Il Consiglio Comunale di Noto è stato straordinariamente convocato per il prossimo sabato 15 marzo, alle 18.00, per perfezionare il conferimento della cittadinanza onoraria, dallo stesso organo già deliberata lo scorso 28 giugno del 2013, a “S.A.R. (Sua Altezza Reale – n.d.r.) Don Pedro di Borbone, Principe delle Due Sicilie e Orléans, Duca di Noto, Gran Prefetto del Sacro Militare Ordine Costantiniano di San Giorgio”, discendente diretto delle loro Maestà, il Re Ferdinando II di Borbone e la Regina Maria Sofia di Baviera (e non Maria Teresa d’Austria come erroneamente affermato in delibera).
L’ineffabile Wikipedia definisce la cittadinanza onoraria come un’onorificenza concessa da un comune per onorare una persona, anche non residente, che è ritenuta legata alla città per nascita, per il suo impegno o per le sue opere.
La delibera del consiglio illustra che il Sindaco giustifica tale proposta perché “.. verso la direzione di intraprendere rapporti privilegiati dal punto di vista del marketing turistico con lo stato spagnolo”. Da quanto segue, si deduce che i meriti particolari non sono del nobile Don Pedro ma del fu Ferdinando II, che nel 1837 trasferì a Noto l’amministrazione provinciale con grande gioia dei Siracusani, riconducendola, dopo venti anni, a funzione di “Capovalle”. Nel 1838 con proditorio sbarco a Calabernardo da una nave a vapore, Sua Maestà visitava Noto che gli dedicava per l’occasione quella che oggi conosciamo come “Porta Reale”. I gossip dell’epoca raccontano poi che a Noto, il Re (che notoriamente per definizione “non fa corna”) nutrisse un particolare interesse, ricambiato, per una nobildonna locale. Nient’altro.
Di minore rilevanza, di certo, sono la citata partecipazione di Don Pedro ad una solenne messa officiata dal Vescovo e la soddisfazione esternata dallo stesso nel fregiarsi del titolo di Duca di Noto, città che, per sua stessa ammissione, non conosce ma che, ovviamente, “tanto ama”.
Altro scopo dell’onorificenza è di “poter evidenziare e poter sostenere le grandi opere assistenziali e filantropiche a cui il Principe si dedica …”.
Riassumiamo quindi i motivi di tale “nobile” iniziativa:
1. favorire rapporti privilegiati, in materia di “marketing turistico”, con lo stato spagnolo
2. manifestare riconoscenza ad un discendente di sesta o settima generazione dei reali borbonici, Ferdinando II & Consorte, per i “benfatti” a Noto risalenti a più di 170 anni fa
3. riconoscere il valore che da queste parti riveste ancora il titolo nobiliare di Duca di Noto (http://www.borbone-due-sicilie.org)
4. aderire in un modo non ben definito alle altrettanto non definite meritorie opere assistenziali e filantropiche curate dal Duca (www.constantinianorder.org)
5. esortare il Duca ad avvicinarsi alla città e, soprattutto, ai suoi futuri concittadini per coltivare “un reciproco rapporto di crescita umana e sociale”
6. vantare una personalità di cotanta “natura nobile e aristocratica” tra i più illustri nostri concittadini.
Don Pedro Giovanni Maria Alejo Saturnino y todos los Santos, nato nel 1968 dal Duca Don Alfonso dei Borboni e dalla Principessa Anne d’Orleans, è attuale Duca di Noto, titolo in precedenza detenuto dall’augusto padre fin dal 1960 e di cui non v’è precedente memoria di particolare interesse manifestato per il suo nobile ducato.
L’innegabile fascino che ancora a Noto riveste tutto ciò che è in odore di nobiltà, è veramente trasversale. Tant’è che tra gli undici votanti, annoveriamo i dem Salvatore Valvo, Corrado Frasca, Giovanni Campisi. Di certo loro si sono più appassionati alle incontenibili ricadute di “marketing turistico” con lo stato spagnolo. Da questo punto di vista una geniale intuizione, come quella ormai memorabile sui Giapponesi. Immagino già file di borboni, in genere arzilli ultra-ottuagenari, intenti a riempire B&B e a frequentare trattorie e stabilimenti balneari, mirabilmente indirizzati ed eruditi dal locale fiduciario su pick-up.
E poi vuoi mettere la sferzata di energia all’ormai ammosciata e disincantata nobiltà netina, neanche più avvezza alla ribalta degli esclusivi club giocherecci locali, ormai conquistati e monopolizzati da rozzi parvenu.
Per avere un’idea della lungimirante “botta di genio” della nostra estrosa amministrazione, abbiate la pazienza di visitare i link prima indicati e potrete constatare la vivacità e la consistenza del mondo verso cui noi tutti netini stiamo fiduciosamente riaprendo una rispettosa finestra. Veramente improponibile l’idea di incoraggiare e valorizzare questo tipo di identità territoriali in salsa federalista, anche se a dirlo di recente, in quella che ritengo la più clamorosa delle sue non rarissime cazzate, è stato proprio Grillo.
Già penso alla prossima domenica che potrò affrontare meglio, pensando di essere ormai concittadino di Don Pedro, con cui avrò modo di sviluppare un fecondo “reciproco rapporto di crescita umana e sociale”. E come me, anche i nostri concittadini più disagiati: crescita umana e sociale e pacche sulla spalla, di rigorosa ispirazione Borbone, anche per loro.
E poi, confessiamocelo, vuoi mettere il plebeo piacere di incastrare un principe e duca nel nostro sistema di fiscalità locale, facendolo divenire netino soggetto passivo d’imposta? Anche S.A.R. a districarsi tra TARES, TARSU, IMU & C. crudelmente e inesorabilmente applicati al suo amato quanto immateriale Ducato.
E non ultimo, essendo divenuto ormai a tutti gli effetti “uno de noi”, anche lui riceverà al momento opportuno la sua brava scheda elettorale. Di chi si ricorderà, a quel punto?
M5Sdoc
Che dire? Una Amministrazione politicamente qualunquista,continua con la scusa del City Marcheting, a calpestare i processi storico culturali! Si tratta di gente senza memoria storica,che vive alla giornata,che va soprattutto dietro alle mode del momento,nonostante ci abbiano dato le Sibille!