Il circolo della legambiente di Noto è stato chiuso.
La gravissima decisione degli organi nazionali non ha alcuna motivazione ufficiale: conosciamo tutti l’impegno che è stato sempre profuso dai componenti il circolo di Noto nella difesa del territorio dagli attacchi di speculatori piccoli e grandi.
Purtroppo le vere motivazioni della chiusura del circolo vanno ricercate nella vicenda della discarica di Stallaini: mentre la legambiente di Noto e tutte le associazioni della città si sono schierati contro la discarica, la legambiente regionale faceva pressioni perchè non si frapponessero ostacoli all’apertura della discarica.
Praticamente non si chiude il circolo di Noto per scarso impegno ed eventuale incoerenza ma per troppo impegno ed eccessiva coerenza.
Purtroppo i compromessi, gli accordi sottobanco stanno minando parte dell’ambientalismo: ultimo esempio è dato dalla costruzione che autorevoli membri del WWF vogliono fare alla Pillirina, zona protetta di Siracusa.
Le sigle possono cambiare e morire, quello che rimane nella memoria di un luogo è solamente la coerenza, l’intransigenza spesa nella difesa dell’ambiente e nella ricerca sempre e comunque della legalità.
Sono sicuro che Nuccio Tiberio, Salvatore Leanti e gli altri componenti il circolo di Noto, pur comprensibilmente provati dall’assurda vicenda, non faranno mancare il loro indispensabile contributo al movimento ambientalista di Noto che mai come oggi è stato così forte e presente nella città.
Paolo Tiralongo
La chiusura della sezione locale di Legambiente è un fatto tutto interno all’associazione e che comunque personalmente non condivido. Ho per alcuni aspetti idee diverse da quelle espresse da Legambiente Noto ma su tante cose pur non avendo la patente di ambientalista le ho condivise sul campo.
Non so quali siano le motivazioni a parte quelle lette sui giornali che non mi sembrano sostanziali quando si cita il caso di cavagrande o la lottizzazione di eloro mi sembra eccessivo non mi pare di aver letto da nessuna parte su questi contrasti fra sezione locale regionale.
Comunque sia la chiusura è un errore se non si può avere un opinione e manifestarla allora queste associazioni non si devono chiudere a livello locale ma a tutti i livelli.
Se la sezione di Noto chiude per quei motivi allora è solo una guerra tra fazioni della stessa associazione e non hanno nulla da invidiare al peggio partito politico.
E’ una questione non solo interna,ma anche esterna se così si può dire,da quello che ho letto in passato,le mie impressioni mi portano a dire, che a livello locale,regionale e non solo regionale,legambiente è stata inquinata da soggetti che sono nella segreteria regionale e nazionale,che hanno riferimenti politici nel centrodestra,FLI,nel PD,riguardo l’ambito locale,come si fa a non pensare ad esempio,all’On. Granata,e a qualche suo soggetto locale di riferimento,che al di là delle posizioni pubbliche sull’ambiente,ha fatto di tutto a giudicare dai vari articoli di Stampa,per fare assegnare da legambiente le cinque vele al Comune di Noto,non solo nel 2012,quando invece il Circolo di legambiente di Noto,aveva fatto altre valutazioni,che non ne permettevano l’assegnazione!
Sulla storia delle 5 vele sarebbe il caso di ammanaire bandiera,i requisiti che attribuiscono i punteggi sono oltre 130 mi pare i parametri sulle acque ormai si riferiscono a livelli e percentuali di presenza di batteri e microrganismi,ragione per cui oggi non si parla di acque pulite ma di acque nebo inquinate.
“Pensare globalmente, agire localmente”. Almeno questo dovrebbe essere il motto della Legambiente. Purtroppo forse le cose non stanno proprio così dal momento che l’associazione potrebbe soffrire di influenze e/o ingerenze dalla politica. Queste ultime, chiaramente, necessitano dell’applicazione di posizioni ben precise ed omogenee nel territorio. Il motto della Legambiente si sta spostando infatti verso un “pensare ed agire globalmente e localmente”. Insomma un pastrocchio che però dovrebbe garantire una certa omogeneità di posizioni su tutto il territorio. Da qui nasce la necessità di “sacrificare” le risorse locali. Si tratta di mantenere un assetto “coerente” e – probabilmente – per onorare la fedeltà alla politica. Ma sacrificare i circoli significa sacrificare anche la protezione dell’ambiente, perché nell’associazione, il volontariato, le battaglie e l’impiego massiccio di energie si concretizzano SOLTANTO A LIVELLO LOCALE.
Da Guidonia Montecelio (RM) esprimiamo la massima solidarietà all’ex circolo Legambiente di Noto.
Roberto Coccia
(ex presidente dell’ex circolo di Legambiente Guidonia)