“Ma s’io avessi previsto tutto questo, dati causa e pretesto, le attuali conclusioni …”
Tempo fa mi trovai a postare su questo blog un intervento da inequivocabile simpatizzante del M5S, da elettore e non da attivista, come la stragrande parte di chi ha votato M5S alle scorse regionali e nazionali. Una categoria, quindi, che per numero e peso, non può essere snobbata con liquidatori “se ti interessa tanto cambiar le cose, impegnati in prima persona” o “noi attivisti siamo qui e siamo aperti a tutti i contributi”, ed altre cose autoassolventi, a negare l’evidenza dei fatti. Ricordiamolo agli smemorati: 3.500 voti con 32,8% alla Camera e 29,4% al Senato, con un’astensione complessiva di poco superiore al 30%. Numeri inimmaginabili in un paese da sempre pervicacemente centrodestrorso. Un punto di partenza unico, forse irripetibile, per un movimento nuovissimo, con un radicamento locale ancora inesistente e tutto da inventare. Una goccia che rischia seriamente di disperdersi nel mare.
“… giovane e ingenuo io perso la testa, sian stati i libri o il mio provincialismo ….”
Qualsiasi analisi dell’ “accadibile non accaduto”, da qualsiasi punto di vista la si faccia, non giustifica l’ostinato “sottotraccismo” a cui si è votato il meetup netino. Quasi una volontà ragionata di non farsi notare, di non prendere posizioni per risultare neutrali, incontaminati, quasi al di sopra delle parti per, in fin dei conti, non dare fastidio a nessuno se non in memorabili duelli su facebook. D’altro canto, in un rincorrersi di causa-effetto, si è registrata una progressione di nuovi iscritti netini (intendo proprio concittadini) da poco più di 20 a poco meno di 40 in un anno. Numeri da capogiro. Qualche amico, un po’ stronzamente, mi spiattella l’ipotesi che “ …viste le modalità con cui l’ultima volta i grillini sono stati eletti a Palazzo d’Orleans e al Parlamento nazionale, i quattro gatti della prima ora pensano seriamente alla prossima occasione delle nazionali e delle europee, da risolvere in massimo tra cinque gatti in rete …”. Rispondo naturalmente che la loro visione distorta da “lupu di mala cuscienza ca comu opera pensa” dipende dall’essersi ormai assuefatti al loro collaudatissimo modo di gestire potere e partito e che il movimento è cosa ben diversa … Così rispondo, ma sto tarlo non m’abbandona …
“Voi critici, voi personaggi austeri, militanti severi, chiedo scusa a vossìa …”
Eppure le prossime nazionali, più che le europee, si preannunciano come la prova del nove. Se, come sembra, si ripristinerà il voto di preferenza, di facce nuove e credibili ne dovranno circolare in quantità e non solo all’ultimo momento sul palco, presentate da Grillo. Capisco il fastidio dell’assalto all’arma bianca subìto alla prima ora da parte di personaggi improbabili, come avvenuto qui a Noto, pronti a salire sul promettente nuovo carro, sperando di ottenere l’insperato posto al sole rincorso invano altrove. E’ stato un bene imporre un deciso filtro. Ma ora sembra proprio che sto filtro si sia proprio otturato e per sturarlo non basta dire di averlo fatto. Per guadagnare nuticiani alla causa del movimento occorre farsi presenti, rendersi visibili e riconoscibili. In un momento in cui il cuperliano PD locale, attende attonito la mareggiata renziana, e si appiattisce in modo avvilente nel suo ruolo di indifferenziata maggioranza. Nel momento in cui il centro destra, a Noto mantenutosi partito di cartapesta più che altrove, naviga a vista, a livello provinciale, tra bellucciani “lealisti” che pur di sopravvivere si sono imbarcati l’incatenando Gennuso e i semper inconcludenti neo-vinciulliani. In un tale quadro di degrado politico, forse non ci rendiamo conto di quanto sia “rivoluzionario” diffondere con insistenza e convinzione un’altra idea del vivere in comunità, un altro modo di intendere sanità pubblica, fiscalità locale, acqua pubblica, modello di sviluppo economico del nostro territorio, ambiente, magari senza indulgere in personali ambizioni elettoralistiche. Attenti sì alle ricchezze culturali del nostro territorio, immeritatamente affidateci per diritto ereditario, ma senza dimenticare che al di là del famoso salotto buono esiste anche una Noto, sempre più montante, che arranca e che nella perdita così diffusa di una speranza di occasioni, oltre ad autodistruggere il proprio tessuto sociale, rischia di impelagarsi nelle tentazioni dell’illegalità. Una Noto forse poco fotogenica, per niente “culturale” nell’unico senso caro a troppi, poco efficace elettoralmente se non quando la si raggira spudoratamente ad ogni tornata elettorale, ma, comunque, ed è sempre bene ricordarlo, anch’essa la nostra Noto.
“Ma s’io avessi previsto tutto questo, dati causa e pretesto, forse farei lo stesso …”, o forse non più.
Elettore M5S doc
Al di là delle sigle vecchie e nuove della politica,a Noto prevale un conformismo culturale e politico,che ha sempre promosso il gioco delle parti,di conseguenza cambia poco e niente!
Mi permetto, sempre da simpatizzante M5S, di far notare che a Noto “cambia poco o niente” non solo a causa del “conformismo culturale e politico” che sicuramente è il fattore principale del compiaciuto immobilismo di cui è intrisa la cosiddetta “classe dirigente” locale, siano essi “politici”, “intellettuali”, professionisti, “tribuni” o pretendenti tali. Una “elite”, ne più e ne meno come forse in tanti altri posti più anonimi della nostra Noto da bere, che si mostra nell’insieme tradizionalmente incapace di elaborare una visione complessiva possibile e coerente di un futuro (e di un presente) della nostra comunità. Da una parte ci si affida al facile grido del tipo “la bellezza ci salverà”, una peculiarità che ci distingue da altre realtà, ignorando da talune parti che non basta essere eruditi guardiani del museo delle cose per risolvere i problemi della quotidianità e del breve periodo che, in una economia depressa come la nostra, hanno ormai assunto un peso per troppi insostenibile. Dall’altra la politica di bassa lega, quella di sempre, quella legata soltanto all’arte della raccolta dei voti e null’altro. Conformismo culturale e conformismo politico. Ma mi preme segnalare un nuovo (anche se non nuovissimo) tipo di conformismo che sta contaminando velocemente quello che dovrebbe rappresentare le nuove leve destinate a sostituire progressivamente “il vecchio”. Nella informazione, ad esempio, come la si declina dalle nostre parti, si è passati dalla partigianeria pseudo-politica alla piaggeria per convenienza economica (è sufficiente una piccola disamina caso per caso, dalla carta stampata alla rete). Ma anche in quello che in questo, o forse ormai in passati momenti, ha accomunati me e lei, l’apparente mancanza di forza propulsiva e di proposte da parte del meetup, si può spiegare non con la carenza di iniziativa e di vere motivazioni, ma più semplicemente come risultato di un improponibile , quanto inconfessabile “cerchiobottismo” che vuole conciliare il mantenimento di un miserrimo assetto di micropotere netin-aretuseo della prima ora, in vista di allettanti futuri appuntamenti, insieme alla volontà tutta netina di non esserci (se non per dovere e con le macerie di ciò che rimarrà) fino al prossimo appuntamento del 2016 perché, nel frattempo, non è possibile, com’è per una buona parte della nostra informazione locale, “criticare&ottenere”, sarebbe “incoerente&irriconoscente”.
L’analisi del simpatizzante M5S è molto chiara e condivisibile,io ad esempio,la condivido,ma perché non metterci la faccia? Perché non firmare il commento con nome e cognome? A Noto,si ci espone pubblicamente a metà,che oltre a tacitare la propria coscienza, equivale a quello che tira il sasso e poi nasconde la mano! Si potrebbe dire che non è un buon esempio,al di là del contenuto del commento,in una Città culturalmente e politicamente conformista e mediocre!
Chiedo a chi si firma “elettoreM5S”, una disamina caso per caso, circa la citata piaggeria per convenienza economica di coloro che fanno informazione a Noto.
Stiamo in una cittadina per cui, anche mantenendosi sul generale, non è particolarmente difficile individuare, quanto meno, gli esempi più eclatanti delle mie asserzioni, stanti, per carità, le solite “eccezioni che confermano la regola”. Non ho inteso, come è certamente intuibile, far riferimento all’informazione sportiva (anche se a Noto, a ridosso delle amministrative, la confusione tra calcio e “politica” è stata grande quanto scoraggiante). E neanche potrei fare rilievi al giornalismo di cronaca nera del “chi, cosa, come, dove, quando”, normalmente asettico e fortemente condizionato dagli spazi messi a disposizione dalle “insondabili” redazioni della carta stampata, né alla stringata cronaca “di servizio”. Il mio interesse è pertanto rivolto a quella parte della cronaca “bianca” che tratta di posizioni e/o iniziative di parti politiche, di argomenti politicamente “divisivi”. E lì che mi permetto, da lettore “medio” e nient’altro, di avanzare le mie riserve. Posso dire di aver letto, nell’arco di vari decenni, i contributi di tutte le “firme” locali e, finita la lunga parte iniziale di monopolio di uno o due autori che mai si ricorderanno per avere volato alto, sembrava ad un certo punto, agli inizi del 2000, che il ricambio generazionale stesse per inaugurare una nuova stagione del giornalismo locale. Una certa capacità di sintesi, senza i precedenti tradizionali travisamenti, e l’inedita volontà , sempre nei limiti delle tiranniche 60-70 righe, di condensare diversi punti di vista sulla materia del contendere. In un certo senso, un po’ di giornalismo in buon italiano e all’anglosassone, per lo meno come viene normalmente mitizzato in questo lembo d’Europa.
Ma è stata una breve stagione. Presto si è assistito a transumanze dalla carta stampata regionale agli organi di “informazione istituzionale”. Dalle colonne della cronaca netina alle seggiole della sala Giunta. Dalle video-interviste senza sconti alle soft-interviste sui palchi ed ai contratti pubblicitari e/o contributi su eventi che rendevano oggettivamente scorretta qualsiasi forma di mancanza di gratitudine. Dalla pubblicazione di articoli anche scomodi (se con questo intendiamo tutto ciò che può minimamente essere sgradito ai potenti di turno) e sovente ben confezionati, allo svolgimento di prestazioni lavorative che mal si conciliano col già detto principio della “buona gratitudine”. Niente di illegale e neanche di moralmente scorretto, almeno fin quando si ha il coraggio di ammettere le proprie manifeste incompatibilità. In fin dei conti, basterebbe una temporanea autosospensione dal ruolo per onestà intellettuale. E, mi pare, siamo ai minimi sindacali.
E così, se vogliamo essere realisti, sono diventate troppo numerose e imbarazzanti le pubblicazioni di mal celati “comunicati stampa” del sindaco o dell’assessore di turno con una indefinita commistione tra i ruoli di giornalista e di portavoce. Nessun cenno su problematiche che non fossero neutre, al limite bipartizan. Ormai tragicamente inesistente la pratica, che dovrebbe essere ordinaria, di sentire varie “campane” su un medesimo tema. Sempre colpa di quegli stronzi della redazione? Non credo.
Eppure una dignitosa cronaca “bianca” locale, anche sui temi della politica che spesso divide, non dovrebbe essere poi così difficile da mantenere. La cosa triste, dal mio punto di vista, è che oggi, a differenza di tanto tempo fa, non mancano più le “penne” capaci di farlo. Ho avuto modo di visitare il suo blog (corradoparisi.blogspot.it) e da esso traspare chiaramente la sua passione per l’attività di giornalista ed una certa capacità di mantenersi fuori dal coro . Ho notato, però, che, oltre a riportare i suoi numerosi articoli sulla Gazzetta del Sud (in uno è addirittura riuscito a dare la sensazione che il meetup d Noto davvero esista in vita), non c’è traccia di suoi “articoli di fondo” o, magari, di maggiori approfondimenti su quanto succintamente permessole di pubblicare sulla Gazzetta. Semplice scelta di stile del blog?
Più che al passato, guardavo al presente e faticavo a vedere la citata piaggeria per convenienza economica. Pensavo, forse ingenuamente, che “caso per caso” e al netto delle “eccezioni che confermano la regola”, qualche operatore della comunicazione percepisse compensi extra, rispetto a quanto corrisposto dalle amministrazioni delle testate, e provenienti da chissà dove. Ho capito che si riferisce ad altro e in ogni caso, sia quello che intende realmente, sia come ho ingenuamente interpretato io, posso affermare che non mi riguarda personalmente e che non riguarda molti degli operatori della comunicazione che quotidianamente si spendono con sacrificio e passione e che conosco e stimo per quanto realizzano.
Per quanto riguarda il mio spazio sul web, l’idea iniziale era proprio quella di intervenire ed approfondire sulle tematiche toccate negli articoli pubblicati ma anche di fornire spunti ed elementi diversi rispetto a quanto trattato. Purtroppo il tempo è tiranno e sopraggiunti impegni personali e professionali non mi hanno consentito di perseguire pienamente l’idea iniziale. Vedrò di recuperare in futuro se sarà possibile
Cordiali Saluti