Come mi è consueto e a scanso di equivoci, mi dissocio immediatamente dalla categoria dei tuttologi. Le mie considerazioni, quindi, sono da annoverare tra quelle di un qualsiasi cittadino-contribuente, comprensibilmente incuriosito dai risultati conseguiti dall’azione dell’amministrazione locale che al momento lo governa. Le argomentazioni più “tecniche” che seguiranno, non sono altro che il frutto di semplici ricerche su web supportate da normale logica e buon senso.
La nostra storia inizia nel lontano 2002. L’ambiziosa amministrazione di allora, decise di imbarcarsi nella piccola impresa di esportare la nostra infiorata a San Francisco, nella lontana California. Le cronache ufficiali del tempo raccontano di un grande entusiasmo, tanto da affermare, con malcelato orgoglio, che si erano aperti “nuovi canali per un turismo americano” e che era proprio il caso di “potenziare la manifestazione perché rappresenta per Noto una vetrina alla quale nessuno prima aveva pensato: attirare turisti stranieri andando a pubblicizzare il nostro prodotto direttamente in loco.”
Minchia che idea!
All’epoca (e anche oggi in verità), nella classifica del cosiddetto “incoming” di turisti stranieri in Sicilia, gli americani si trovavano al terzo posto negli arrivi (dietro Francia e Germania) ed al quarto posto nelle presenze (dietro Francia, Germania e Regno Unito), cioè nella quantità di giorni di soggiorno nella nostra isola. Dobbiamo però ammettere che nei dieci anni successivi, non si è avuto il minimo riscontro di “flussi” crescenti di turisti statunitensi da queste parti. Tanto da far riflettere su una visione troppo sprovvedutamente “provinciale” di quelli che sono i meccanismi che regolano fenomeni che non possono essere trattati in una scala così ridotta.
Questi dieci anni non hanno indotto alcun ripensamento su questa fantastica idea della promozione dell’infiorata come specchietto per le allodole per ingenui turisti in cerca di meta. Anzi! Abbandonato il target degli americani, non solo non ci si è rivolti verso gli altri tradizionali migliori “clienti” della Sicilia, nell’ordine Francesi, Tedeschi e Inglesi, ma si è invece deciso di andare a pescare tra quelli considerati “peggiori”, i giapponesi. Modesti negli arrivi e disastrosi nelle presenze, con meno di due giorni medi pro-capite di permanenza in genere in alberghi a 4 e 3 stelle. Quanto di più inutile per il tipo di offerta turistica locale.
Minchia che idea!
Così, ispirati da un’apparente strategia suicida, nella giornata dello scorso ultimo 6 novembre (il puntuale resoconto è disponibile sul sito del Comune), una delegazione di netini in trasferta giapponese a carico di noi contribuenti, composta dal Sindaco e dall’assessore al turismo, ha tenuto una serie di importanti incontri, presso l’ambasciata italiana a Tokyo per discutere dei “tantissimi” temi oggetto dell’incontro, tutti incentrati sulla proposta della nostra delegazione di “fare della Sicilia e del sud-est in particolare una meta turistica per i viaggiatori giapponesi”. Nel pomeriggio, presso l’Istituto di Cultura italiana, “un tavolo tecnico per abbozzare un primo e sommario programma di lavoro che possa coinvolgere, in uno con l’Ambasciata, anche il nostro prestigioso Istituto all’estero”. Conclusi i proficui incontri, Il Sindaco e l’assessore, compiaciuti non poco di quanto appena compiuto, “all’unisono attestano che il 6 novembre 2012 e’ stata posata una prima fondamentale pietra per l’apertura del nostro territorio al mercato turistico del Sol Levante.” In particolare, il Sindaco evidenziava quanto significativa sarebbe stata la partecipazione della “Fondazione Italia Giappone” con a capo il presidente Ambasciatore Vattani ed il direttore Donati, che hanno, da subito, compreso e facilitato l’avvio dell’iniziativa.
Ormai irrimediabilmente contaminati dalla perseveranza e dalla coerenza nipponica, per l’Infiorata del 2013 si è stabilito (vedi Delibera n.48 del 29 marzo 2013) che “per la prima volta avremo un paese ospite al quale viene dedicata la realizzazione dei bozzetti: il Giappone. ….” e in una riunione tenutasi a Noto il 16 aprile, con rappresentanti delle città di Catania, Ragusa e Scicli, si è inteso coinvolgerli nel nostro ambizioso progetto destinato alla promozione dei beni culturali della città del Val di Noto, al fine di “favorire lo sviluppo dei flussi turistici provenienti dal Sol Levante”.
Ricapitoliamo. L’amministrazione, nell’ambito delle sue prerogative e delle sue funzioni, sulla base di presupposti e di analisi di mercato in verità non noti ai più, ritiene di potere imprimere un significativo e tangibile impulso alla domanda turistica del sol levante verso l’offerta turistica locale, eventualmente da condividere (ma come ininfluente effetto collaterale, data la natura della missione e dei “missionari”) con l’offerta territoriale del nostro “sud-est”.
Onore allo spirito e al coraggio che hanno ispirato l’ambiziosa iniziativa.
Con questo chiaro intento siamo quindi andati a pesca nel mar del Giappone, abbiamo gettato l’amo e ora occorre vedere quando decide di abboccare il pesce.
Di certo questa estate, a parte poche decine di “occhi a mandorla” per l’infiorata, non c’è notizia che i nostri locali del corso abbiano dovuto inserire tra le loro bevande il sakè, né il sushi i nostri ristoranti. Neanche per un attimo il porticciolo di Calabernardo ha rischiato di trasformarsi in una nuova Pearl Harbour. Meno che mai i nostri B&B hanno dovuto …
E’ troppo presto ancora per tirare le somme sui “flussi turistici provenienti dal Sol Levante”?
Forse. Ma la sensazione è quella di avere giocato una partita già persa in partenza, con le medesime chance di una mosca che decide di spostare un armadio andandoci a picchiare contro (magari con una fascia legata in fronte, per rimanere in tema).
Diciamocelo pure, tanto siamo tra amici, la scelta dei giapponesi è sembrata proprio sbagliata, se fossero stati cinesi l’avrei definita una clamorosa “cantonata”.
Ma niente paura, c’è ancora l’emergente mercato del turismo austriaco e del Liechtenstein, per cui organizziamoci per l’infiorata del 2014. Iniziamo con un bel natale a Vienna.
Ciniko Turistiko
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