere e di ricevere la giusta attenzione.
Certo il fato è stato severo e avrà pure avuto un perverso senso dell’umorismo, ma probabilmente quella bottiglia ricolma di benzina sarebbe rimasta ben chiusa se il Sindaco Bonfanti ancora una volta lontano dalla sua città per dedicarsi ai settori che ama, ossia turismo e cultura, fosse stato presente a sentire le ragioni di quel disoccupato e l’avesse rasserenato.
Ci si domanda a tal punto, a cosa serva investire in cultura e nell’assistenzialismo pure, se poi un cittadino da lungo tempo disoccupato ed in attesa di ricevere il proprio buono di assistenza, decide che l’unico modo di far sentire le proprie ragioni è quello di compiere un insano gesto proprio in uno dei luoghi simbolo del patrimonio culturale netino.
Noto deve tornare ad essere operosa e puntare sul lavoro come volano di sviluppo, di benessere e di cultura pure, poiché il resto senza questo, è nulla! Il resto rischia semplicemente di essere un triste specchietto per le allodole, un pretesto per viziare i figli escludendo i figliastri, una densa coltre di fumo davanti a gli occhi.
Noto, lì 09/11/2015
Corrado Greco
Coordinatore del Movimento Noto Nostra
E’ un fuoco, che brucia, a causa del clientelismo diffuso, che è la piaga sanguinante in Città! Un campo energetico, che si respira in tutti i luoghi! E’ per questa pratica, che offende la dignità del Cittadino, che viene a mancare la dovuta cultura civile, che di conseguenza ribalta la Democrazia in un sistema di Potere, in cui ” il Palazzo ” , diviene e si fa estraneo alla Città!
un popolo affamato si vende più facilmente!