“Dall’impotenza alla creatività”
” Donne di Fuora , una Associazione culturale di Catania, che organizza manifestazioni culturali alternative senza scopo di lucro, per contribuire ad alzare il livello culturale individuale e collettivo, non solo in Città, il 9 Settembre appena scorso, nella Palestra Pietro Lupo di Catania ha organizzato un Seminario con il poeta, filosofo e regista Silvano Agosti, dal titolo: ” Dall’impotenza alla creatività ” .
Silvano Agosti, un comunicatore, che con autorevolezza e semplicità di linguaggio ci ha ricordato che siamo degli essere umani, che al di là della Nazione di cui facciamo parte siamo abitanti del “Pianeta Terra”, ci ha poi spiegato fin nei dettagli, che ognuno di noi è un soggetto “potenzialmente infinito, che però vive rinchiuso e si autorinchiude in ” gabbie” dove viene congelata la vitalità e la vita.
Queste “gabbie, secondo Agosti, sono: il lavoro, la scuola e il matrimonio, una triade che rende la vita molto spesso invivibile.
Il lavoro, le otto ore lavorative di ogni giorno, che poi non sempre ci viene dato, un lavoro ripetitivo e stressante, in condizioni di sfruttamento, che comporta l’alienazione del soggetto, che sollecita nel lavoratore la sola parte meccanica, sacrificando quella creativa.
Silvano, sostiene che basterebbero appena tre ore di lavoro al giorno di ogni lavoratore per permettere a tutti gli abitanti del ” Pianeta Terra ” di provvedere ai bisogni basilari, risolvendo il problema della fame nel Mondo, dove ancora ogni giorno muoiono secondo le statistiche 8.000 bambini per fame, sostenendo anche che basterebbe prelevare il 10% delle spese militari per eliminare del tutto questa piaga tremenda, che mette a nudo i detentori del potere economico e politico di tutti gli Stati autoritari globalizzati.
La scuola, che invece di educare alla reale conoscenza della pluralità dei Saperi e della libertà, educa al conformismo e alla funzionalità dei sistemi economici, politici e culturali del sistema di turno, alimentando la separazione tra lavoro intellettuale e lavoro manuale, contribuendo e comfermando la società in classi.
Il matrimonio, che dovrebbe basarsi sull’amore tra due persone, nel reciproco rispetto e nel dialogo, al di là delle eccezioni, dopo qualche anno di vita coniugale, la parabola amorosa gradualmente scema e scende giù senza possibilità di risalita, eppure siamo a conoscenza nonostante le sovrapposizioni culturali e politiche degli Stati, che nel lontano passato vivevano Società senza Stato e senza Dio, come ad esempio, le “ Società Gilaniche “ dove uomini e donne vivevano liberamente e pacificamente a contatto con la natura, in cui la donna essendo procreatrice, veniva celebrata come una Dea, oppure nella Società Greca si contemplava e sidivideva l’amore in Agape, Philia, Storgè, Eros, ecc. Oggi l’amore si riduce a un concetto che sa di mistificazione e di manipolazione, in cui non passa nè l’amore, nè la ragione, che produce insoddisfazione e frustazioni, a causa dei ritmi frenetici della vita che si vive, e di un Eros, che spesso non soddisfa i coniugi, limitato alla procreazione e senza orgasmo, in cui sono prevalenti i rituali che mortificano la vitalità e il piacere, che sono elementi basilari per la creatività e il divenire degli individui realmente liberi, trasformando i rapporti da amorosi a rapporti di potere.
Silvano Agosti ci ha fatto vedere diversi Docufilm di sua produzione, che hanno sollecitato degli interventi e un dialogo fatto di domande e risposte tra i Seminaristi e Agosti, Seminario composto in maggioranza da donne, infatti, gli uomini eravamo una minoranza, a cui Silvano sempre con autorevolezza e semplicità di linguaggio ha fatto delle ” sane provocazioni , e nell’intervallo tra la prima e la seconda parte della serata si sono formatedei capannelli per scambiarsi le impressioni ricevute, che hanno stabilito quel dovuto lievito che ha contribuito a fare prendere coscienza che i meccanismi e i “ dispositivi impersonali , possono essere superati, e che dalle ” gabbie , si può uscire se ci si ribella e se si ha la volontà di cominciare a cambiare gli stili di vita prendendoposizioni politiche alternative al sistema, assumendo anche un linguaggio adeguato, perchè quello delle istituzioni e dei Media, con cui ci si rapporta e spesso si ci identifica fa divenire schiavi dei ” ruoli fissi , quindi del sistema del ” falso io , che si sostituisce al nostro vero io, espropriandoci delle nostre potenzialità di ” individui unici , facendoci vivere per il dovere e non per il piacere, pur essendo potenzialmente dei ” capolavori , per dirla con Agosti, di conseguenza è nelle nostre possibilità uscire dall’impotenza per appropriarci di noi stessi e della creatività in questa vita.
Nella seconda parte del Seminario è stato proiettato il film ” Uova di garofano , un film di Silvano Agosti del 1987, con Lou Castel e Alain Cuny, in cui si racconta l’infanzia di tre sorelle e di tre fratelli durante la fine della guerra del 1945, in cui l’Italia da fascista divente democratica. Nel film oltre a raccontare della sua famiglia e in particolare di Silvano da piccolo, al di là del contenuto violento, sono prevalenti quei valori basati sulla solidarietà, il profondo sentimento per gli esseri umani, l’amore e lo stupore per la vita in un luogo dove la natura insegna a vivere con semplicità e armonia.
Roberto Bellassai