Mi sorprendono le dichiarazioni del Sindaco Bonfanti rilasciate alla stampa sulla vicenda dei 131 ex contrattisti.
Come già successo in passato il Sindaco rischia di avvitarsi sulle sue certezze senza ascoltare quanti suggeriscono percorsi diversi, mostrando una fretta che contrasta con la quanto mai opportuna ed obbligata necessità di confrontarsi con tutti ed ascoltare proposte diverse, soprattutto quando si tratta del futuro di uomini e donne che da anni rendono il loro servizio per la città e rischiano da un giorno all’altro di sprofondare nelle fosche incertezze del precariato.
Si tratta della vita, del reddito, del futuro delle persone. In questi casi sul dovere di “dare una efficace e stabile organizzazione alla macchina amministrativa” deve prevalere il dovere dell’ascolto per valutare serenamente se vi sono strade diverse, strategie altre rispetto a quella, quantomeno frettolosa, di dare attuazione alla sentenza del Giudice del Lavoro.
Non venga firmata la delibera di Giunta che riorganizza l’Ente trasformando contratti di lavoro a tempo indeterminato in contratti a termine.
Vi è cosi tale urgenza di ottemperare una sentenza non definitiva, sottoposta al gravame dell’appello, con possibilità di successo se è vero come è vero che pareri di illustri amministrativisti ritengono corretto il processo di stabilizzazione dei precari oggetto della controversia?
E’ certamente vero che vi sono opinioni per l’immediata ottemperanza. Ma è anche vero che vi sono convinzioni di segno opposto. Ed è anche vero che possono esserci strategie nel breve e medio termine che comunque evitino una scelta esiziale per le persone.
A fronte di ciò è fondamentale ed obbligatorio attendere, temporeggiare, ascoltare tutti e poi decidere con piena scienza e coscienza.
Soprattutto la coscienza di aver tentato l’impossibile per evitare il baratro del precariato infinito.
Aldo Tiralongo Consigliere Comunale PD/Rinnovamento per Noto
Il consigliere Tiralongo, ignora che le sentenze del Giudice di primo grado sono esecutive e che già da oggi il rapporto di lavoro dei dipendenti, se non si adottano immediatamente misure a tutela degli stessi (leggasi rientro nel bacino del precariato) dovrebbe ritenersi, dal punto di vista strettamente giuridico, sciolto.
Invece l’Amministrazione da un lato sta appellando la sentenza di primo grado con richiesta di sospensione degli effetti e dall’altro si sta preoccupando di mantenere vivo il rapporto di lavoro anche qualora la richiesta cautelare dovesse essere rigettata dal Giudice di Appello.
In questo lasso di tempo, tutti coloro che ritengono di volere dare un contributo professionale proponendo anche soluzioni complementari e/o alternative sempre a tutela dei lavoratori, e nel rispetto delle Leggi e dei Provvedimenti Giurisdizionali, può liberamente farlo.
Le demagogie, le strumentalizzazioni, la ricerca di visibilità, il populismo a tutti i costi lasciano il tempo che trovono e sono figli del pressappochismo e della spregiudicatezza.
Comincia la campsgna elettorale del PD in mslo modo,le norme ckme al sllito vslgkno per gli altri,ma in questo caso il Consigliere Tiralongo ha perso una bella occasione per non intervenire,considersto che sulla vicends ha degli evidenti interesi personali,che non gli consentono l’obiettivita’ nel giudizio.Quallora si dovesse esptimere il Consiglio Comunale potrebbe essere incompatibile.Come mai non c’e’ la stessa risoluzione come i lavoratoti di Sai 8 ? Forse li non hanno parenti ?
Ma la politica non è forse l’arte del possibile al di là delle leggi e delle sentenze, specie quando si tratta di lavoratori che rischiano il posto di lavoro? La posizione del Consigliere Tiralongo, che condivido, è chiaramente politica, da politica fuori dal Palazzo, che purtroppo viene praticata poco, soprattutto perché non esiste rapporto tra Partiti e Base politica, di conseguenza ” la politica ” si riduce sempre di più a un fatto burocratico, in cui ” i politici ” divengono ” gli impiegati ” della politica, che si limitano a osservare e ratificare le leggi, espropriando la politica dei Diritti dei Cittadini! In questo caso il Diritto al lavoro sancito dall’Articolo 4 della Carta Costituzionale.