“Farò richiesta con un telegramma per riottenere gli impianti …… abbiamo sempre detto tramite l’aspecon gestire gli impianti”.
Con queste parole il sindaco Bonfanti, che per l’occasione ha delegato l’assessore Bianca e il direttore generale dell’Aspecon a partecipare alla riunione presso la sede della provincia a Siracusa, ha posto la pietra tombale, speriamo definitiva, sulla vicenda dell’acqua.
Durante la riunione non sono certo mancate le polemiche, soprattutto quando si è cercato di addossare la colpa del mancato raggiungimento dell’obiettivo della gestione del S.I.I. con una società unica, acqualia o altro, al comune di Noto.
L’assessore Bianca, con voce stentorea, ha immediatamente rintuzzato con validissime argomentazioni le accuse di aver determinato in pratica il licenziamento dei 150 lavoratori SAI8.
Tuttavia stamani alcuni giornali online, probabilmente ben imbeccati, continuano a sostenere questa assurda tesi.
“E’ durata poche ore l’impressione che tra tutti i comuni e l’Ato ci fosse l’accordo. Nelle ultime ore è emersa una frattura dopo un’intesa fragile. Poco dopo l’incontro nella sede dell’Ato, il piano del commissario Ortello sarebbe stato vanificato dalla posizione di alcuni comuni che hanno chiesto di tornare da subito a gestire in proprio il servizio. Si tratta di Lentini, Noto e Floridia che hanno anche dichiarato di non avere bisogno di personale motivo per cui non assorbiranno quei 40 dipendenti ex Sai 8 che un primo calcolo aveva loro attribuito. Salta quindi tutto. Non ci sono spazi per il piano di gestione a guida Ato e per la ripartizione delle spese (7,5 milioni per tre mesi) tra tutti i dieci comuni “obbedienti”.
Ora tutto torna in discussione. A cominciare dalla posizione dei 150 dipendenti ex Sai 8 che domani dovrebbero dare vita a nuove azioni di protesta. Questo perchè il quadro assume per loro tinte fosche: senza consorzio Ato sulla scena andrebbero incontro a licenziamento e successiva precettazione da parte del prefetto, ma solo le unità ritenute necessarie per la prosecuzione del servizio e al minimo salariale. Sindacati sul piede di guerra e utenti preoccupati perchè uno dei più importanti servizi rischia di bloccarsi.
Adesso anche gli altri comuni dovrebbero procedere di conseguenza. Per quel che riguarda il capoluogo, c’è l’intesa con Augusta e Solarino. Si procederà con avviso pubblico per l’esternalizzazione del servizio garantendo il posto a 87 lavoratori provenienti da Sai 8 più 3 ex Sogeas non confluiti in Sai 8. Priolo ha esternalizzato il servizio ma si farà comunque carico di assorbire quei dipendenti previsti dagli accordi. Pachino e Portopalo si muoveranno insieme e non dovrebbero discostarsi dallo schema sin qui illustrato, come Buccheri che si farà carico di una unità ex Sai 8. Floridia, Lentini e Noto invece faranno da se assumendosi anche agli occhi dell’opinione pubblica la responsabilità di un ruolo scomodo ma in qualche misura coerente alle loro posizioni iniziali.”
Ci risulta invece che il sindaco di Noto ha più volte ribadito la disponibilità ad assumere, fino alla definizione della materia con apposita legge regionale, alcuni dipendenti SAI8 e, per quanto ci riguarda, siamo solidali con la scelta dell’amministrazione Bonfanti.
Carmelo Filingeri
PARLA IL SINDACO DI FLORIDIA, ORAZIO SCALORINO
“Non ci sta a passare per quello che sta rischiando di mandare a casa i 150 dipendenti di Sai 8. Lui è Orazio Scalorino, sindaco di Floridia. Sin dalla campagna elettorale ha condotto una battaglia per il ritorno all’acqua pubblica contribuendo anche alla stesura del testo di quella che è poi diventata la legge Vinciullo-Di Marco. Insieme ai colleghi di Noto e Lentini ha ribadito la volontà di gestire impianti e servizio in proprio, senza ricorre a sistemi che possano richiamare in causa i privati.
“E se i lavoratori di Sai 8 si trovano in questa situazione le colpe vanno ricercate nel passato. Bisogna, ad esempio, partire dal fallimento della società. E noi sindaci lì non abbiamo responsabilità“, dice Scalorino. Ma i sindaci, compatti, potrebbero salvaguardare gli attuali livelli occupazionali. “E siamo d’accordo. Ma solo a patto che la gestione rimanga pubblica. Mi spiego. Se dalla Regione mi mettono in condizione di fare assunzioni esulando dal patto di stabilità, non ho problemi ad agevolare i lavoratori che oggi rischiano il posto. Ci mettano nelle condizioni e noi lo facciamo. Ma la gestione deve essere diretta. Se vogliono imporci altri privati, io sono contrario. Penso ai danni che Sai 8 ha prodotto a Floridia. Qui ho i miei disoccupati con l’acqua staccata”, dice ancora accalorato il primo cittadino floridiano.
Che ci tiene a ribadire che lui non sta mandando a casa nessuno. “E’ stato sbagliato il sistema del passato. Se siamo a questo punto, la colpa non è del sindaco di Floridia, o di Lentini o Noto. Io mi prendo le mie responsabilità, ma non posso farmi carico dei guasti del passato”.
Il comune di Floridia riprenderà possesso degli impianti il 19 giugno. “Abbiamo personale specializzato in pianta organica, se ne occuperanno loro. Io devo dare risposte alla mia città, seguendo anche l’indicazione unanime del Consiglio Comunale””.
PARLANO I DIPENDENTI DELLA FALLITA SAI8
Giornata di agitazione e protesta per i 150 dipendenti di Sai 8. Dopo le ultime sconfortanti notizie venute fuori dall’incontro tra l’Ato Idrico e i comuni, i lavoratori si sono spostati in prefettura. In piazza Archimede è arrivato anche il commissario liquidatore dell’Ato Idrico, Mario Ortello. Chiesto un incontro con il prefetto per il rispetto di quanto stabilito al tavolo prefettizio da tutti i soggetti coinvolti a fine maggio. I sindacati invitano ad esplorare tutte le possibili soluzioni che salvaguardino la qualità del servizio e tutti i livelli occupazionali. “Alla luce di quanto appreso dall’esito della riunione tra Sindaci e Ato Idrico di ieri, riteniamo auspicabile, ad esempio, la nascita di un consorzio che partendo dai cosiddetti Comuni obbedienti, possa addirittura allargarsi ai rimanenti 11 Comuni della nostra Provincia. Quest’ultima soluzione, ci appare inoltre coerente, con quanto già definito in sede prefettizia, proprio nella riunione del 24 Maggio scorso, che puntava a soddisfare le aspettative dei Comuni e salvaguardava tutti i lavoratori, siano essi diretti che indiretti”.
PARLA L’ON. VINCIULLO
“Un percorso fin troppo tortuoso quello che sta riguardando la gestione del servizio idrico integrato, tanto che si ha l’impressione che ogni problema venga acuito per spingere necessariamente verso l’ingresso dei privati”. Duro l’attacco che il deputato regionale, Vincenzo Vinciullo muove nei confronti di quanti “stanno creando un clima di confusione e preoccupazione che non si riscontra in altre realtà siciliane, come Palermo, in cui si è usata la legge regionale per garantire la gestione pubblica del servizio idrico integrato nelle more dell’entrata in vigore della riforma complessiva del settore”. Per Vinciullo “c’è qualcosa che non va, ma che non è tollerabile- chiarisce il parlamentare regionale- perché non si può giocare sulla pelle dei lavoratori”. Secondo l’esponente di “Nuovo Centro Destra”, che insieme a Marika Cirone Di Marco ha proposto il disegno di legge poi approvato dall’Ars, “i posti dei dipendenti di Sai 8 non possono essere messi in discussione, in nessun caso”. Propone altre strade da seguire, “molto prima di pensare a contratti di solidarietà o a qualsiasi altra soluzione ai danni dei lavoratori. Si inizi da un taglio dei costi eccessivi, a partire da quelli che riguardano gli stipendi di alcune categorie di dipendenti, che guadagno molto di più dei dirigenti regionali. Si continui- polemizza Vinciullo- evitando di sperperare inutilmente denaro. E’ solo un esempio- prosegue il parlamentare regionale- ma non è un bel segnale vedere le luci degli uffici di viale Santa Panagia accesi per tutta la notte. Una “disattenzione” che stride con tutto il resto”. Ulteriore motivo di rammarico, per l’esponente di opposizione a palazzo dei Normanni, il fatto che “non si siano più fissati incontri in prefettura con la deputazione. E’ come se volessero estrometterci, mentre basterebbe dire con chiarezza di cosa ha bisogno il territorio , in modo da verificare eventuali soluzioni che possiamo contribuire ad individuare, sempre che ce ne sia davvero la volontà“.
PARLA L’AVV. GIANNONE PER NOTOLIBERA
“Bene ha fatto il Sindaco Bonfanti a ricordare che le bollette vanno pagate, ma al contempo avrebbe dovuto anche dire che vanno pagate dopo regolare verifica nella emissione dopo che è venuto fuori il modo di emissione del bollettificio Sai 8. Invitiamo Il Sindaco Bonfanti a chiedere conto e ragione della gestione di sai 8: degli investimenti mai fatti; degli interventi nella rete contrattualmente previsti e mai realizzati; del mancato adeguamento del depuratore che anzi con la gestione di sai 8 ha avuto il colpo di grazia procurando danni ambientali e di immagine in una città turistica di cui il mare rappresenta la principale offerta; dei danni provocati alla sua cittadinanza da una società che ha vessato i cittadini senza dar corso agli impegni contrattuali ed alla carta dei servizi; ma sopratutto considerato che la procura Della Repubblica di Siracusa ha aperto una inchiesta contro i responsabili della gestione privata, il Sindaco di Noto ha il dovere istituzionale di costituirsi parte civile nel procedimento penale che ne scaturirà con richiesta di tutti i danni causati alla città ed alla cittadinanza di Noto. I cittadini pagheranno le bollette negli importi legittimi e non secondo le pretese del fantasma sai 8”.
L’ULTIMA LEGGE REGIONALE (LA VINCIULLO-DI MARCO)
L.R. 06.05.2014 n.12: Disposizioni urgenti in materia di servizio idrico integrato.
Art. 1. – Disposizioni in materia di servizio idrico integrato relativamente all’Ato idrico di Siracusa
1. Nelle more dell’adozione del nuovo piano d’ambito del servizio idrico integrato per i comuni ricompresi nell’Ambito territoriale ottimale della provincia di Siracusa, da effettuarsi entro sei mesi dalla data di entrata in vigore della presente legge, i predetti comuni sono autorizzati a gestire direttamente, in forma singola o associata, il servizio idrico.
2. Nel caso di mancata adozione del piano d’ambito entro il termine di cui al comma 1, l’Assessorato regionale dell’energia e dei servizi di pubblica utilità dispone, previa diffida, la nomina di un commissario straordinario. Gli oneri conseguenti all’attività del commissario straordinario sono posti a carico dell’ente inadempiente.
3. Per le finalità di cui al comma 1, i comuni dell’Ato idrico di Siracusa che hanno consegnato gli impianti alla società di gestione, dichiarata fallita, possono richiedere alla curatela fallimentare la restituzione degli impianti dati in affidamento.
Art. 2. – Norma finale
1. La presente legge sarà pubblicata nella Gazzetta Ufficiale della Regione siciliana ed entrerà in vigore il giorno stesso della pubblicazione.
2. È fatto obbligo a chiunque spetti di osservarla e di farla osservare come legge della Regione.
PARLA L’ON. GIANNI
“I sindaci che chiedono la restituzione degli impianti hanno ragione. Ma non è questo il momento di forzare la mano”, spiega Gianni. “Oggi il tema è affrontare l’emergenza-urgenza di salvare servizio e dipendenti. I Comuni – insiste il deputato regionale – non sono pronti a gestire direttamente il servizio, non hanno i soldi e non possono fare assunzioni. Che facciamo, mandiamo tutti a casa?”, domanda polemico Pippo Gianni.
Che una soluzione l’avrebbe pronta e la presenterà anche a Palermo. “I Comuni e l’Ato creano una società mista per gestire l’acqua pubblica con costi contenuti e interventi razionali. E si assumo i 150 ex Sai 8″, in sintesi l’idea del parlamentare regionale. “Un’operazione acqua totalmente pubblica oggi non si può fare. Chiedo ai sindaci di Floridia, Noto e Lentini di riflettere bene, di fare una riflessione attenta e seria. Dobbiamo salvare capre e cavoli. Martedì all’Ars alzo il tono della discussione, non si possono mandare a casa così 150 persone. Non possiamo giocare sulla pelle della gente. Anche il prefetto e l’Ato hanno il dovere di risolvere il problema. La Sicilia è una polveriera, non possiamo aggiungere altri elementi di tensione sociale”.
PARLA FINOCCHIARO, PRESIDENTE DEL CNA DI SIRACUSA
«È abbastanza fuori dal contesto – afferma Antonino Finocchiaro, presidente di CNA Siracusa – ritornare ai singoli affidamenti agli Enti Locali per la gestione di un servizio fondamentale come quello idrico. Una scelta anche in contrasto con gli orientamenti europei di integrazione tra i territori puntando ad aggregazioni di area vasta».
Per Finocchiaro e per la sua organizzazione, dunque, la soluzione passerebbe dalla gestione unitaria di tutti i Comuni attraverso una conduzione pubblico-privata, con la costituzione di un nuovo soggetto che veda protagonisti gli attori interessati, ovvero, gli enti locali, i lavoratori, le imprese, in quella che viene definita “una ipotesi di partecipazione innovativa e coraggiosa”.
Se questa ultima ipotesi risultasse non percorribile, in breve tempo, per la CNA rimarrebbe un’unica opzione, quella tracciata dagli organi fallimentari e condivisa dal commissario dell’Ato Idrico, Mario Ortello, ed anche dalla Regione, la proposta di affidare per un periodo limitato di tempo il servizio ad un soggetto privato da individuare, che consenta un controllo ferreo da parte dei Comuni interessati, in attesa della norma regionale di riordino del settore, per garantire una adeguata gestione del servizio.
«Vogliamo lanciare un forte appello – conclude Antonino Finocchiaro – affinché si trovi presto una condivisione di intenti nella gestione del servizio idrico, evitando di procedere in ordine sparso con il risultato di aumentare gli sforzi senza ottenere il risultato più importante, ottimizzare i costi, evitare salassi nelle tariffe e fare gli investimenti necessari affinché il servizio diventi sostenibile negli anni a venire. In ballo ci sono, ribadiamo, le sorti delle aziende dell’indotto che occupano oltre 200 dipendenti e a questi si aggiungono i 158 dipendenti di Sai8.»
NOTA A MARGINE: il C.N.A. è la Confederazione Nazionale dell’Artigianato e della Piccola e Media Impresa. Com’è chiaro dalla fine dell’intervento, essa tutela in via prioritaria (se non esclusiva) i 200 dipendenti dell’indotto, o meglio, le imprese iscritte che a vario titolo collaboravano con SAI8 in virtù di rapporti di lavoro non stabili.
Fatta salva la più che legittima lotta dei 158 di SAI8, non è chiaro però come la temuta frammentazione (non scomparsa) del servizio in provincia possa comportare danno alle imprese del CNA del siracusano, a meno che la tutela non sia intesa verso tutti gli iscritti ma solo verso le poche imprese in ballo che, tra l’altro, risultavano sistematicamente maltrattate nei pagamenti da SAI8.
Dato che il CNA invoca il salvataggio di alcune sue precise assistite, utilizzando precise risorse della collettività, mi pare doveroso che si elenchino con altrettanta precisione le ditte beneficiarie ed il numero di relativi dipendenti a totale 200.
Poichè è risaputo che la frammentazione del servizio non comporterebbe riduzione (anzi!) alla mole di manutenzioni riversate sul mercato a favore della platea di imprese del siracusano (nella maggior parte regolarmente escluse dal precedente assetto), sembra proprio che i cannoni del CNA di Siracusa siano rivolti proprio dalla parte sbagliata a volere sostenere il mantenimento dello status quo, che giova innegabilmente solo a poche imprese (tra l’altro per niente garantibili con l’invocato ingresso di un nuovo soggetto privato “forte”).
Mistero delle logiche sindacali.
sento in giro pseudo-ditte e pseudo-tuttologi cucchiare sulla possibile gestione comunale dell’acquedotto
ma qual’è stata la spirtizza di una gestione allegra fatta da Sai 8 senza pagare sistematicamente le salatissime bollette dell’enel fino a raggiungere nella provincia un debito stratosferico di 10 milioni di euro?
e qual’è l’interesse delle pseudo-ditte di volere mantenere un rapporto che, data la quantità enorme di soldi non incassati, avrebbe fatto cappottare chiunque altro?
in economia nessuno regala niente a nessuno, quindi ….