Dopo la pagliacciata del consiglio comunale dei giorni scorsi, sarebbe inutile e ripetitivo dissertare sulla ignominia del primo cittadino.
È ormai un fatto notorio la sua capacità mistificatoria, la sua incapacità e incompetenza, qualità direttamente proporzionali alla sua pochezza e piccineria, tanto da non fare più impressione.
Ciò che davvero lasci basiti è la totale supina genuflessione di uomini e donne che riscaldano gli scranni di Palazzo Ducezio, i consiglieri di maggioranza, tanti Riccardo cuor di Leone che obbediscono servilmente agli ordini del capo.
Da anni siedono in consiglio passivamente, aprendo bocca solo per respirare o per pronunciare un timido si o no durante le votazioni.
Nessuna dignità, nessun rispetto per se stessi, prima ancora che per chi gli ha permesso di stare lì seduti.
Ma forse è meglio tacere piuttosto che fare la pietosa figura di qualcuno, senza fare nomi tanto si sa, che legge le quattro righe che qualcuno gli ha scritto , senza capirne il senso, dimenticando la sua recente storia politica.
Non è grave solo che abbiano votato no alla mozione dei consiglieri di opposizione.
È molto più grave che nessuno , tranne qualche goffo tentativo, abbia ritenuto giusto, nei confronti dei propri elettori e dei cittadini tutti, motivare il proprio voto con argomentazioni serie, frutto di conoscenza della materia e di approfondito studio.
La scelta di regalare ai privati la gestione del cimitero, ghiotta occasione per un sicuro business milionario, è una scelta scellerata ed empia decisa unilateralmente dal Sindaco Figura e dai suoi assessori (chissà per quale bieco tornaconto) e subita dai singoli consiglieri di maggioranza ancora più colpevoli per la loro ignavia.
Se il primo cittadino andrebbe relegato nel 5 cerchio dell’inferno dantesco, dove stanno i superbi, accidiosi ed iracondi, i consiglieri finirebbero nel 9 cerchio: i traditori.
Ricordate bene le loro facce alla prossima tornata elettorale, perché sicuramente nessuno potrà ricordare la loro voce o qualche loro iniziativa, inesistente.
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