In questi mesi stiamo registrando un fatto strano nel PD. Ogni volta che si presenta l’occasione per qualcuno di emergere rispetto agli altri, succede un parapiglia capace di fare tremare la sede di piazza Bolivar. Sono supposizioni, è chiaro, suffragate però da una notevole profusione di interventi sulla stampa locale. Articoli e articoli su faccende interne di partito, a dispetto del vecchio detto che vorrebbe che i panni sporchi si lavino in casa e, come canterebbe Fiorella Mannoia, “parlando e parlando, di cosa poi non si sa”.
Il Partito Democratico, come è noto, ha in sé svariate aree e gruppi di pensiero che spesso e volentieri, sempre stando alla stampa locale, non riescono a mettersi d’accordo tra loro.
L’area Renziana ha a capo Bartolomeo Padua, lo stesso che fino a qualche mese fa condannava l’operato di Bonfanti per inefficacia e al quale non voleva assicurare, secondo noi giustamente, l’appoggio a scatola chiusa alle prossime elezioni come invece aveva deciso di fare il resto del PD; lo stesso inoltre che non perdonava al sindaco le politiche adottate in merito alla questione “Trigona”. Questo però valeva fino all’altro ieri. Oggi niente…. come se non fosse successo nulla e potessimo cancellare dalla storia, con un colpo di bacchetta magica, le accesissime polemiche a mezzo stampa!
L’area civatiana è rappresentata da Sebi Ferlisi, già segretario cittadino e dimessosi dall’incarico per svolgere quello di assessore. Lo stesso che si professava avverso all’area Dem perché funzionale al centro destra e che definiva come non rappresentativa del partito la vice sindaca; la quale a sua volta chiaramente, rivendicava con orgoglio la sua posizione di “tecnica” in seno alla giunta. Sono stati giorni di guerra, sui giornali, dove altro? Da assessore dimissionario, Ferlisi ha lanciato un messaggio pesante come un macigno: “Me ne vado, grazie di tutto, ma occhio che ci saranno delle scelte da fare per le prossime elezioni amministrative!”. Si riferiva forse all’asse PD Gennuso? Forse. I “Mai con Gennuso” ben rappresentato in giunta, li ricordiamo un po’ tutti.
E poi ci sono i PDini ambientalisti, che pur condannando apertamente le trivelle a largo dei nostri spettacolari mari, proposte proprio dal PD, si dissociano, restando nelle sue file e in alcuni casi rientrando come la Raudino che ha affermato apertamente: “Sono del PD”.
Quanto ai giovani democratici, bisogna rilevare che su alcune tematiche specifiche sono stati più coraggiosi, forse incoscienti, rispetto ai senior. In una lettera affidata ai giornali, perché nel PD di Noto anche i giovani hanno la buona abitudine di comunicare per mezzo della stampa, prendevano le distanze dal circolo della città, pur restando saldamente in casa, poiché oltre a non condividere le scelte politiche di partito, accusavano di subire l’ostruzionismo interno nei loro confronti.
E i Cuperliani? Forse come il capo di questa area nonché attuale segretario del partito, Emanuele Della Luna, sono impegnati a fotografare roselline, rosmarino e braccialino ai “giardinetti” pubblici, tralasciando di notare le irregolarità edilizie. Ad ogni modo direte, è sempre meglio che “pettinar bambole”.
Questa è la storia di un partito con molteplici anime che malgrado tutto però, paradossalmente riescono a ricompattarsi, serrare le fila fino a dichiarare con più di un anno di anticipo, l’indiscusso appoggio alla prossima ricandidatura di Bonfanti, dando per scontato che il sindaco uscente voglia stare con il PD!
Sembra incredibile ma è così!
Nel frattempo però, visto che articoli di stampa in tal senso non ce ne sono, ci piacerebbe sapere se qualcuno ha mai sentito parlare di tematiche di interesse collettivo dal circolo di Piazza Bolivar, oltre alle solite beghe interne di partito: quali progetti per l’occupazione, lo sviluppo sostenibile, l’educazione e l’accoglienza, la riqualificazione delle periferie?
E ci torna in mente la Mannoia col suo ritornello: “Come si cambia per non morire, come si cambia per amore, come si cambia per non soffrire, come si cambia: per ricominciare!”.
Mentre il Pd piange e vive una crisi d’identità non rappresentando più le classi deboli e la difesa dei diritti sociali, gli altri partiti non ridono di sicuro.
Perfino il movimento Cinque stelle non sembrerebbe brillare per unione e comunione se è vero, come è vero, che nella nostra piccola realtà registriamo la presenza di due meet up distinte e separate.
Liti e contrasti si registrano un po’ ovunque, mentre nel centro destra probabili candidati spuntano come funghi, da un giorno all’altro, alcuni più agguerriti di altri, insieme all’ipotesi di coalizioni e possibili alleanze vincenti.
Un panorama complessivo non certo esaltante per l‘elettore, destinato a presentarsi ancora una volta sbandato e confuso al seggio a causa dei tanti “IO straripanti” che pensano solo a giungere all’ambita meta.
Stiamo attenti però!
Queste modalità sono percepite dal cittadino che vuole respirare aria nuova e ai partiti è richiesto di risolvere la crisi, recuperando il rapporto con l’elettorato, senza usare vecchi sistemi clientelari, giochi di prestigio, malafede, imbroglio e inciucio!
Il loro compito non è affatto semplice. Allo stato attuale, da una parte c’è una politica sempre più liquida, supponente e impotente, dei diritti negati, dei tatticismi e opportunismi, dall’altra parte l’elettorato pretende e spinge verso un necessario e ormai indispensabile approccio nuovo.
Si e’ spezzato insomma il famoso filo rosso che legava rappresentanti e rappresentati. La domanda a questo punto è: “Basta spingere verso il cambiamento perché ciò accada?”. La risposta è perfino ovvia: “NO”.
Se la politica deve cambiare, anche il cittadino deve rivendicare il suo ruolo di elettore serio e incorruttibile pretendendo una parte più attiva, un coinvolgimento diretto senza abdicare o svendere il suo diritto al voto in cambio di vantaggi personali.
Un programma elettorale da sottoporre alla comunità non può dunque bastare!
Ci vogliono fatti concreti ed è essenziale che chi scende in campo chiarisca quello che vuole raggiungere, perché e come intenda procedere per costruire il futuro della nostra città. Che i programmi non siano solo belle parole, finite sistematicamente nei cassetti della politica, per essere recuperate alla prossima occasione!
Rosa Bologna – presidente di Notolibera
Santo Spatola – segretario di Notolibera
Cinque aree, cinque correnti, cinque capi, in un Partito che una volta si chiamava PCI, poi PDS, poi DS, ora PD, cioè Partito Democratico, che difende gli industriali, quindi il Capitale.
Ma di quale Democrazia parlano costoro?
Questo articolo così come lo si può leggere, lascia trasparire un sentimento di amore ed odio. Insomma il classico sentimento che tormenta tutti gli amanti traditi. Solo che in questo caso non si capisce bene chi ha tradito.
Ma quale odio …Vuole essere un’analisi della realta’ che ci circonda .
Prima del voto e’ normale e fisiologico analizzare quanto e’ avvenuto
in questi 4 anni di governo del PD e non solo.
Ti sembrera’ strano ma amiamo chiederci il perche’ delle cose! …la chiamerei
una constatazione ,una presa di coscienza ed anche una speranza , sarebbe ora
che si innescasse davvero un cambiamento vero e sincero fuori da tutte le strategie, utili solo ai partiti ed al nutrimento della politica…
Non siamo tormentati , delusi Si !
Siamo stati elettori del PD ma ci avete dato l’occasione per scoprirvi ,non ci siete piaciuti…quindi paradossalmente vi ringraziamo.
Se c’e’ un tradito questa e’ la citta’ !!!
Emanuele tu sei tanto una brava persona,ma ti prego ,per il futuro non prestare la tua macchina fotografica…non farti strumento di cose che non trovano giustificazioni.
e poi, Eminentissimo segretario del PD , dopo i tradimenti , la sofferenza, ci si rifá comunque una nuova Vita.
Cosa che Notolibera ha fatto rinnovandosi, cambiando se vogliamo registro, non certo per opportunismo perché questo lo fa chi occupa le poltrone , ma per necessità , ancora una volta non per quelle del movimento , ma certamente per la città .
Non si chieda chi sarà il candidato a sindaco di Notolibera, ma si interroghi piuttosto su quale sarà il vostro, del PD dico, fornendo però le reali motivazioni.
un abbraccio affettuoso!