Mi convinco sempre più dell’anomalia dimostrata dall’approvazione della legge Vinciullo-Cirone sull’acqua pubblica a Siracusa avvenuta lo scorso 6 maggio e non ancora esecutiva.
Contro ogni previsione, il nuovissimo grande blocco di interessi aqualia/curatela Sai8, non aveva potuto evitare in tempo il colpo di mano di Vinciullo all’ARS. Come prima pezza, in neanche 24 ore il “blocco” aveva ottenuto l’esplicita capitolazione di sei comuni sui dieci ubbidienti. In pratica circa tre quarti del montepremi totale di utenze all’asta. Nel rimanente quarto, quello degli ubbidienti/ribelli, si sono collocati Noto, Floridia, Solarino e Buccheri. Pochino, ma sufficiente a creare un fastidio della madonna. Specialmente all’inqualificabile sindaco siracusano che solo oggi, dopo ben quattro mesi di annunciate proposte e soluzioni, ammette di “scoprire” che il rispetto del patto di stabilità gli impedisce di assumere chicchessia.
Era luglio 2013 e l’ineffabile neoeletto sindaco di Siracusa, il subagente del venditore di pentole nazionale, annunciava “Sono pronto sin da subito a prendere possesso degli impianti e alla gestione dell’acqua pubblica. Ritengo che il passo fatto dal commissario dell’Ato idrico, Ferdinando Buceti, sia un atto che va finalmente in direzione della tutela del cittadino e della cosa pubblica”.
Ipocrita e/o incapace, fate voi.
A questo punto, a dieci giorni dalla fine dell’esercizio provvisorio, fissato il 25 maggio, dopo mesi e mesi di chiacchere, i fatti rimangono questi:
la legge non è esecutiva perchè non ancora pubblicata ed è stato nominato fresco fresco il sostituto di Buceti, tale Ortello, commissario del consorzio dei comuni ubbidienti (gli altri 11, in pratica, lo possono ignorare per legge).Se adesso uniamo i puntini cosa otteniamo?
la stragrande maggioranza dei comuni ubbidienti vuole aqualia, è rispuntata dalla regione una figura che può legittimare la decisione “unitaria” assunta dalla stragrande maggioranza dei soci, e infine, al momento le leggi vigenti non permettono agli ubbidienti di staccarsi dal gregge.
Se il nuovo commissario è venuto col chiaro mandato di non disgregare il gruppo, l’inevitabile passo verso l’adesione alla soluzione mista con aqualia è veramente breve. Se poi si trova il provvidenziale cavillo per ritardare la pubblicazione e quindi l’esecutività della legge Vinciullo-Cirone, il gioco è veramente fatto.
Non che il sindaco possa mai essere privato della sua facoltà di rendersi autonomo, ma occorrerebbe un ulteriore supplemento di “carattere”.
Nel momento in cui tutti ci vogliono sorprendere, spunta Marziano che polemizza con Garozzo sul fatto che assumere i dipendenti ex Sai8 non costituirebbe comunque per i comuni violazione del patto di stabilità. Spunta anche il Vice presidente di F.I. in Sicilia, tale Edy Bandiera, che dopo non avere negato la sua convinta adesione alla “Vinciullo-Cirone”, dimentica tutto e già plaude al neo commissario, invitandolo a perseverare nella “costituzione di un Ente di gestione pubblica dell’acqua che preveda la compartecipazione dei Comuni”, unica soluzione contro la perdita di lavoro dei 150 della Sai8.
Secondo voi Bandiera e F.I. in Sicilia da che parte stanno?
Restiamo in attesa di posizioni così originali anche a Noto.
Ricercatore
ORA O MAI PIU’
Segnalo che, come avevo facilmente previsto, la legge “Vinciullo-Cirone” non è stata pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale di oggi. Quindi per almeno un’altra settimana e (forse?) più, non entrerà in vigore.
A questo punto il sindaco deve fornire ai suoi concittadini delle prove di esistenza e passare ai fatti.
E’ ormai chiaro che la strategia è quella di costringere i poveri 10 sindaci a non decidere in proprio portandoli, è il caso di dirlo, con l’acqua alla gola”