Spunti di riflessione per il sindaco di Noto e le forze politiche presenti in città
In questi ultimi anni i Comuni e il loro sistema di welfare hanno pesantemente subito l’impatto della crisi economico-finanziaria sia in termini di aumento dei bisogni dei cittadini sia in relazione alle continue diminuzioni delle risorse.
Mentre gli effetti diretti sulla vita quotidiana dei cittadini italiani della crisi in atto sono sempre più tangibili, l’accesso ai servizi sociali rischia di essere compromesso dai tagli impartiti dalle manovre finanziarie che si sono, in questi ultimi mesi, succedute.
La centralità e il peso di questa realtà pone interrogativi sulla ragione sociale e il ruolo dei Comuni, dal momento in cui gli amministratori locali si ritrovano quotidianamente, con sempre meno risorse, ad affrontare gli effetti della crisi economica che ogni giorno assume i contorni sempre più nitidi di una crisi sociale profonda.
Il comparto dei Comuni, nonostante sia quello che ha maggiormente contribuito al risanamento dei conti pubblici, viene ancora una volta chiamato a “contrarre” la sua risposta sociale in un momento in cui la sofferenza sociale si sta acutizzando.
Sia i dati provenienti dal mondo del lavoro, che quelli relativi all’aumento della povertà e la diminuita capacità di risparmio e spesa degli italiani, ci pongono di fronte ad una situazione allarmante che gli italiani percepiscono sempre più intensamente e di lunga durata.
A questa “paura per il futuro”, e a quella per i tagli ai Comuni da parte dello Stato, si affianca l’idea che i Governi locali, meglio di altri, siano in grado di indirizzare ed investire risorse per affrontare la crisi.
Infatti, gli enti locali hanno saputo mettere in campo interventi e risorse per affrontare in modo integrato e sistemico gli effetti della crisi. Infatti, se nel 2009, la maggior parte degli enti locali si erano trovati ad intervenire sul bilancio di previsione attraverso variazioni per poter assumere provvedimenti mirati anticrisi o semplicemente rispondere all’aumento delle domande di servizi sociali, oggi questi interventi paiono più solidi perché già programmati e previsti nei bilanci correnti.
In base ad un primo monitoraggio avviato da Cittalia, realizzata in collaborazione con la Commissione Affari Sociali e Welfare dell’Anci, sugli interventi anticrisi assunti dai Comuni, in molte realtà sono state adottate iniziative volte a sostenere le imprese (riduzione dei costi amministrativi a loro carico, interventi straordinari a sostegno dell’occupazione e fondi per il sostegno alla creazione d’impresa ecc), ed in particolare finalizzate a sostenere i singoli e le famiglie in difficoltà (accesso al credito, riduzione delle rette e delle tariffe sui servizi comunali, aumento di contributi economici alle famiglie in difficoltà, riduzione dei canoni di locazione degli alloggi pubblici, ecc).
Ma in particolare le misure anticrisi più ricorrenti messe in atto dagli enti locali, finalizzate a sostenere i singoli e le famiglie in difficoltà, hanno riguardato nell’ultimo biennio:
• l’agevolazione nell’accesso al credito;
• la riduzione delle rette e delle tariffe sui servizi comunali per le famiglie in difficoltà;
• l’aumento di contributi economici per i cittadini in sofferenza economica per utenze, spese scolastiche o per l’acquisto di generi di prima necessità;
• l’ampliamento delle fasce di reddito base (Isee) di coloro che hanno diritto ad esenzioni;
• la ridefinizione delle soglie di esenzione di reddito per l’addizionale comunale sull’Irpef;
• riduzione dei canoni di locazione degli alloggi pubblici e potenziamento delle misure di prevenzione degli sfratti;
• contributi (in parte a fondo perduto e in parte sotto forma di accesso ad un prestito bancario garantito), per cittadini colpiti da provvedimento di sfratto per morosità;
• l’erogazione di borse lavoro per il reinserimento lavorativo;
• la predisposizione di voucher per lavoro occasionale e accessorio rivolti a disoccupati, cassaintegrati o soggetti in mobilità.
www.cittalia.it