Stamattina ho letto l’ennesima boiata sul trasferimento dei mosaici della Villa del Tellaro a Noto. Questi cervelloni che scorazzano a Noto capitanati dal gran trombato della politica siracusana tale Fabio Granata in cerca di nuova verginità politica continuano imperterriti su una strada che serve solo a coprire le malefatte.
Oggi condivido la dichiarazione della Soprintendente di Siracusa Dott.Basile la quale con cognizione fa rilevare che la lettura del bene sarebbe diversa se collocata in altro luogo e sin qui ci siamo, ma occorre che si faccia qualche passo indietro ed ognuno si assuma le proprie responsabilità.
Tutto nasce da un intervento edilizio totalmente sbagliato approvato dalla Soprintendenza di Siracusa per quanto concerne il contenitore dei mosaici, perché se oggi vi sono fenomeni di umidità ed i raggi solari che danneggiano in maniera consistente i mosaici la ragione è una sola la realizzazione di un mostro in acciaio e vetro che non dimentichiamo ha subito il crollo della copertura prima di essere finito e consegnato.
Oggi dibattiamo dei mosaici ma la sfida non può essere con la Soprintendenza sulla collocazione dei mosaici, ma sulla necessità di mettere mano ad interventi immediati per non danneggiare ulteriormente queste opere d’arte, con le somme che ci vogliono per spostarli sicuramente si possono mettere in sicurezza in loco.
I mosaici non possono che rimanere a casa loro, non vedo il motivo di spostarli, sarebbe come ammettere il fallimento di criteri che contraddistinguono la fruizione dei beni culturali, la sfida non è toglierli ma conservarli e gestirli.
La sfida non è fare 60.000 visitatori dei mosaici a Noto ma farne 100.000 nel luogo di origine, se passa il principio di spostarli a Noto , visto che non riusciamo a gestire Noto Antica, allora tanto vale smontare l’arco della Montagna e rimontarlo alla Villa Comunale probabilmente ci faremmo 200.000 visitatori.
Poi la cosa in cui ci si supera e di metterli nella Chiesa di San Domenico dove continua l’inerzia e si fa finta di non sapere seppure denunciato
pubblicamente di un altro sperpero di denaro in un restauro sbagliato e dannoso e secondo voi fatto da chi ?
Sempre dalla Soprintendenza di Siracusa, su questo si devono chiedere risposte:
Come mai nel San Domenico ci piove dentro?
Come mai il San Domenico è pieno di umidità ascensionale?
Come mai le statue in gesso sono irrimediabilmente danneggiate?
Come mai le parti lignee sono completamente tarlate?
Queste sono le risposte che dovrebbe dare tale Fabio Granata che all’epoca dei fatti era Assessore Regionale ai Beni Culturali.
Ogni cosa deve rimanere al suo posto e la Chiesa di san Domenico l’espressione massima del Gagliardi non può che essere destinata ad ospitare una mostra permanente di Rosario Gagliardi che di visitatori ne farebbe molti ma molti di più dei mosaici che li sarebbero fuori posto.
Ci vuole oggi un assunzione di responsabilità perché questi sono beni dell’umanità e non della Soprintendenza, qualora si verificasse un danno irreparabile agli occhi del mondo sarebbe colpevole la collettività Netina e su questo ritengo debba riflettere la classe politica Netina ed il Sindaco come primo cittadino e rappresentante degli interessi della città.
Daniele Manfredi
Preso dai tanti impegni professionali, il mio caro e stimato amico geom. Daniele Manfredi, non ha avuto modo di seguire da vicino i passi in avanti fatti già da questa Amministrazione che ha avuto la coscienza e la consapevolezza di alzare forte il grido di protesta su una situazione del tutto stagnante e priva di prospettive.
Il recente incontro con l’attivissima dott.ssa Basile, ci ha permesso, grazie anche alla collaborazione di una commissione di saggi da me nominata, di fare alcuni passi avanti che sinteticamente espongo.
A) la velocizzazione del rinnovo della convenzione tra Comune e Sopraintendenza per dettagliare i reciproci impegni alla luce delle nuove e improcastinabili esigenze;
B) la condivisa decisione di mantenere in loco i mosaici, costituendo, ex novo, le condizioni che ne hanno determinato la realizzazione e la secolare conservazione; cioè una Villa romana. Nel corso della XXXV^ Infiorata sarà avviata una campagna di sensibilizzazione alla ricerca, in attesa della nuova programmazione comunitaria 2014/2020, di sponsor privati;
C) l’immediata utilizzo di somme urgenze da parte dell’Assessorato regionale ai BBCC per i primi interventi manutentivi sia per i mosaici che per rendere la struttura meno dannosa.
Concludo dicendo, e in questo concordo con l’amico Manfredi, che la tutela, la valorizzazione e la fruizione dei nostri siti, oltre al coinvolgimento delle Istituzioni preposte alla tutela, e’ argomento che deve vederci impegnati come netini, custodi responsabili di immensi patrimoni storici e archeologici e monumentali che abbiamo il dovere di consegnare alle generazioni future, ovviamente in ottimo stato di conservazione.
Gli impegni professionali per fortuna ci sono,ma tutto questo non mi impedisce di osservare seppur con minore intensita’ di prima.Oggi il mio intervento va in direzione diversa rispetto alle belle parole del Sindaco,perche’ non condivido questo comitato di saggi che propone di collocare i mosaici a Noto in secondo luogo non si va al cuore del problema perche’ cosi’ facendo come al solito nessuno e’ responsabile dei danni causati in questi anni,non si pubblicano i nomi dei direttori dei lavori nominati dalla Soprintendenza perche’ magari ce li ritroviamo come tecnici fiduciari a Noto? Allora occorre non solo fare belle parole ma anche un po di pulizia e non ci si puo’ sedere allo stesso tavolo di chi ha danneggiato il San Domenico o copre le responsabilita’ dei funzionari pubblici.Questo e’ sicuramente il quieto vivere quello che ho scritto va in una direzione diversa.La politica dei pannicelli caldi non fa per me
Daniele Manfredi