Raramente, durante tutti questi anni di informazione, ho visto qualcuno scendere così in profondità nella trattazione delle criticità cittadine. Costanza Messina rende partecipe la cittadinanza, un modo giusto di interpretare l’azione politica. Complimenti!
Costanza ha mandato una corposa documentazione. Ci limitiamo per il momento alla pubblicazione del famoso volantino della fine campagna elettorale del 2011 e al verbale della conferenza dei sindaci sul piano di rifunzionalizzazione della sanità provinciale. Carmelo Filingeri
SULL’OSPEDALE TRIGONA E SULLA NOSTRA SANITA (SENZA POLEMICA MA PER CORRETTEZZA)
Nonostante sia mancata dalla città al cessare della mia partecipazione attiva in questa amministrazione, oggi che atti pubblici, concreti e urgenti, sono tornati a segnare le sorti della nostra Sanità in maniera poco chiara, ho sentito il dovere di informarmi sulla tematica ed essere presente negli incontri che si sono susseguiti: il primo organizzato dall’Amministrazione comunale dal titolo, intuitivamente polemico, “Ospedale unico Noto-Avola – TUTTA LA VERITÀ”; il secondo, una assemblea cittadina organizzata dal Comitato per la Tutela della Salute Pro Ospedale di Noto con la spontanea partecipazione di cittadini, partiti e movimenti, e che ha trovato il coinvolgimento attivo dei consiglieri che avevano chiesto e ottenuto un consiglio comunale sul tema; il terzo, appunto, il consiglio comunale aperto del 30 marzo scorso.
Se, in un primo momento, dichiarazioni e notizie sempre più fitte nei mesi scorsi avevano iniziato ad allarmarmi spingendomi ad avere contezza, da cittadina, di quanto stesse avvenendo, le dichiarazioni del ‘nostro’ sindaco e l’atmosfera ‘blindata’ che ho trovato al primo incontro citato hanno sollecitato in me una insopportabile indignazione, per la conoscenza che ho di alcuni eventi relativi al periodo in cui ho partecipato al governo della Città che so essere andati diversamente da come riferiti, e perché mai mi sarei aspettata un approccio istituzionale, politico e umano di tale arrogante chiusura e ipocrisia, quale quello a cui mi sono trovata ad assistere: la città da una parte, compatta, e il sindaco dall’altra. Mi è sembrato gravissimo.
E sono rimasta basita per ciò che ho visto e sentito a quell’incontro, per ‘quel’ sindaco non ‘vicino’ alla sua città, nelle prerogative e nelle persone, ma alle posizioni di relatori – il Sindaco di Avola ed il Manager dell’ASP di Siracusa, Brugaletta – chiamati a sostenere la ‘sua causa’, a supporto di quelle scelte del governo regionale che aveva promesso a suo tempo di combattere e che oggi invece ci ha propinato con discreta serenità, supportandole con dichiarazioni imbarazzanti e grottesche ad una cittadinanza definita ignorante e ‘ingrata’ .
Un incontro che aveva più la forma di una conferenza stampa, scadenzata e mal tollerata dai relatori, che accennava ad un piano, nemmeno presentato, che sconfessava proprio quegli impegni a suo tempo presi dove, senza entrar nel merito del neonato piano di rifunzionalizzazione sanitaria regionale (a cui il sindaco aveva già dato il proprio consenso e che, a legger i documenti, nasce anche sulle linee di indirizzo da lui indicate) né del bando rivolto ai privati (dalla taratura provinciale e approssimativa rivolto alle sole realtà operanti nella provincia di Siracusa) , ho sentito un sindaco accusare i suoi predecessori del 2002 e del decennio successivo lamentando l’incapacitante situazione in cui si era trovato, con le mani legate e senza che nulla, ahimè, avesse potuto fare – senza nulla dire di cosa invece sta accadendo e cosa lui frattanto ha fatto.
Con le mie orecchie l’ho sentito scansare ogni responsabilità e sfogare remore personali e partitiche che poco o nulla avevano a che fare con quella sede rappresentando, anche in questo caso e in questa occasione, quel ribaltamento nello stile e nel metodo della politica su cui tutti, non solo l’opposizione locale, stanno puntando il dito e che nulla c’entra con la tutela dei beni comuni e dei diritti delle persone ma che rappresenta ‘solo’ un gradasso, ambiguo e insieme modesto modo di essere e fare politica, con larghi attacchi agli altri, giustificazioni per se stessi ed una versione falsata di eventi, documenti e della storia.
Per queste ragioni, per i valori che sono educata a difendere e che ho visto umiliati e per le idealità che avrebbero dovuto fare di questa amministrazione un percorso virtuoso e che invece sono state definitivamente svilite – non ho più potuto esimermi dal partecipare al confronto pubblico in corso, come ho testimoniato negli altri incontri indicati, senza alcuna velleità di natura elettorale (e offrendo a chi ritiene la classica possibilità di strumentalizzare), ma ritenendo doveroso offrire la piccola e parziale testimonianza di una ‘persona informata sui fatti’ – quale sono stata nel tempo in cui comunque ho partecipato a questa amministrazione – su un tema che non ammette ipocrisia né menzogna, quale è la salute e lo stato di bisogno delle persone che vivono questo territorio e quale, nonostante tutto, continua ad essere la politica quando si rappresenta una comunità e si gestisce la fiducia (e la vita) delle persone.
E non posso più nascondere l’imbarazzo verso una amministrazione che ha stravolto completamente quei volti, idee, sigle e più di tutto gli ideali, valori e progetti che l’avevano generata e su cui tutti i partecipanti, eccetto i ‘noti superstiti’ e i cittadini, avevano creduto e confidato, inclusa – una fra tante – la vicenda dell’Ospedale.
Perché il tema non è meramente il riparto strutturale e organizzativo dei reparti tra gli ospedali di Noto e di Avola, e conoscendo le riforme di spending review avviate a livello centrale, è ragionevole accettare l’unificazione delle due strutture nel senso della razionalizzazione e del miglioramento dell’efficienza di entrambi, come già si diceva nel 2011. E non è nemmeno l’eventuale ingresso di strutture private in convenzione a supporto dell’erogazione di un servizio essenziale che deve restare pubblico e a cui integrare ulteriori servizi privati per “esaltare le eccellenze” come sempre si diceva nel 2011. La questione è che non è vero che la faccenda era stata ‘già decisa’ (e quindi chiusa) nel 2002, 2005, 2009, come oggi si riferisce, pur rimanendo alla storia quelle responsabilità, quanto, piuttosto, che cosa è successo dal 2011 ad oggi rispetto ciò che si poteva fare e si è deciso di non fare o di fare diversamente: quali sono state le scelte istituzionali e le mosse politiche? Quali principi e motivi hanno supportato le scelte del sindaco, ora e allora? Quale è il suo rapporto tra dichiarazioni pubbliche, deliberata dei consigli comunali , posizioni e sottoscrizioni negli incontri istituzionali, regionali e provinciali, che ci sono stati? Cosa è stato fatto in questo tempo e cosa ha stravolto, come pare, quel percorso?
Perché:
Io c’ero nel maggio 2011 quando l’allora candidato sindaco decise, in piena autonomia e per tramite suoi rapporti politici personali, di impegnarsi direttamente e personalmente sulle sorti dell’Ospedale in un senso che, vista la situazione in cui ci si trovava, poteva essere condivisibile nella realizzazione prospettata .
Io c’ero nel novembre 2011 e nel febbraio 2012 quando nei consigli comunali aperti si decisero posizioni precise e unanimi tra sindaco, giunta, consiglio comunale, deputazione regionale e cittadinanza tutta. Atti che davano mandato al sindaco ad intervenire su quanto stabilito .
Io c’ero nel febbraio 2012, qualche giorno dopo quell’ultimo consiglio comunale aperto, quando, non avendo avuto precise risposte sino a quel momento e con la Città in attesa di esiti, presi l’iniziativa di verificare personalmente cosa stava succedendo e, grazie all’interessamento dell’entourage del presidente Lombardo, fui ricevuta dall’allora assessore regionale alla Sanità, Russo, a cui ho ribadito in qualità di vicesindaco le istanze del territorio alla luce della rimodulazione della rete ospedaliera esattamente come richieste dai deliberata dei consigli comunali fino ad allora svolti. Richieste a cui l’assessore ha risposto con disponibilità e prontezza aprendo anche alla possibilità di attivare uno speciale tavolo tecnico sulla questione, evidenziando che nessuna istanza di quelle deliberate gli era mai pervenuta e domandando perché, fino ad allora, tra tutti i sindaci continuamente ricevuti proprio il sindaco di Noto non si fosse mai presentato per verificare insieme il da farsi.
E c’ero io al telefono con il ‘nostro’ sindaco, sia nella prima telefonata in cui si disse soddisfatto e contento, sia nella seconda telefonata in cui voleva organizzare un bus per Palermo con giunta e consiglio comunale (dove per la verità si era proposto un tavolo tecnico con ben altri soggetti..), sia nella terza telefonata quando, dopo sue consultazioni, ritenne di annullare tutto dicendomi di non occuparmi della faccenda perché era più opportuno che la questione la seguisse personalmente lui con i suoi riferimenti diretti, come era sua prerogativa fare e come infatti ha fatto.
Non è vero quindi che tutto era stato deciso prima se no non ci sarebbero stati credibili impegni nel 2011. E non è vero che nulla si poteva fare dopo avendo io stessa trovato una porta aperta in attesa di un sindaco latitante.
Ancora,
C’ero, da cittadina, alla Commissione Sanità dell’ARS riunitasi a Noto sul tema dove non ultimi arrivati ma rappresentanti del popolo, comunali e regionali, hanno definito, sentiti operatori e cittadinanza, specifiche indicazioni (sempre a supporto di quanto fino ad allora discusso e deliberato) che non sono state accolte nell’attuale piano né in altre sedi e che sono state invece svilite da quegli atti regionali e da quel bando dell’ASP di Siracusa presentati in quell’incontro di lunedì dal ‘nostro’ sindaco fiancheggiato dal sindaco di Avola e dall’attuale Manager Asp, Brugaletta, che in quella occasione ha bollato quell’incontro istituzionale come una semplice ‘passerella’ (politica?), definendosi invece lui tecnico non politico in sacrificio costante per il nostro territorio, quando sui giornali del 14 marzo veniva dato tra i presenti alla riunione siracusana dei quadri del Megafono, il partito del nostro attuale presidente, a cui il Sindaco di Noto e la sua maggioranza sono vicini.
E c’ero all’incontro organizzato da tutti noi, cittadini, partiti e movimenti e Comitato (a cui hanno a suo tempo aderito tutti i partiti e movimenti della città ad eccezione del PD e dell’allora movimento del sindaco, come si riferisce), dove deputati, consiglieri, operatori e cittadini, con il supporto di più di un avvocato, hanno affrontato il merito dei documenti che oggi segnano le sorti dell’Ospedale di Noto e, non avendo alternativa, hanno deciso di surrogarsi al Comune nel sottoscrivere, pagare e presentare un ricorso per l’annullamento del decreto assessoriale e del bando Asp a cui il sindaco non ha voluto provvedere istituzionalmente, salvo poi firmarlo anche lui, in qualità di cittadino e non di sindaco, in privato e senza degnare della presenza sua e/o della sua giunta quella doverosa assemblea civica, dove appunto si disse, senza smentita, che comunque il Comune non si sarebbe potuto costituire in giudizio avverso quegli atti perché, come negli atti stessi riportato, il sindaco aveva dato il suo assenso in ogni atto relativo alla vicenda.
E c’ero all’ultimo consiglio comunale aperto, questo lunedì 30 marzo, dove, su proposta dei consiglieri comunali non di maggioranza, si è voluto trattare ancora ufficialmente l’argomento dando l’ennesimo mandato al sindaco di impegnarsi in tutte le sedi politiche, istituzionali e giudiziarie pur sapendo, tutti, che:
– l’impegno politico sulla questione è già stato manifestato in questi 4 anni e con dichiarazioni ed atteggiamenti già esternati, nel maldestro tentativo di togliersi di dosso e scaricare ad altri una responsabilità (politica) che invece è consapevole e personale sia sotto la presidenza Lombardo per come ho riferito, eccetto eventuali altre azioni che io non conosco, sia successivamente: perché anche se da tempo il presidente della regione non è più Lombardo (che almeno è venuto in città e si è speso personalmente), il dirigente regionale della Sanità di quel governo è l’Assessore regionale alla Sanità di questo e solo il sindaco, nessun altro, avrebbe dovuto farsi portavoce serio e determinato di questo territorio, superando cambiamenti di nomi e ruoli regionali, seguendo e sollecitando nel tempo quella disponibilità che era stata data e che ha continuato ad essere data e contro esiti che, non cambiamenti di rotta regionali di questi anni o decisioni ‘blindate’ del decennio precedente, ma solo la sua inerzia, incapacità e/o obiettivi diversi da quelli dichiarati hanno permesso. E se non ha ritenuto di garantire per se stesso e con la sua maggioranza il supporto o l’attenzione di un governo regionale, oggi come ieri, ‘amico’ a che serve oggi, se non per fini propagandistici e strumentali, scomodare l’Assessore Borsellino a venire, come dicono, il prossimo 20 aprile in un incontro peraltro non istituzionale ma del Partito Democratico? Ecco, la volontà di coinvolgere gli attuali responsabili della sanità nella zona Sud non in un confronto istituzionale ma in un incontro di partito spiega tutto;
– l’impegno istituzionale è anch’esso chiaro e rappresentato da documenti che segnano i passaggi amministrativi nel tempo e che se fossero stati condivisibili sarebbero già nella disponibilità di tutti secondo ovvie regole di trasparenza ma che invece registrano la condivisione del sindaco e la sua ‘sintonia’ con il collega di Avola per le decisioni sull’Ospedale unico Avola-Noto per come definite nel piano regionale, salvo chiedere all’Assessore Borsellino la trasformazione dell’Ospedale di Noto in una “Cittadella della Salute” che è una idea nuova, personale, del tutto originale e ben diversa da tutto ciò che nel tempo si è detto e dalle istanze reiterate dal nostro territorio, venuta fuori solo oggi, tra le righe delle dichiarazioni del sindaco di Avola – nemmeno dal nostro – a quell’incontro su “tutta la verità” e poi da me rintracciata nel verbale della conferenza dei sindaci del luglio 2014, che ho ricevuto e letto in consiglio comunale nelle parti relative al Comune di Noto , e a cui aggiungo la notizia (informale e quindi da verificare) di una delega, appunto istituzionale, nella Conferenza dei Sindaci di qualche settimana fa, data dal ‘nostro’ sindaco non ad un suo fiduciario locale o a qualcuno della maggioranza cittadina che lo sostiene ma al ‘fidato’ sindaco di Avola;
– l’impegno giudiziario è inattuabile poiché i termini per intervenire sono scaduti ed il sindaco ha già negato la presentazione da parte del Comune di quel ricorso avverso gli atti citati che è invece stato presentato dal Comitato e da liberi cittadini;
Senza entrare nel merito dello stile della politica e del governo della Città su cui davvero tanto ci sarebbe da dire, e restando al tema e al senso di quest’ultimo Consiglio comunale che non voglio considerare costo inutile per carta straccia, come molti dicono, ma che rispetto nella sua funzione democratica e istituzionale, mi domando allora quale azione concreta possa mai rappresentare l’impegno a “contestare in tutte le sedi politiche istituzionali e giudiziarie il piano di riorganizzazione della rete ospedaliera” e gli altri punti deliberati? Quale impegno in concreto il sindaco (e la ‘sua’ maggioranza) ritengono di poter assumere dopo aver volutamente disatteso politicamente, istituzionalmente e giudiziariamente quell’impegno nel tempo bollandolo oggi come “non di sua competenza”?
Per me documenti, dichiarazioni e fatti chiariscono già posizioni personali, istituzionali e politiche senza che nulla ci sia da aggiungere e senza che sia credibile un improvviso e onesto cambio di rotta, che rimane comunque auspicabile. Per il resto, senza voler sollevare polemiche e con estremo dispiacere per questi eventi, mi limito a ritenere doveroso, per me stessa prima di tutto, rendere note quelle notizie che so e quegli atti che ho, parziali rispetto l’intera dinamica ma utili alla riflessione.
…Il resto – visto che le istituzioni preposte interverranno in quella sede – lo aggiungerà il PD!
Costanza Messina
Al solito un discorso prolisso che non voglio nemmeno leggere. L’argomento Ospedale viene fuori, puntuale, sempre alla vigilia delle elezioni, vi prego di non sprecare l’occasione per rimanere zitti.
Michele ma che ti è successo ?
Semplice Daniele, tutti affilano i coltelli ed io mi preparo con il mitra.
Non c’è che dire, si prospetta una campagna elettorale demagogica e populista.
Bravi continuate ad alimentare la paura di rimanere senza tutela sanitaria, vincerete certamente le elezioni.
Tutti questi proclami, convegni e pubbliche assemblee sull’ospedale hanno tutta l’aria di un espediente per sfuggire alle vere difficoltà che attanagliano la città, e che ovviamente sapete già da ora che non sarete mai in grado di risolvere.
l’analisi attenta e dettagliata di Costanza Messina non fa che rafforzare purtroppo l’opinione si potrebbe dire oggettiva, che si è fatta la Città sull’operato del Sindaco Bonfanti e della sua Amministrazione, nei confronti non solo della Sanità pubblica, quindi dell’Ospedale di Noto. Questo Sindaco e la sua Amministrazione,sono politicamente dei liberisti,e come tutti i liberisti ,sono per le privatizzazioni, non per la difesa in questo caso della cosa pubblica!