NOTO ED IL SUO TERRITORIO: REGOLE PER IL BENE COMUNE O ANARCHIA PER INTERESSI PRIVATI?
Lo scorso luglio il Consiglio Comunale ha approvato delle varianti al Regolamento Edilizio ed alle Norme di Attuazione del p.r.g. dando delle regole (eventuali errori si possono correggere) per le costruzioni in zona agricola.
Tali Regole, norme ordinarie in ogni comune con un minimo di civiltà, sono state studiate e proposte da un’equipe formata da geometri, architetti, ingegneri in collaborazione con alcuni esperti di sostenibilità ambientale.
Tali Regole, dettate dal buon senso civico, sono un passo assolutamente necessario per garantire uno sviluppo armonico, sostenibile e rispettoso per il futuro della città e del suo territorio
Tali Regole non ledono assolutamente la libertà di costruire in zona agricola ma tendono a limitarne gli abusi e a favorire la riqualificazione del costruito esistente, rispettando l’identità e la storia del territorio.
Tali Regole, presupposto minimo per mantenere nel tempo il Valore Universale Eccezionale – costantemente e capillarmente monitorato dall’UNESCO – permetteranno a Noto di dare avvio ad una progettualità importante e a lungo respiro, legata non più solo alla conservazione ma alla valorizzazione del suo patrimonio, considerato nelle sua unicità ed interezza: architettonico, archeologico, antropologico e paesaggistico.
Le Norme approvate inoltre sono volte a regolamentare solamente le nuove costruzioni: viene regolamentata l’altezza degli edifici, si cerca di impedire che le verande si trasformino per incanto in stanze e il deposito attrezzi in nuova abitazione, che i sottotetti diventino abitabili , si cerca di limitare lo sbancamento e si stabiliscono i materiali da usare per l’intonaco e per il tetto.
IL SINDACO, LA SUA AMMINISTRAZIONE ED IL CONSIGLIO COMUNALE POSSONO ESSERE FIERI DEL LORO LAVORO: IL PROVVEDIMENTO ADOTTATO è IL PRIMO VERO ATTO DI PIANIFICAZIONE DEL TERRITORIO DA QUANDO è STATO APPROVATO IL P.R.G.
Comunicato inviato da Paolo Tiralongo
Strano come questa fierezza nel lavoro svolto in consiglio comunale, non sia trapelata dai lavori dell’ultima assise.
Sarà che nell’ultima seduta fra assenti e taciturni non sono stato in grado di carpire l’arte politica che ha caratterizzato il consiglio comunale negli ultimi due anni.
Comunque quando si porta in consiglio una delibera che dovrebbe avere lo scopo di dare delle regole, si cerchi di portare atti strutturati in modo tale da non essere soggetti a interpretazioni.
Un ultimo appunto, un atto di Pianificazione, a parere mio e senza presunzione, deve basarsi sulla conoscenza del territorio e delle sue dinamiche naturali e antropiche. La pianificazione non si fa con esclusivamente con l’ideologia. Storicamente le ideologie, specie se portate agli estremi, non hanno mai portato cose buone.
Ancora siamo nel bel mezzo della polemica sulla variante del PRG per le zone agricole, trattata con la consueta approssimazione sconfinante anche in ottuse estremizzazioni che, come dal nulla, spuntano fuori i nuovi moralizzatori edilizi. Tutti alla scoperta di sottotetti e seminterrati clandestinamente trasformati in abitazioni. Però come al solito almeno due pesi e almeno due misure.
La prima “scoperta”, sicuramente più grave (ma non la più evidente) viene platealmente esposta al pubblico ludibrio, con tanto di foto semi-segnaletiche del “furbacchione” e del corpo del reato (edilizio) su tutte le maggiori testate locali.
La seconda, invece, apparentemente molto meno grave, viene invece derubricata a monelleria edilizia. Almeno così leggiamo sull’ordinanza di “rimessa in pristino” emanata dal “competente” ufficio comunale. Sorvolando con frivolezza sullo strano wc trovato in una soffitta che guardata dall’esterno con google street sembra tutt’altra cosa (vedere per credere), appare evidente, anche ai non addetti ai lavori, anche ad un diversamente intelligente, che la cosa più grave accertata è invece la non conformità della copertura alla concessione edilizia (un bel terrazzino a servizio della soffitta wc-dotata invece che una sgradevole falda di tetto). Eppure, nonostante la chiara citazione ufficiale dell’irregolarità, viene sorprendentemente ignorata nelle prescrizioni e nelle sanzioni ufficialmente impartite. Forse perché in fin dei conti così fan (facciam) tutti? O magari perché la stessa non conformità è presente nello stesso edificio, ma stavolta per altri proprietari più eccellenti in proprio e per interposta persona? Imbarazzi, dimenticanze, disattenzioni, minimizzazioni, travisamenti, equivoci, imposizioni, opportunismi, incompetenze? Fate voi. Di certo uno rimarrà nella storia del nostro consiglio comunale, come il trombato per abusivismo, l’altro, invece, in meno di un anno si rifarà la sua verginità e continuerà, con rinnovata autorevolezza, a pontificare su ciò che in urbanistica è giusto fare e cosa invece no. In puro netino style.
L’estratto di verbale:
“Dall’accertamento dei luoghi si è potuto constatare, che l’immobile oggetto di accertamento risulta conforme agli elaborati grafici allegati al predetto parere, il quale fa parte integrante e sostanziale della C.E. sopracitata, ad eccezione, di una tettoia in legno, realizzata a p.t., antistante l’ingresso dello stesso, delle dimensione in pianta di mt. 2,70 x 7,50 sostenuta da due travi in legno.
Per quanto dichiarato dal proprietario, la tettoia risulta essere fissata al suolo con bulloni e piastre.
Il sottotetto con altezza conforme alle misure riportate nella tav. 3 del predetto parere della Soprintendenza B.B. C.C. di Siracusa, risulta realizzato all’interno del locale tecnico, un WC completo di doccia.
Si rileva che il parere espresso dalla Soprintendenza in data 05/07/2004 ed allegato alla C.E. n. 164/04, recita “che la copertura del fabbricato venga realizzata a falde così come si evince dagli elaborati in rosso Scrivente”, al momento dell’accertamento risulta invece che una porzione del tetto è composta da un solaio piano, così come rappresentato nella tavola 3, anziché da una copertura a falde e quindi in difformità al parere espresso dalla Soprintendenza,ma in tale tavola mancano i segni in rosso, come prescritto dal parere stesso.
Considerato che mancano alcuni degli elaborati grafici alla C.E. n. 164/04”
Meno male che chi sostiene con tale convinzione e passione le “regole per il bene comune” contro “l’anarchia per interessi privati”, possiede la piena supremazia morale per farlo.
Sarebbe stato ben diverso se invece le lezioni di morale urbanistica fossero provenute dal pulpito di chi ha costruito una intera palazzina abusiva – proprio in zona agricola a ridosso del paese – per poi sanarla con una delle tanto vituperate e sconce sanatorie straordinarie. Come se quelli di allora, a differenza di oggi, non fossero stati l’espressione di “sporchi” interessi privati e il buon senso civico appannaggio di altri. L’UNESCO era ancora da venire per cui niente valori universali da violare. Da un pulpito del genere ci si sarebbe aspettati quel tanto che basta di sano pudore che, anche al trascorrere degli anni non fa mai male.
Ma per fortuna in questo caso parliamo di ben altra levatura morale …