Il giorno dopo, il segretario regionale del Pd Anthony Barbagallo si prende l’applauso della direzione nazionale del partito: «È stato celebrato il trionfo della Sicilia», sorride alla fine della riunione.
Così, forte del successo alle Amministrative, Barbagallo già rilancia con le primarie per Palermo e per la Regione e liquida la candidatura di Peppe Provenzano. Partendo però da lontano: «Ora — dice — bisogna intensificare il confronto con i Cinquestelle. Abbiamo vinto per due fattori: unità e prossimità».
«Unità» è chiaro. Cosa intende con «prossimità»?
«Nella scelta dei candidati al Consiglio bisogna individuare persone vicine alla gente, senza nomi calati dall’alto. Abbiamo vinto per questo».
A Palermo, però, Leoluca Orlando è una zavorra?
«Orlando fa parte della storia del centrosinistra. Noi siamo questi, con i nostri errori e i nostri slanci. Al tavolo ci si presenta col partito unito. Non si può cancellare Orlando».
Ok, ma come si supera?
«Guardando al futuro. Costruendo l’alleanza. Siamo la casa delle primarie. Dobbiamo iniziare a parlare del metodo di scelta del candidato».
Le primarie sono la sua opzione preferita?
«Assolutamente sì».
Intanto c’è un problema: i Cinquestelle non hanno ancora il referente regionale.
«Io sono scaramantico».
Che c’entra?
«Se non l’hanno nominato e abbiamo vinto, forse è meglio che non lo nominino. Scherzo, ovviamente: ma quello che è accaduto in comuni molto popolosi
Lei è in campo?
«No, io ho già tanti impegni da segretario regionale».
E allora il Pd a chi pensa? A Caterina Chinnici?
«A lei e a tante altre donne. Una donna sarebbe il segnale migliore per la discontinuità. Siamo l’unica regione senza la preferenza di genere».
Giusy Savarino di Diventerà bellissima l’ha sfidata: «Decide l’Ars, facciamolo insieme».
«Il disegno di legge è in commissione. È fermo perché il centrodestra fa melina. Rischiamo di essere commissariati anche su questo».
Non è donna, ma a sinistra c’è ancora il nome di Claudio Fava.
«Anche il suo è un buon nome».
Non si sbilancia.
«C’è poco da sbilanciarsi. Con tutti questi nomi hai voglia a fare primarie».
Grazie, arrivederci.
REPUBBLICA – Palermo