L’uomo delle stelle
Me l’avevano detto ma, testardamente, non ci avevo creduto .
Eppure aveva già dato parecchi segni di questa insolita e miracolosa attitudine.
Come quella volta che era riuscito a “sanare” paralitici, lebbrosi e ciechi riportandoli in auge a pontificare sugli scranni del Tempio.
E quell’altro potente segno con il quale aveva riesumato dal sacello politico chi ormai si dilettava dopo i Vespri, tra una giaculatoria e un Santo Rosario, a ricordare i bei tempi andati declamando qualche verso di un poemetto dedicato al nostro Santo Protettore o conversando in pii salotti, sorseggiando un bicchierino di rosolio, sulle epiche gesta di Ducezio.
E come quando riuscì a far profferire un memorabile “salmone” a chi, fino a quel momento, non aveva mai aperto bocca.
Come è possibile non accorgersi che il Nostro incarnasse il detto “l’uomo giusto al posto giusto”.
Come non rendersi conto che Madre Natura fosse stata particolarmente benevola dotandolo anche del cosiddetto “physique du role”!!
Una ostentata ricchezza di “famiglia”, sportivo e presidente, elegante, amante della bella vita, abbastanza piacente, affermato professionista e imprenditore, un talentaccio per la comunicazione, addirittura persino non troppo alto.
Insomma la sommatoria delle affascinanti doti esteriori del padre putativo, il Silvio nazionale.
Ed infatti, travolto il più grigio e serioso competitor con spettacolari effetti speciali coordinati da abili anchorman e spin doctor locali – per altro, in una sorta di contrappasso, lasciati sorprendentemente a bocca asciutta – fu incoronato, a furor di popolo, come il più amato dai netini “Prêt–à–penser”.
Ed eccolo all’opera.
In un paio di mesi “l’unto dal Signore”, tra strette di mano e centinaia di nastri tagliati, risolve, in men che non si dica, due “importantissime” questioni:
- l’emergenza abitativa di tanti poveri cittadini impegnandosi allo spasimo per far realizzare nuovi e confortanti alloggi con vista panoramica sulla sacra collina degli avi;
- le angustie di svariati e gravosi problemi finanziari ad attempate ma arzille signore della buona “società”
Nel frattempo per festeggiare l’arrivo del mese di “Giano” dispensa al popolo in delirio “panem et circenses”.
Dopo questi portentosi avvenimenti una moltitudine di fedeli, speranzosi di un arricchimento spirituale anche da un solo suo sguardo, si accostavano come cuccioli in attesa di un osso consumandogli, con affettuosi strattoni, un intero guardaroba di giacche.
Certo a nessuno può essere negato un tozzo di pane!!
Approntata la mensa però, ecco il primo segno di vacillamento.
Inaspettatamente, forse colpito da stress da prestazione, fa cilecca proprio sul nervo scoperto: l’indispensabile necessità di sfamare il popolo dei questuanti.
Fallisce nella più banale moltiplicazione dei pani e dei pesci : “Sic transit gloria mundi”.
I più fedeli sostenitori si trasformano in rumorosi quanto irragionevoli detrattori tanto che il nostro, nel memorabile discorso sullo stato del “Pays” viene costretto ad additarli al pubblico ludibrio come esseri inutili e dannosi.
Il resto è storia dei mesi scorsi raccontata al mondo dai menestrelli locali.
Una serie di sfortunati eventi come se la stessa Natura si stesse rivoltando contro l’enfant prodige: trombe d’aria, inondazioni etc, etc.
Ma l’uomo delle stelle si sa, per definizione è baciato dalla fortuna.
E così irripetibili eventi astrali chiudono il loro ciclo anzitempo.
Sull’onda di questo leggero venticello riesce a tacitare anche le “mutrie fameliche” più assatanate.
Nel nome del perdono riporta alla fede l’apostata che si era venduto al nemico, facendolo sedere alla sua destra.
Arriva sulla soglia della santità accogliendo, in un trepido e caloroso abbraccio, persino il “dottor Faust”, quello per cui l’ignara popolazione era stata inondata da un diluvio di sms pre-voto sull’immondo inciucio che si stava consumando.
Lo stesso Dottor Faust che non solo si era macchiato di aver venduto l’anima al “diabolico nemico”, ma che aveva continuato, con spietata crudeltà, ad abbattere, con infamanti accuse, i suoi più fidati e convinti sostenitori.
Tutto questo trascende l’umano.
Tuttavia si sa, i netini sono incontentabili e già si mormora che si tratta di una tregua armata, un piccolo passeggio balneare fuori stagione.
Dopo le idi di marzo, forse, con 13 coltellate si consumerà il cesaricidio.
Un grido sempre meno sommesso si alza dal profondo: chi sarà “l’eroe Bruto” che staccherà la spina di questa accanimento terapeutico?