Ancora contraddizioni sulla presunta intercettazione tra Crocetta e il suo medico personale Matteo Tutino, pubblicata dall’Espresso il 16 luglio scorso, a firma dei giornalisti Piero Messina e Maurizio Zoppi e smentita più volte dalla procura di palermo che ha anche aperto una inchiesta.
Si apprende dal quotidiano Libero che gli inquirenti avrebbero deciso di convocare anche il cronista del giornale La Sicilia Mario Barresi, per chiarire le sue dichiarazioni rese proprio a Libero.
“Un consigliere regionale del Pd il 30 di giugno mi ha riferito parola per parola il testo della presunta intercettazione. Ho la registrazione. Se la Procura mi convocherà, la metterò a disposizione”, aveva detto Barresi anticipando quindi il primo di luglio il testo della presunta telefonata, in cui il chirurgo (per l’Espresso) avrebbe detto al governatore siciliano: “Lucia Borsellino va fermata, fatta fuori. Come suo padre”. Frase, che per il giornalista de La Sicilia sarebbe invece “Lucia Borsellino va fermata, fatta fuori”.
Il giornalista conferma: “probabilmente sarò convocato dagli inquirenti, ma non c’è ancora ufficialità sulla data dell’incontro”.
Il giorno dopo la pubblicazione dell’intercettazione sul settimanale, il 17 di luglio, il presidente della commissione Sanità all’Assemblea regionale siciliana , Pippo Di Giacomo (Pd) scrive in un post di Facebook: “Sono mesi che gira la notizia di un’intercettazione imbarazzante. L’hanno fatta sapere a Lucia, Crocetta, a me, a altri”. Dichiarando poi a Libero di conoscere quella telefonata da ambienti politici siciliani già da un anno e di non voler comunque rivelare la fonte.
Che la notizia circolasse da tempo, lo conferma anche un articolo pubblicato dallo stesso Barresi sulla Sicilia, sempre il 30 di giugno, dal titolo: ”Arresto Tutino, nelle intercettazioni spunta il presidente”. Per questo gli inquirenti ora vogliono conoscere la sua fonte.
La vicenda inizia il 16 luglio scorso, quando l’Espresso pubblica il testo della presunta telefonata tra il presidente della Regione siciliana Rosario Crocetta e il primario di Villa Sofia di Palermo Matteo Tutino, agli arresti domiciliari per truffa, peculato e abuso d’ufficio. L’intercettazione è stata smentita dal procuratore Francesco Lo Voi. Dopo la pubblicazione dell’articolo, i giornalisti Messina e Zoppi sono stati iscritti nel registro degli indagati.
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