Ma cosa centra il Comune di Noto con la Chiesa?
Cosa centra Palazzo Ducezio con la Chiesa!
Non sono due Istituzioni completamente diverse l’una con l’altra?
Il Comune si occupa dello Stato civile, della Democrazia, delle Leggi, la Chiesa della Religione, di conseguenza l’etica civile non ha niente a che vedere con l’etica religiosa!
La prima tiene conto dei processi storico culturali e scientifici, mentre l’altra si occupa di fede, di Santi, di Dio, per chi ci crede!
Non sono un’interfaccia dello Stato, di conseguenza nemmeno del Comune!
Cosa centrano dunque i due pannelli infiorati raffiguranti San Corrado negli archi di Palazzo Ducezio?
Nella sede del Comune?
Nella casa di tutti i Cittadini siano essi atei, Cattolici, Agnostici, Evoluzionisti, Materialisti, Libertari, Illuministi, Testimoni di Geova …
Il Comune è aconfessionale, è soprattutto Presidio di pluralismo delle Idee, di conseguenza non può privilegiare nessuna Religione, in relazione alla legge 25 Marzo 1985, N.21, Articolo 1 Gazzetta Ufficiale N.85 del 10 Aprile 1985, in cui è scritto che la Religione Cattolica non è più Religione di Stato, e ancora nella sentenza N. 203 del 1989, con cui la Corte Costituzionale sottolinea che “il principio supremo della laicità dello Stato è uno dei profili della forma Stato delineata nella Carta Costituzionale della Repubblica“.
A Noto in particolare l’Amministrazione Bonfanti, una Amministrazione e un Sindaco Cattolici non adulti, non solo fanno un uso improprio degli spazi pubblici, deturpando l’opera di Sinatra, ma non rispettano i principi etici della laicità, mistificando, continuando sistematicamente a calpestare i processi storico culturali e scientifici, che si sono succeduti nel tempo, che sono costate dure lotte, confino, guerre, morti, sangue di milioni di uomini e donne, ignorando la dimensione laica della libertà basata storicamente sulla ragione che è la facoltà universale per eccellenza, quella ragione che ci ha portati alle regole della Democrazia, alla Carta Costituzionale che viene ignorata e che, in questo caso non solo simbolicamente, ribalta la dovuta etica civile in etica religiosa, non deponendo per niente bene né nei confronti della Cultura Civile, nè nei confronti della stessa Religione, che arresta e blocca lo sviluppo e la libera formazione della personalità dei Cittadini, colonizzando il suo immaginario, elemento fondamentale per la reale pluralità culturale e per la convivenza, specie in una Città divenuta Patrimonio dell’Umanità che invece di chiudersi culturalmente, deve necessariamente aprirsi !
Roberto Bellassai
Comitato per i Diritti del Cittadino
In effetti, almeno in teoria, dovrebbe essere così: potere laico da un lato e potere religioso dall’altro. Proprio per questo, i fondatori di Noto decisero di collocare palazzo Ducezio di fronte alla Cattedrale per contrapporre i due poteri.
Questa vicenda assume contorni sempre più paradossali che testimoniano l’unico obiettivo del Sindaco e dei suoi compagni, ossia quello di accaparrare consensi.
Mentre la chiesa celebra questo evento pregando, l’amministrazione non perde occasione per spendere quattrini pubblici. Il quinto centenario dalla beatificazione di San Corrado è stato il giusto pretesto per assestare l’ennesimo colpo alle casse comunali. Fino ad oggi ammonta a circa 50 mila euro il conteggio per spese di viaggio a Calendasco, restauro piazzetta di San Corrado (Marconi), lucidatura della statua e i due quadri infiorati; e chissà quante altre sorprese ci riserverà l’albo pretorio nei prossimi mesi…
Solo i due quadri infiorati sono costati 3.000 euro. Spesa sproporzionata se si pensa che per l’allestimento del presepe vivente a Testa dell’acqua sia stato concesso un contributo di appena 2.500 euro e la maggior parte delle persone hanno prestato la propria opera gratuitamente.
La spesa più grossa, ovviamente, è consistita nel rifacimento della piazza. MA ERA PROPRIO NECESSARIO? Oltre ad essere praticamente nuova era, ed è ancora a tutt’oggi, in sostanza inutilizzata. Questi soldi potevano essere spesi meglio? Quasi tutte le strade sono ridotte a una groviera tanto che l’amministrazione non ritiene più nemmeno conveniente rattopparle e pensa all’intero rifacimento accendendo onerosi mutui.
TUTTO CIÒ PARADOSSALMENTE IN ONORE DI UNA PERSONA CHE HA FATTO DELLA POVERTÀ E DELLA RINUNCIA AL DENARO UNO STILE DI VITA.
Se San Corrado fosse ancora vivo, avrebbe speso tutti questi soldi per apparire più bello? Soprattutto con la gravissima crisi economica che sta attraversando l’economia, in particolar modo quella netina?
1500… 3000… 4762,38… 32976,28 + iva…
L’amore per la propria vocazione, la benevolenza, l’accoglienza, la sobrietà hanno permesso a San Corrado di esprimersi col proprio cuore e la propria pietà. Egli ha evidenziato che attraverso la pratica della povertà e della sobrietà è possibile realizzarsi senza ostacoli e conquistare credibilità.
Piccole e grandi croci quotidiane, che derivano dall’accettazione di quelle prove che, giorno per giorno, fanno parte del cammino di ognuno. Sono state le situazioni di dolore che San Corrado ha vissuto e affrontato a fregiarlo del titolo di Patrono di un paese a mille chilometri di distanza da quello di origine.
San Corrado vive e insegna uno stile povero improntato all’essenzialità e caratterizzato da un mix di sobrietà e penitenza. Furono queste scelte a farlo entrare nel cuore di un popolo cui nemmeno apparteneva.
Si dedicò alla preghiera, alla meditazione ed alla penitenza in luogo solitario: la grotta dei Pizzoni. Egli non amava apparire.
Grazie alla rinunzia, alla preghiera e alla penitenza riuscì a farsi amare anche nelle zone più impervie della Diocesi.
La cultura del politico, invece, che porta a pensare solo ai propri interessi e rende insensibile alle grida degli altri, lo fa vivere in una bolla di sapone, nella futile illusione del provvisorio, che conduce all’indifferenza verso i veri bisogni della collettività, anzi porta alla globalizzazione dell’indifferenza. OGNI CITTADINO RAPPRESENTA SOLO UNA TESSERA ELETTORALE; IL SEGGIO ELETTORALE È LA SUA DIMORA E IL VOTO LA SUA PAROLA.
In concreto, seguendo l’esempio di San Corrado sarebbe necessario affidarsi incondizionatamente all’essenzialità e alla sobrietà, seguendo l’esempio di Cristo, se veramente si vuol far credere di essere religiosi, che sperimenta un percorso di spoliazione e di offerta per il bene dell’umanità. E non esibendo immagini sacre.
In definitiva, siano o non siano queste le direttrici che orientano la vita di San Corrado, dovrebbero in ogni caso essere di grande esempio per l’amministrazione Bonfanti.
Salvo Gionfriddo.
Signor Gionfriddo,La classe politica locale,da quello che registriamo,sia eticamente che politicamente,si può dire che si piega facilmente ai vertici della Chiesa locale. Che dire? Non sono dei Cattolici adulti,mistificano,evitano il discernimento tra cultura civile e religione,perchè praticano le ” passioni tristi ” ,sono troppo identificati con il potere,di conseguenza calpestano i processi storico culturali,colonizzando l’immaginario della Città,facendoci vivere non solo simbolicamente in un contesto tolemaico!