“LA PEGGIOR SETTIMANA DEL MIO MANDATO”
Ci eravamo lasciati poco prima di Ferragosto con le immagini di un sindaco pimpante e contento, gioioso sul palcoscenico prima del concerto di Colapesce e Dimartino (avete mai visto un sindaco salutare prima di un concerto?
Noi adesso si) e nell’annunciare il ripescaggio del Noto (e successa la stessa cosa a Palazzolo Acreide e incredibilmente l’annuncio non l’ha fatto il sindaco Salvatore Gallo, strano).
Quella che doveva essere la settimana culmine per Noto si e invece trasformata per il nostro condottiero nella “peggior settimana” del suo mandato, nonostante i tentativi di addossare le colpe agli altri e scaricarsi da dosso le responsabilità.
Un po’ come dopo gli articoli della stampa nazionale su via Rocco Pirri e sui problemi idrici degli ultimi mesi.
Martedi 20 agosto – “A Noto e cessato il dissesto”, titola un quotidiano locale riprendendo la notizia apparsa sui social in cui viene annunciata l’approvazione del bilancio riequilibrato si, ma solo in Giunta. L’occasione giusta per tornare a scaricare le responsabilita su chi c’era prima, solo che il “nostro” finisce per essere smentito sia dal suo predecessore Bonfanti, sia dall’ex alleato Leone, i quali incredibilmente scriveranno le stesse cose.
Mercoledi 21 agosto – E il giorno del concerto-tributo a Ennio Morricone e le cose non vanno benissimo sin dai primi momenti della serata: la scalinata della Cattedrale si riempie subito, la gente resta fuori nonostante il biglietto pagato, la pubblica sicurezza blocca gli ingressi e il concerto prima inizia poi si ferma. Immediato il post per scaricare le responsabilita agli organizzatori che, invece, l’indomani interverranno numeri e autorizzazioni alla mano. Anche in aula consiliare il “nostro” continuera a scaricare le responsabilita agli organizzatori (dira una cosa del tipo “sono loro ad aver scelto la sicurezza”).
Sembra finita, e invece no.
Arriviamo al 25 agosto, giorno di San Corrado. E stavolta a riecheggiare sono le parole del Vescovo Salvatore Rumeo durante l’omelia. Parla di una Noto terra di conquista, dove non esistono regole.
E il “nostro” cosa fa? Replica con parole farneticanti, quasi deliranti.