Per incontro con l’Autore, l’Associazione Libera, fondata da Don Luigi Ciotti, ha organizzato e presentato a Noto il 20 Dicembre 2018 nel Salone della Parrocchia del Sacro Cuore, il libro del Giornalista d’inchiesta Paolo Borrometi, dal titolo: “Un morto ogni tanto “, Solferino Editore.
Un libro che a meno di un mese dalla sua pubblicazione è alla sua seconda Edizione.
Alessio Puglisi, di Libera, ci ha ricordato della Giornata della Memoria e dell’impegno in ricordo delle vittime innocenti delle mafie, che dal 1996 ogni anno il 21 Marzo si svolge sempre in una Città diversa del Bel Paese, dove vengono fatti i nomi e i numeri sia del lungo elenco dei Giornalisti uccisi, che delle vittime innocenti delle mafie.
Da parte del Vice Sindaco di Noto, Corrado Frasca, è stata letta una lettera del Sindaco di Noto, assente alla presentazione del libro per motivi di impegni fuori Noto.
Caterina Scifo ha letto un brano del libro in cui si ricorda l’aggressione subita da Paolo Borrometi nella sua Città, Modica, dove due mafiosi incappucciati lo aggredirono e lo massacrarono di botte fino a lasciarlo in una pozza di sangue, con una spalla rotta in più parti, di cui ancora oggi ne è rimasto menomato.
L’avv. Lauretta Rinauro, coordinatrice di Libera di Siracusa, ha introdotto “Un morto ogni tanto“, parlando della Città di Vittoria, quindi dell’oro rosso, del pomodorino di Pachino che viene coltivato in quella zona, da dove ogni giorno e per tutto l’anno partono 150 camion per tutte le località, dove soprattutto viene sfruttata la manodopera composta da donne rumene, polacche e africane, accampati in tende, a cui dopo otto ore di lavoro vengono pagati in nero a 20 euro al giorno, subendo spesso maltrattamenti e violenze.
Poi ha accennato ad altre inchieste fatte da Borrometi, riguardo la Zona Sud della Sicilia Orientale, ed ancora ci ha accennato dell’On. Giuseppe Gennuso, che sembra avere problemi con la Giustizia.
II Salone nonostante fosse all’estrema periferia di Noto, (non sappiamo perché non è stato dato uno dei tanti locali disponibili del centro storico) era pieno, saranno stati più di 250 le persone presenti, con molta gente in piedi, che aspettavano con ansia per vedere e sentire dal vivo Paolo Borrometi , un Giornalista d’inchiesta, che sul Giornale La Spia.it, ha fatto le Cartografie della delinquenza organizzata nella Zona Sud della Sicilia Orientale, facendo nomi e cognomi dei delinquenti e dei mafiosi, cosa mai fatta prima d’ora da nessun Giornalista, ma erano presenti anche perchè avevano letto delle varie inchieste fatte su la Città di Noto.
E Paolo Borrometi con molto rispetto, equilibrio e ironia nello stesso tempo, ha iniziato col dirci che c’è una parte della Sicilia mafiosa, che non è stata mai raccontata, che è quella delle provincie di Ragusa e di Siracusa, quella che viene definita delle “provincie babbe“, dove opera la mafia dei colletti bianchi, la mafia silenziosa, quella degli imprenditori infiltrata nella politica, che si nasconde dietro la mafia grezza e violenta, che spara e ammazza, facendo corruzione e affari, dove in passato trascorrevano la loro latitanza i capi dei clan mafiosi dal calibro di Matteo Messina Denaro e Bernardo Provenzano, che controllavano il territorio continuando a fare affari.
Borrometi continua parlando di Noto, dicendoci che lo spazio che è stato dato ai proprietari del Chiosco, davanti a Palazzo Ducezio e alla Cattedrale, ha trasformato il Chiosco in una specie di Circo Equestre, dove manca solo Moira Orfei, che deturpa esteticamente l’immagine della Zona Aurea e di conseguenza della Città, così come le baracche che si trovano all’inizio del Viale alberato dei Giardini pubblici, lato monumento di San Corrado, che deturpano quell’area.
Ci risulta che nel recente passato siano state fatte delle Ordinanze di sgombero da parte dell’Amministrazione, che non sono state fatte realmente rispettare.
Ci ha parlato del Consigliere Comunale, Corrado Cultrera, dei suoi presunti brogli elettorali, che subito dopo la sua inchiesta pubblicata su il Giornale online La Spia.it, si autosospese per alcuni mesi rientrando alla chetichella in Consiglio Comunale, come se nulla fosse successo.
Ha accennato al famoso Bonifico pre – elettorale, ma soprattutto si è soffermato sulla responsabile della Ditta che gestisce il personale delle pulizie del Comune di Noto, che essendo la sorella di una persona attualmente in carcere, che si presume sia legato a uno dei capi clan della zona, non può rimanere a gestire un lavoro che ha che fare con il Comune di Noto, di una Istituzione pubblica, che deve essere trasparente dal punto di vista legale sotto ogni aspetto, ed ancora sulla questione del Segretario del PD di Noto, Emanuele Della Luna e di Giuseppe Antoci responsabile della legalità del PD nazionale, che riprende in un articolo pubblicato su un Giornale online il Della Luna riguardo le affermazioni nei confronti di Borrometi, invitandolo ad essere più cauto nel difendere il Sindaco di Noto, ma soprattutto tenere conto dei dovuti modi e dei termini consoni al suo ruolo, quindi al Partito che rappresenta.
Secondo noi, nel suo post, poi divenuto un articolo pubblicato su un Giornale locale, non ha saputo discernere tra il ruolo di Segretario di un Partito e l’Amministrazione, che il suo Partito appoggia politicamente, perché è basilare l’autonomia di una formazione politica nei confronti di un Sindaco che può anche non essere stato politicamente prudente riguardo le critiche fatte da Paolo Borrometi. Borrometi, ancora una volta ha chiesto pubblicamente al Sindaco di Noto di dare un segno di legalità, cosa ad oggi mai fatta sugli argomenti sopra trattati.
Ogni volta che Borrometi parlava delle inchieste fatte sulla Città di Noto, tutte le persone presenti all’incontro, si lasciavano andare a dei lunghi applausi scroscianti, che duravano diversi minuti, per sottolineare la condivisione delle sue inchieste, ma era anche una maniera di manifestargli e fargli sentire la fiducia, la vicinanza e la solidarietà ad un Giornalista coraggioso, che lavora e informa per una reale legalità, rischiando ogni giorno la vita per il bene collettivo.
Ci ha anche detto che bisogna rompere il silenzio, perché il silenzio uccide, quindi di fare delle scelte di campo per passare dal tu al noi, per potere isolare le mafie.
Dopo l’intervento di Paolo Borrometi è intervenuto il Vescovo della Diocesi di Noto, Mons. Antonio Staglianò, che ha dato il suo saluto, disquisendo sul Natale, ma anche sui comportamenti della società di oggi, sostenendo che in ognuno ci sono delle “radici mafiose”, di conseguenza bisogna che ognuno si faccia un esame di coscienza.
Vogliamo fare delle considerazioni nei confronti della Stampa locale, dicendo innanzitutto che è stata assente, che non ha informato la Città, quindi i Cittadini, prima e dopo la presentazione del libro, perché giorno 16 Dicembre, il Comitato per i Diritti del Cittadino ha fatto un Comunicato Stampa in cui pubblicizzava la presentazione del libro di Paolo Borrometi ma nessuno dei tre Giornalisti locali, a cui è stato inviato ne ha dato notizia, né hanno scritto un articolo dopo la presentazione di “Un morto ogni tanto“, cosa invece fatta da altri Giornalisti nelle varie presentazioni che si sono susseguite e si susseguono anche con interviste sia in Sicilia, che in altre regioni italiane.
Ad Alcamo, ad esempio, dove è stato presentato “Un morto ogni tanto” L’Amministrazione Comunale, ha concesso a Borrometi la Cittadinanza Onoraria.
Vogliamo chiudere con uno scritto di un coraggioso Giornalista Siciliano, che ha fatto scuola di giornalismo, come Giuseppe Fava, che scrive: “Io ho un concetto etico del giornalismo. “Ritengo infatti che una società democratica e libera quale dovrebbe essere quella italiana, il giornalismo rappresenti la forza essenziale della società. Un giornalismo fatto di verità impedisce molte corruzioni, frena la violenza della criminalità, accelera le opere pubbliche indispensabili, pretende il funzionamento dei servizi sociali, tiene continuamente all’erta le forze dell’ordine, sollecita la costante attenzione della giustizia, impone ai politici il buon governo“
Paolo Borrometi, scrivendo e presentando il libro a Noto, “Un morto ogni tanto“ ha contribuito a fare quanto ha scritto Giuseppe Fava, cosa a cui non hanno contribuito i Giornalisti della Stampa locale di Noto.
E ce ne dispiace davvero molto!
Comitato per i Diritti del Cittadino
Notoambiente
Condivido in pieno le osservazioni e il commento ad un evento che avrebbe dovuto avere ben altra eco (ed anche location). Ma tant’è!
Ovviamente tutta la vicinanza e solidarietà a Paolo Borrometi
Ciao Giovanni,di questo incontro con Paolo Borrometi se ne parla solo in privato,che a me sembra un grosso limite culturale e politico,che va contro la stessa Città.